Acts of Violence, la recensione: Bruce Willis in un action senza compromessi

La recensione di Acts of Violence, film dove tre fratelli si ritrovano a combattere fianco a fianco dopo che la fidanzata di uno di loro è finita nelle mani di una gang di trafficanti di essere umani. Su Rai4 e RaiPlay.

Acts of Violence, la recensione: Bruce Willis in un action senza compromessi

Deklan, Brandon e Roman sono tre fratelli legatissimi tra loro: i primi due hanno un passato nell'esercito mentre l'ultimogenito, che lavora sulle ambulanze, è prossimo a sposarsi con la sua fiamma di gioventù, Mia. Proprio in occasione dei rispettivi addii al nubilato/celibato, la situazione è destinata a prendere una piega del tutto imprevista. La ragazza infatti si trova in un locale a festeggiare con delle amiche quando il gruppo viene molestato da due spacciatori di basso rango, che in seguito al rifiuto non la prendono per niente bene. Mia infatti viene rapita poco dopo, finendo per entrare nel traffico di essere umani e prostituzione gestito dal crudele gangster Max Livington.

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Acts of Violence: Shawn Ashmore, Cole Hauser, Ashton Holmes in una foto

Come vi raccontiamo nella recensione di Acts of Violence, il futuro sposo e i suoi fratelli maggiori si mettono subito sulle tracce della scomparsa, sfruttando la geolocalizzazione del suo cellulare, e arrivano in una delle "basi" gestite dai criminali: non trovano però lei, bensì altre giovani destinate a quel triste destino e le conducono in salvo. All'arrivo della polizia, trovano un fondamentale alleato nelle ricerche nell'esperto detective James Avery, che da tempo sta indagando proprio sulla banda di Livington. Deklan, Brandon e Roman non si fermeranno davanti a nulla per ritrovare Mia e riportarla a casa, perché la famiglia è sacra.

Semper fidelis

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Acts of Violence: Bruce Willis in una foto

Fin dal breve prologo ambientato quindici anni prima degli eventi poi narrati nel film, scopriamo il solido rapporto che lega queste figure fraterne, pronte a combattere fianco a fianco - costi quel che costi - pur di mantenere immutato quel rapporto di sangue. Una storia parossistica quella di Acts of Violence, che si inserisce in quell'ampio filone di action-movie a sfondo revenge dove il solo modo per rispondere alla violenza è con altrettanto furore, nella tradizione dei tanti giustizieri della notte. Non è un caso che nel ruolo di guest star compaia proprio Bruce Willis, che nel medesimo anno prese parte al remake del film con Charles Bronson, riportando quell'esaltazione vendicativa de Il giustiziere della notte (2018) agli occhi del grande pubblico, per mano di Eli Roth.

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Occhio per occhio

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Acts of Violence: una foto

Qui le condizioni di salute di Willis non erano ancora così gravi e rispetto ad altre produzioni successive il popolare die harder offre un maggior numero di battute ed è più tempo su schermo, risultando anche determinante in certi passaggi, epilogo incluso. Non che Acts of Violence necessitasse d'altronde di grandi interpretazioni drammatiche, giacché ci troviamo davanti a una sceneggiatura rozza ed elementare, atta soltanto ad allungare il brodo e il numero di sparatorie e scene d'azione a tema. Questo non è necessariamente un male e rispetto ad altri titoli omologhi il film ha almeno la consapevolezza di non prendersi troppo sul serio, con lo stesso discorso tirato in ballo relativo al traffico di essere umani sfruttato - cinicamente - a scopi di puro intrattenimento a tema, risparmiando le scene più cupe o lasciandone altre fuori campo.

Ghiaccio e fuoco

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Acts of Violence: Shawn Ashmore in una foto

Nel cast da segnalare la presenza nelle vesti di "fratello di mezzo" di Shawn Ashmore, che il grande pubblico e gli amanti dei cinecomic ricorderanno come interprete dell'Uomo ghiaccio nella saga degli X-Men, mentre il primogenito ha il volto di Cole Hauser, salito alla ribalta dell'audience televisiva per il suo ruolo ricorrente nella seguitissima serie western Yellowstone. Qui entrambi poco possono nello sfumare personaggi caricaturali, ideali veicoli muscolari per i frequenti scontri a fuoco da lì a venire. Il regista Brett Donowho, che ha recentemente firmato la prima incursione nel west di Nicolas Cage con The Old Way (2023), se la cava discretamente nelle pure dinamiche di genere, peccato che a mancare sia un contorno all'altezza. Ma d'altronde già il titolo era una vera e propria dichiarazione di intenti: violenza, violenza e ancora violenza - comunque mai eccessiva - niente di più e niente di meno per un target di appassionati.

Conclusioni

Tre fratelli uniti dal sangue e da un solido legame si ritrovano a combattere fianco a fianco ed armi in mano quando la futura moglie del più giovane viene rapita da una banda di spietati trafficanti di esseri umani. A dar loro una mano, seppur in vie non ufficiali, un coriaceo detective della polizia senza mezze misure. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Acts of Violence, ci troviamo davanti ad un action che mantiene ciò che promette fin dal titolo, con tutti i pro e i contro del caso. Su una sceneggiatura elementare si sprecano infatti sequenze d'azione in serie, con sparatorie feroci e frenetiche, e cattivi che più cattivi non si può, con la guest-star Bruce Willis in un ruolo secondario da giustiziere della notte part-time.

Movieplayer.it
2.0/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Azione a più non posso, che potrebbe captare gli umori degli appassionati.
  • Personaggi senza mezze misure nella loro carica vendicativa.

Cosa non va

  • Sceneggiatura elementare con scavo nullo o quasi dei vari personaggi.
  • Un cast che non brilla, anche se Willis qui è più presente rispetto ad altre recenti occasioni.
  • Si dimentica immediatamente allo scorrere dei titoli di coda.