Gianluca Maria Tavarelli è attorniato, nella conferenza stampa veneziana per la presentazione di Non prendere impegni stasera, da un notevole contingente attoriale: ci sono infatti Donatella Finocchiaro, Alessandro Gassman, Paola Cortellesi, Micaela Ramazzotti, Giorgio Tirabassi, Rocco Papaleo (nella foto), Giusepope Battiston e Valerio Binasco, e con lor i produttori Pietro Valsecchi e Camilla Nesbitt. Data la ricca partecipazione, la conferenza viene impostata in modo da offrire a tutti la possibilità di parlare.
Tavarelli, ci parli di come ha scelti gli attori e perché.
Gianluca Maria Tavarelli: Questo è film corale, dove il lavoro di cast era importante e divertente allo stesso tempo. Potevo coinvolgere molti attori in piccoli ruoli che non li impegnassero a lungo. Quindi è stata l'occasione di mettere insieme un po' tutti gli attori con cui mi sarebbe piaciuto lavorare. Innanzitutto ho pensato a Giorgio Tirabassi, con cui avevo appena fatto Paolo Borsellino per la TV e per cui ho una grandissima stima. Volevo un attore che sapesse raccontare il dramma di quel personaggio in modo delicato, senza calcare la mano sul lato tragico, e lui anche per le esperienze acquisite mi sembrava la persona adatta a portare la leggerezza che mi serviva.
Giorgio Tirabassi: Non sapevo di essere stato il primo, ma effettivamente sono stato coinvolto dall'inizio. Gianluca mi fece leggere la sceneggiatura, e veramente io volevo fare un altro ruolo, un di minor peso. Ma ho rispettato la scelta di Gianluca, anche perché questo è un film molto intimo. Conoscendolo come regista, avevo capito che era materiale che gli apparteneva profondamente.
Gianluca Maria Tavarelli: Anche Luca Zingaretti, che non è qui, è stato una delle prime persone cui ho pensato. Pensavo che gli si addicesse quel tipo di personaggio, un cinquantenne che non vuole accettare il passare del tempo e vorrebbe trovare il coraggio di cambiare le cose, senza riuscirci. Con Alessandro Gassman e Andrea Renzi abbiamo voluto raccontare dei malesseri che non fossero palesi: mi serviva che agli attori si leggesse in faccia la vita difficile che stanno conducendo. Alessandro sprizza energia, forza, impulsività, ma il suo personaggio nasconde fragilità e atteggiamenti infantili.
Alessandro Gassman: Intanto sono contento di essre qui per questo film, che ho fatto molto volentieri dopo aver amato molto la sceneggiatura. Il mio personaggio è un uomo abbandonato, che quindi cova un rancore notevole, e potrebbe sembrare negativamente aggressivo ma a me sin dall'inizio ha dato una grande sensazione di tenerezza, una tenerezza in generale le persone che appaioni diverse da quelle che sono. E' un uomo che cambia con il proseguimento della storia. Quando lessi la sceneggiatura e scoprii che c'era un personaggio (quello di Andrea Renzi) che soffriva di attacchi di panico io - avendo dichiarato pubblicamente di aver sofferto di questo disturbo - iniziai a temere che fosse riservato a me, il che mi avrebbe causato degli attacchi di panico, quidi sono contento del fatto che mi sia stato offerto un altro ruolo.
Gianluca Maria Tavarelli: Con Micaela Ramazzotti abbiamo fatto un classico provino, ci serviva una ragazza giovane per raccontare questo personaggio, che è una commessa in un supermercato e ha una visione della vita molto concreta e molto reale. Micaela è stata molto brava a passare dal registro leggero a quello più drammatico, dando molto al film.
Micaela Ramazzotti: Il mio è un personaggio che respira la vita. Io mi sono ispirata alle donne degli anni '50, alla loro fierezza e alla loro verità: quelle donne che ti guardano negli occhi qundo ti parlano. Ha un gran cuore e a volte è anche un po' goffa.
Mi è piaciuto molto lavorare con Tavarelli, è un regista sensibile che riesce a guardarti dentro e questo è importante.
Gianluca Maria Tavarelli:: Per la Cortellesi - come del resto per tutti gli altri - avevamo una grande stima. Nel film ha un ruolo piccolo ma estremamente ricco: è uno di quei personaggi che nella vita ti seguono per sempre, ma magari compare solo nelle giornate particolari, per una serata particolarmente allegra, o nei momenti difficili. Paola e Giorgio Tirabassi sono riusciti a ricreare l'intesa che c'è tra due persone che si conoscono da dieci anni, riescono a scherzare e a ridere insieme quale che sia la situazione.
Paola Cortellesi: Giualuca ha spiegato già benissimo il personaggio - sono quelle persone che conosci un giorno e che rimangono accanto a te tutta la vita, come amiche o come amanti, non ha importanza. Quando ne hai bisogno sono lì a prendersi metà del tuo fardello. E' un bellissimo personaggio e sono lieta di averlo potuto interpretare.
Gianluca Maria Tavarelli: Quanto a Donatella Finocchiaro, mi serviva un'attrice che non avesse solo la bellezza, che lei possiede in quantità, ma anche fascino e il sapore di cose non dette. Il suo rapporto col personaggio di Binasco è basato sul non detto. Tutti e due dall'inizio, anche quando l'atmosfera tra i due è molto calda, riescono a trasmettere il senso di caducità del loro rapporto.
Donatella Finocchiaro: Ha detto tutto Giunluca, d'altronde credo che sia normale che lui consca il film meglio di noi. Che altro dire del mio personaggio: m'è toccato innamorarmi di Binasco! No, ci siamo innamorati veramente, solo che è durata per i cinque giorni delle riprese. Il suo personaggio appartiene a quella categoria di uomini che tradiscono e che non potranno cambiare mai.
Valerio Binasco: La bellezza vertiginosa sa di Donatella mi è servita molto. All'inizio mi sembrava di essere fuori posto, ma poi ho capito il senso della storia: la grande occasione perduta di ciascuno di noi - credo che il mio personaggio sia abbastanza rappresentativo dell'uomo comune - l'occasione di incontrare la bellezza e tenerla per sè. Quest'uomo ha perso la sua occasione e non perché l'abbia disprezzata, ma perché non l'ha saputa riconoscere. Quando te ne rendi conto è troppo tardi, e rimane solo il dolore. E mi ha aiutato molto a rendere tutto ciò che ci fosse Donatella, come una dea, che sembrava lì per me ma non era più.
Gianluca Maria Tavarelli: Il personaggio di Rocco Papaleo è fenomenale, dal momento in cui è stato scritto non poteva che essere lui.
Rocco Papaleo: Io mi ero fatto un'altra idea: accadde questo, mia moglie è la scenografa del film, e io un giorno capitai sul set e venne fuori che mancava un attore.
Gianluca Maria Tavarelli: Giuseppe Battiston è l'altro personaggio concreto del film, insieme a Micaela. E' amico di Binasco ma in un certo senso è esattamente l'opposto: è capace di essere felice di quello che ha senza dietrologia, mentre binasco guarda solo dietro le cose, vede le complicazioni e i problemi. Io credo che il senso della vita sta nell'essere felici di quel poco che si ha.
Tavarelli, esce fuori o non un ritratto generazionale?
Gianluca Maria Tavarelli: Questo non è un film generazionale, non racconta i quarantenni, ma se deve raccontare quelche cosa racconta i quarant'nni di tutte le generazioni come un periodo della vita nel quale "sei troppo vecchio per il rock'n'roll ma troppo giovane per morire". Molti dei quarantenni che raccontiamo sono attraversati da malesseri piccoli, che è possibile sconfiggere; è un ritratto di quotidianità più che generazionale.
Hai usato praticamente mezzo parco attori italiani, che idea ti sei fatto dei nostri interpreti?
Gianluca Maria Tavarelli: Gli attori sono straordinari. Il film potrà piacere o non piacere ma la loro interpretazione non si discute. E oltre a loro ci sono tantissimi altri con cui avrei voluti lavorare. Gli attori italiani hanno solo bisogno di occasioni per mostrare quello che valgono.