Acapulco 4, recensione: una conclusione che scalda il cuore

La serie di Apple TV+ si chiude con la quarta stagione: ancora una volta le storie sono ciò che tiene unita la grande famiglia del Las Colinas Resort. In streaming.

Acapulco si conclude con la quarta stagione

Acapulco si conclude con la quarta stagione, in streaming su Apple TV+. È raro poterlo dire, ma si tratta di un finale perfetto. Creata da Austin Winsberg, Eduardo Cisneros e Jason Shuman, la serie è una specie di How I Met Your Mother in spagnolo (lingua parlata la maggior parte del tempo). È infatti il racconto di come Maximo Gallardo Ramos abbia fatto fortuna lavorando nel settore alberghiero.

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Enrique Arrizon è Maximo

Interpretato nel presente da Eugenio Derbez, lo vediamo ormai grande e ricco, nella sua villa a Malibu, mentre racconta al nipote, Hugo (Raphael Alejandro), i giorni in cui, da ragazzo, si è fatto le ossa al Las Colinas Resort, in Messico, cominciando come addetto alla piscina. L'attore che dà volto alla versione del 1984 di Maximo è Enrique Arrizon, che ci traghetta nel mondo coloratissimo di questo hotel di lusso in cui lime, confusione e musica non mancano mai.

La famiglia Ramos è numerosa e negli episodi conclusivi conosciamo il figlio del protagonista, Gustavo. A interpretarlo è una vecchia conoscenza di chi ama le serie Apple: si tratta infatti di Cristo Fernández, il calciatore Dani Rojas in Ted Lasso (sì, proprio quello di "football is life"). Il padre dà a Gustavo il compito di dipingere un grande muro, ma l'uomo non riesce a trovare l'ispirazione. La superficie che deve decorare non è una superficie qualsiasi: si tratta proprio del muro nella sala da pranzo del Las Colinas, negli anni caduto in disgrazia. Maximo lo ha comprato, ristrutturato e spera di farlo tornare ai fasti di un tempo. Le storie che racconta a Gustavo saranno fondamentali per fargli trovare il giusto soggetto da disegnare.

Acapulco 4: Maximo contro Maximo

Acapulco ha sempre alternato i piani temporali di Maximo grande e Maximo ragazzo. Ma in questa quarta stagione sembra proprio che le due linee narrative entrino in contrasto tra loro, quasi dialogando. Il Maximo dei giorni nostri è nostalgico, sentimentale: vuole tornare al tempo in cui era giovane, inesperto ma felice. Il Maximo degli anni '80 invece lo ritroviamo molto più scaltro di quanto sia mai stato: ha ottenuto il posto di Don Pablo, l'uomo che gli ha fatto da guida e mentore, diventando direttore responsabile del Las Colinas. E il potere improvviso forse gli ha dato alla testa.

Questa fase più smaliziata della sua carriera, in cui capisce come ottenere ciò che gli serve anche con compromessi e inganni, sicuramente è stata fondamentale per diventare il grande imprenditore di oggi. Però l'uomo che ha fatto fortuna, una volta raggiunta la vetta, paradossalmente vuole tornare a giorni più semplici, in cui a essere celebrato non è il successo, quanto il condividere esperienze, pranzi e sfide con le persone a cui si vuole bene.

La grande famiglia

Acapulco, pur essendo raccontata attraverso gli occhi (e la voce narrante) di Maximo, è una serie corale. E nella quarta stagione ogni singolo personaggio ha il suo spazio. Scopriamo qualcosa in più di Chad (Chord Overstreet) e sua madre, del "latin lover", come si definisce lui, Esteban (Carlos Corona), e di tutti componenti dello staff del Las Colinas. Li ritroviamo in modalità estremamente competitiva, perché una nuova struttura sta ottenendo recensioni migliori. Guarda caso, al comando c'è proprio Don Pablo: come a dire che il nuovo è sempre affascinante e travolgente, ma chi ha esperienza e un passato fatto di successi ha ancora qualcosa da dire.

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Eugenio Derbez è Maximo da grande

Ricalcando anche lo sciopero degli attori e sceneggiatori del 2023, vediamo i dipendenti impegnati in proteste: forse i sindacati si stanno svegliando davvero anche a Hollywood. Nonostante i colori sgargianti e la modalità vacanziera, Acapulco, di stagione in stagione, pur essendo una serie stravagante ed esagerata, si è fatta sempre più autentica. Inevitabile quindi che venga omaggiato il senso di comunità, la famiglia, l'importanza di condividere successi e insuccessi con le persone a cui si vuole bene. Solo stando in armonia con gli altri si può dipingere il grande affresco della vita.

Conclusioni

Se avete amato Acapulco, adorerete la stagione finale: le due linee temporali del Maximo grande e il Maximo giovane sembrano dialogare tra loro, per trovare un punto d'incontro. Ogni membro del numeroso cast ha il suo spazio e, mano a mano che si avvicina la conclusione, sembra davvero di salutare quella che negli anni è diventata una grande famiglia.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • L'alternanza intelligente dei piani temporali.
  • La bravura di tutto il numerosissimo cast.
  • La bellezza di scenografia e oggetti di scena.

Cosa non va

  • Se non amate le situazioni affollate e caotiche, forse questa non è la serie per voi.