Nicole Holofcener ha respirato cinema fin da piccola. Figlia dell'artista Lawrence Holofcener e della scenografa Carol Joffe, quando aveva otto anni la madre si è risposata con il produttore Charles H. Joffe, trasferendosi così da New York a Hollywood. Grazie a Joffe, Holofcener ha ottenuto il lavoro di assistente di produzione di Woody Allen sul set del film Una commedia sexy in una notte di mezza estate e da lì non si è più fermata. Vivendo sempre in mezzo agli artisti ha sviluppato due cose: interesse per le storie e insicurezza ogni volta che si deve mostrare a qualcuno il proprio lavoro. È così che è nata l'idea di A dire il vero (titolo originale: You Hurt My Feelings)
In sala dall'8 febbraio, A dire il vero è nato proprio così, come ci dice la regista in collegamento dall'America: "Tutte le mie sceneggiature sono molto personali. L'idea di questo film nasce proprio da come mi sento vulnerabile quando scrivo: i miei personaggi hanno molto di me. Proprio come la protagonista del film crede di essere il suo libro, io spesso sento di essere i miei film. E se non ti piacciono i miei film allora penso che non ti piaccio nemmeno io. So che non è vero, ma volevo esplorare questa paura."
L'alter ego di Nicole Holofcener nel film è Beth, interpretata da Julia Louis-Dreyfus, indimenticabile Elaine Benes nella sit-com Seinfeld. Scrittrice, rimane sconvolta quando scopre, per caso, che il marito Don (Tobias Menzies) odia il suo ultimo libro. Da lì la sua autostima crolla. Nella nostra intervista la regista spiega come questo sia un tema molto personale.
A dire il vero: intervista a Nicole Holofcener
In un film in cui ci si chiede se sia meglio essere onesti a tutti i costi oppure dire delle bugie a fin di bene, impossibile non chiedere a Nicole Holofcener quanto mentirà nell'intervista: "Non penso di mentire nelle interviste: preferisco semplicemente non rispondere"" Qual è quindi la giusta dose di onestà in una relazione? "Sto ancora cercando di capirlo! Forse se qualcuno mi deve proprio mentire, vorrei che lo facesse molto bene, in modo da poterci credere. Se a qualcuno non piace il mio film, voglio dire, che faccia finta! Secondo me è peggio accorgersi che ci stanno mentendo. È un confine sottile."
È incredibile come, vedendo un film o leggendo un libro, spesso ci si faccia più domande sulla propria vita e le nostre relazioni che non parlando con i nostri cari o, magari, un terapeuta. Perché succede? "Se qualcosa di artistico ti colpisce, ti smuove qualcosa nel subconscio. I film sono molto potenti: hanno un effetto su di noi. E poi quando vai al cinema il film ti piace o no e te ne puoi sempre andare. Mentre un cattivo terapeuta è un disastro!"
Nicole Holofcener e le idee per le sceneggiature
Nella vita personale Holofcener parla moltissimo con i suoi cari, forse è per questo che ha sviluppato una passione per le storie: "La mia famiglia si dice tutto. Probabilmente ci parliamo anche troppo e troppo spesso. E, anzi, vorrei che mia madre tenesse per sé molti commenti. E a volte anche io sono troppo onesta e brusca con le persone. È qualcosa su cui sto lavorando e su cui dovrò lavorare per tutta la vita. Ma voglio che le cose vengano dette: odio i segreti, le allusioni, le persone passivo-aggressive. Quindi spesso dico le cose ma finisco per ferire i sentimenti degli altri."
E molto spesso frasi sentite nella vita reale finiscono nei suoi film: "Molte persone pensano di essere nei film e invece non è così! Pensano di riconoscersi ma invece non sono loro. Spesso faccio dire ai personaggi cose che dicono i miei amici: e allora si riconoscono in alcune battute. In effetti ho un'amica il cui marito continuava a comprarle orecchini a forma di foglie: e quando ha visto questa cosa nel film ha riso. E anche il marito. Non li avevo avvertiti, quindi è stato un po' imbarazzante."
Nicole Holofcener e la direzione degli attori
In un film che parla di onestà intellettuale, impossibile non chiedersi come diriga gli attori sul set Nicole Holofcener. Meglio la verità sempre o qualche bugia? "In gran parte sono onesta, specialmente con gli attori di questo film: abbiamo avuto un ottimo rapporto, è stato bello lavorare insieme. Con Julia potevo dire: non va bene, rifacciamola. Mi faceva il dito medio e ci potevamo scherzare. Di solito in vece è un equilibrio più delicato: quando dò indicazioni agli attori in genere dico cose come è interessante, ma proviamo in un altro modo. Che significa: faceva schifo, facciamo così."