A un passo dalla verità, la recensione: un poliziesco da una storia vera

Il film televisivo A un passo dalla verità ripercorre il caso di cronaca nera che ha visto protagonista il serial killer francese Michel Fourniret, colpevole di otto omicidi. Su Rai1 e RaiPlay.

I protagonisti di A un passo dalla verità

Il caso Fourniret è stato tra quelli che più hanno scosso l'opinione pubblica d'Oltralpe, in quando l'omonimo assassino si è macchiato di ben otto macabri delitti - e fu sospettato di altri quattro - al confine tra la Francia e il Belgio. Quattordici anni sono durati i suoi orrendi crimini, confessati poi nel 2004 a diverse settimane dalla sua cattura. Le fasi della cattura di Michel Fourniret coincidono proprio con l'inizio di A un passo dalla verità, avvenente dopo che una delle sue potenziali giovani vittime riesce a scappare, permettendolo alle autorità di rintracciare il sospettato / colpevole e poter così dare una svolta decisiva a quelle indagini, che da tempo vedevano le forze dell'ordine brancolare nel buio.

A Un Passo Dalla Verita Un Momento Del Film
Philippe Torreton dietro le sbarre in A un passo dalla verità

Ma l'investigazione, come scopriremo nel corso di questa versione romanzata pensata originariamente per il piccolo schermo transalpino, ha concentrato le proprie attenzioni anche sulla figura della moglie Monique Olivier, che sembrava nascondere qualcosa dietro quell'aura apparentemente riservata e innocente. Il film segue proprio la ricerca di quanto effettivamente accaduto a quelle giovani donne, cadute nelle mani di uno psicopatico.

A un passo dalla verità e dalla giustizia

A Un Passo Dalla Verita Una Scena
Ancora Torreton in una scena

Amaramente ironico che il vero Fourniret sia scomparso soltanto pochi mesi dopo la messa in onda di questa trasposizione in forma di fiction delle sue malefatte: trasmesso sulle tv francesi a febbraio 2021, ha anticipato la morte del serial killer, mancato nel maggio dello stesso anno. A un passo dalla verità racchiude in una forma allungata e unica i due distinti episodi che ne caratterizzano il corpo narrativo nella sua forma base, permettendo al grande pubblico di Rai1 di appassionarsi alla vicenda e concluderla nell'arco di una sola serata / visione. Come anche sottolineato dalle scritte in sovrimpressione a precedere i titoli di coda, alcuni personaggi principali e secondari sono fittizi, creati ad hoc per aiutare lo spettatore ad identificarsi in quelle figure potenzialmente familiari di investigatori che affollano le produzioni seriali e di sentirsi a loro modo "a casa" nella gestione investigativa, di un caso tanto crudo quanto ricco di potenziali insidie.

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Tutto come previsto

A Un Passo Dalla Verita Una Foto Del Film
A un passo dalla verità: una foto del film

Certo non ci si può aspettare molto da una messa in scena che parte con l'intenzione di rivolgersi a un relativo target e i paragoni con lavori cinematografici affini vanno tutti a svantaggio di A un passo dalla verità, che soffre spesso di quell'anima low-budget e si risolve tramite soluzioni spesso verbose, con le sequenze in interno e i numerosi flashback a caratterizzare un'ora e mezzo di visione che pecca di suspense già dalla premessa. Il fatto che subito dopo il prologo il criminale finisca immediatamente dietro le sbarre leva tensione e nega potenziali colpi di scena su di lui, rendendo così di pari importanza la figura di quella moglie che nasconde segreti e lati oscuri. Proprio sulla donna e sul suo effettivo ruolo si concentrano infatti le indagini della polizia, che scava nel passato di questa coppia e di una famiglia problematica, all'insegna di quella banalità del male che molto spesso la realtà ci ricorda.

Uno sguardo nell'abisso

A Un Passo Dalla Verita Un Immagine
In A un passo dalla verità non tutto è come sembra...o forse sì?

La prima inquadratura è un occhio che guarda, quello dell'assassino pronto a inquadrare il suo prossimo obiettivo. Ma poi A un passo dalla verità perde progressivamente la sua verve ambigua e si limita a una serie di lunghi interrogatori che cercano di ripercorrere l'esatto andamento dei fatti, nella speranza di ricostruire l'esatta cronistoria degli eventi e restituire una postuma giustizia a chi è caduto per mani di quel crudele, insospettabile, assassino. Assassino che trova la necessaria, magnetica, dose di imperturbabilità nell'interpretazione di Philippe Torreton, già memorabile Napoleone Bonaparte in Monsieur N. (2003), qui diretto dal poco dopo compianto Yves Rénier, storico protagonista di un grande classico come Belfagor o Il fantasma del Louvre (1965) che negli ultimi anni della sua carriera si è cimentato con alterne fortune anche dietro la macchina da presa, come in quest'occasione.

Conclusioni

La cattura e le successivi indagini che portarono alla condanna del serial killer francese Michel Fourniret sono al centro di questo film televisivo, raggruppamento di due episodi realizzati per il piccolo schermo francese. Un'operazione parzialmente statica che vive sulla progressiva esposizione dei fatti, con la verità riportata alla luce tra flashback e serrati interrogatori e la pressoché totalità dell'azione limitata agli interni, tra le case dell'orrore e i palazzi di giustizia dove coriacei investigatori cercano, come prassi, tutte le risposte necessarie.

Movieplayer.it
2.5/5

Perché ci piace

  • Philippe Torreton convincente nei panni dell'orco.
  • Procedura seriale televisiva, con tutti i vantaggi...

Cosa non va

  • ...e i limiti del caso.
  • Messa in scena statica e priva di effettive sorprese.