Adios, la recensione: un teso thriller all'insegna della vendetta

La recensione di Adios, film dove un padre invischiato in ambienti criminali intende scoprire chi abbia provocato la morte dell'amata figlioletta; ad aiutarlo una poliziotta integerrima. Su Rai4 e RaiPlay.

Adios, la recensione: un teso thriller all'insegna della vendetta

Juan è un piccolo truffatore che ha finalmente ottenuto la libertà vigilata, speranzoso così di poter trascorrere del tempo insieme alla compagna e alla figlia ancora bambina. Mentre alcuni suoi compagni della malavita lo spingono a ritornare nel giro, trovandosi contro al suo netto rifiuto, una sera si trova al volante della sua auto quando un'altra macchina provoca un drammatico incidente stradale, nel quale ad avere la peggio è proprio la piccola, morta sul colpo a soltanto poche ore dalla sua festa per la comunione.

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Adiós: una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di Adios, da quel momento per Juan ciò che conta è soltanto scoprire la verità e chi sia realmente responsabile di quanto accaduto, con i sospetti che si concentrano sulla banda rivale proveniente dall'est Europa. A indagare vi è anche la polizia, con in particolare la caparbia poliziotta Eli che intende vederci chiaro e finisce per svelare un intrigo criminale ai più alti livelli, non sapendo più di chi potersi realmente fidare, salvo unirsi a Juan nella ricerca di giustizia e verità.

Nel cuore del male

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Adiós: Mario Casas in una scena del film

Dopo qualche anno trascorso a Hollywood, dove aveva firmato tra l'altro anche il revenge-movie Tokarev (2014) con Nicolas Cage, lo spagnolo Paco Cabezas torna in patria per collaborare con uno dei suoi attori favoriti come la star Mario Casas, e ancora una volta è pronto a raccontare una storia di vendetta ambientata in un contesto criminale. Contesto criminale dove, come recita il proverbio, "il più pulito ha la rogna" e le stesse forze dell'ordine celano un giro di corruzione sempre più fitto e infimo, obbligando i personaggi principali a lottare non soltanto contro le rese dei conti tra le varie parti in causa legati al mondo dei boss. ma anche con quella legge che lo è soltanto di nome ma non di fatto.

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Fino all'ultimo sangue

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Adiós: una scena del film

Quel prologo di apparente quiete precede ovviamente la tempesta in divenire e da lì ha il via la personalissima indagine di Juan, pronto a tutto pur di scoprire chi si nasconda dietro la morte dell'amata figlioletta, ma fondamentale è l'apporto delle figure femminili. La tenace poliziotta di Eli, la moglie altrettanto tosta per quanto sommersa dal dolore e l'anziana capofamiglia della gang giocano infatti ruoli chiave nella dinamica della vicenda, che a dire il vero avrebbe necessitato di qualche sfumatura maggiore qua e là. Le quasi due ore di visione soffrono infatti di una parziale staticità, con alcune lungaggini che tolgono parziale respiro alla trama principale, la quale si inerpica anche troppo nella gestione di colpi di scena che risultano preventivabili già in apertura, quasi si sia allungato il brodo anche più del dovuto.

Senza pietà

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Adiós: una scena del film

Dove l'operazione convince pienamente è nella solida regia di Cabezas, che sa come innescare la tensione nelle molteplici scene d'azione, con slow-motion annessi, tra situazioni di stallo e inseguimenti a perdifiato che mettono a dura prova anche la fisicità dell'eterogeneo cast. E se Casas ormai non è più una sorpresa per chi ama e conosce il cinema iberico contemporaneo, le candidature ai premi Goya - gli "Oscar spagnoli" - sono arrivate in realtà per le migliori attrici, ovvero Natalia de Molina, Mona Martínez e Pilar Gómez. Una colonna sonora influenzata dal flamenco, a immergere in quella cultura tipicamente indigena e sanguigna, con sprazzi di luce che emergono ogni tanto in questa storia che riprende un plot abusato, tentando di offrirne uno sguardo nuovo e impetuoso ma riuscendovi soltanto a metà.

Conclusioni

In una Siviglia crepuscolare, Juan si trova in libertà vigilata per festeggiare la comunione della figlia quando un drammatico incidente, provocato, non toglie la vita alla piccola. In cerca di vendetta, l'uomo si ritroverà a unire le forze con una tenace poliziotta, intenzionata a vederci chiaro tra colleghi corrotti e criminali spietati. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Adios, ci troviamo davanti a un teso thriller che ricicla la classica formula del revenge-movie, abbondando di tensione ma senza una particolare cura per l'armonia del racconto, a tratti prevedibile e altrove allungato eccessivamente. Il solido cast e l'altrettanto salda regia di Paco Cabezas confezionano ad ogni modo un prodotto dignitoso anche se poco originale.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.1/5

Perché ci piace

  • Ottimo cast, con figure femminili di spessore ad accompagnare la missione di vendetta del protagonista.
  • Solida regia che regala azione e tensione.

Cosa non va

  • La gestione dei colpi di scena è assai telefonata.
  • Qualche lungaggine di troppo poteva essere evitata.