Mary Hussain si è convertita alla religione islamica quando ha sposato Ahmed, adesso ha poco più di sessant'anni e vivono serenamente insieme nella città costiera di Dover, in Inghilterra. Dopo la sua morte improvvisa, scoprirà che Ahmed aveva una vita segreta a Calais, al di là della Manica, a pochi chilometri di distanza dalla loro casa. Una rivelazione che la spingerà a indagare per sapere di più di quella seconda famiglia che il marito le ha sempre tenuta nascosta. Si chiama After love ed è un'opera prima coraggiosissima quella del regista inglese Aleem Khan, che dopo essersi guadagnato un posto nella Semaine de la critique a Cannes, ha presentato il film alla festa del Cinema di Roma ed è ora approdato nelle nostre sale. L'idea della storia viene proprio da sua madre che "come la protagonista è inglese e si è convertita all'islam quando ha sposato mio padre. Sono cresciuto con un'educazione mista, sono gay e musulmano, e in quanto tale capisco perfettamente la giustapposizione tra culture, mi interessava capire come costruiamo le nostre identità e per chi le costruiamo. Volevo fare un film con al centro questo interrogativo".
Il thriller psicologico
After Love esplora il cinema di genere, si struttura infatti come un thriller psicologico in cui lo spettatore si ritrova a indagare e ricostruire i pezzi del puzzle insieme alla protagonista: "Sin dall'inizio avevo sempre mia madre in testa, - racconta il regista - pensavo a quali potessero essere state le sue scelte in certe situazioni. Ma mentre scrivevo volevo metterla in una situazione impossibile e spingermi oltre, agli estremi di ciò che si può essere capaci di fare. È un film sulla nostra moralità e sulla duplicità, ogni personaggio mente agli altri e quando Mary entra in casa di Genevieve capiamo la sua scelta. Subito dopo però la scoperta dell'esistenza di una famiglia con un figlio la spinge a restare in quello spazio: quel ragazzo è collegato al marito appena scomparso e la ancora definitivamente a quella casa. Il thriller è nato spontaneamente con il personaggio e non prima".
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Una storia di complicità femminile
Il film si rivela anche un omaggio alla sorellanza e alla complicità femminile, attraverso l'incontro di due donne con approcci diversi alla vita, nei confronti dei rapporti, della moralità e dell'amore. "Mary è molto inglese per ideali e sentimenti, Genevieve è francese. Ma ci tenevo che After love fosse un film sul rovesciamento dei cliché. Vengo da una cultura musulmana e non volevo cadere negli stereotipi con cui cinema e tv rappresentano le donne musulmane, dipingendole come povere vittime sottomesse: Mary è vittima di un tradimento, ma lo è anche Genevieve. Era importante trovare due donne fisicamente molto diverse e interiormente simili, innamorate dello stesso uomo. Le somiglianze tra le due protagoniste alla fine sono più forti delle differenze, entrambe vivono il dolore ma non volevo che lottassero e perdessero la propria dignità, mi piaceva che conservassero la loro umanità".
Il lavoro con Joanna Scanlan
L'attrice che interpreta Mary è Joanna Scanlan, con lei Aleem Khan ha fatto molte prove e ha cercato di lavorare per sottrazione: "Abbiamo passato molto tempo insieme prima di iniziare a girare. Joanna è un'attrice straordinaria con un'enorme esperienza, ma non le era mai capitato di dover interpretare un ruolo come questo, di grossa responsabilità, doveva imparare ad esempio a pregare, a parlare in un certo modo e come indossare certi abiti. - spiega Khan - Un giorno mia madre è venuta sul set e le ha fatto vedere come indossare alcuni vestiti o come cucinare il curry. Non ci sono molti dialoghi quindi per me era importante trovare un'attrice con un volto espressivo, capace di parlare con uno sguardo. Le ho chiesto di non rivelare molto ma di trattenere, perché After love è un film a rilascio lento e doveva essere interiorizzato. Mary fa un viaggio psicologico dentro se stessa, dovevamo quindi mantenere una tensione interna e poi permettere che il dolore venisse fuori e si esprimesse lentamente".