8 giorni alla fine, la recensione: l'apocalisse è vicina nella nuova serie Sky

La recensione di 8 giorni alla fine, la nuova serie tv tedesca targata Sky Original diretta da Stefan Ruzowitzky.

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8 giorni alla fine: una scena della serie

Cosa faresti se ti rimanessero solo otto giorni da vivere? È questo, come vedremo nella nostra recensione di 8 giorni alla fine, l'interrogativo che ci viene proposto nella nuovissima serie tv tedesca originale Sky, in onda dal 23 settembre su Sky Atlantic e NOW TV. La serie, creata da Rafael Parente e Peter Kocyla per la regia di Stefan Ruzowitzky, racconta gli otto giorni che precedono l'impatto con l'asteroide Horus, un gigantesco meteorite che si dirige verso la Terra a una velocità di 30mila km/h. Otto episodi nei quali si intrecciano le vite di diversi personaggi, tutti accomunati dal desiderio di sfuggire a una catastrofe annunciata; c'è chi sfrutta il potere del proprio status, chi intraprende pericolosi viaggi illegali e chi, semplicemente, attende il sopraggiungere della fine.

Un destino inevitabile

Un gigantesco asteroide, noto con il nome di Horus, si dirige inarrestabile verso la Terra, precisamente in direzione dell'Europa centrale, soprannominata, per questo, Kill Zone; le probabilità di sopravvivere in quest'area del pianeta sono, infatti, pressoché nulle. Mentre il piano missilistico statunitense fallisce miseramente, la popolazione del Vecchio Continente tenta disperatamente di darsi alla fuga, raggiungendo l'America e la Russia; ma attraversare i confini rischia di rivelarsi una missione suicida e il piano di evacuazione promesso ai cittadini pare non prendere forma. In questo scenario catastrofico, una famiglia di Berlino, composta da Uli Steiner (Mark Waschke), ex insegnante di fisica, sua moglie, la dottoressa Susanne Steiner (Christiane Paul) e i figli Leonie (Anna Lena Klenke) e Jonas (Claude Heinrich), scappa nella foreste per incontrare dei contrabbandieri che dovrebbero condurli fino in Russia.

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8 giorni alla fine: un momento della prima stagione

Nel frattempo, Hermann (Fabian Hinrichs), fratello di Susanne e membro del Bundestag, si reca in aeroporto dove due biglietti per gli Stati Uniti attendono lui e la sua compagna Marion, incinta di otto mesi.
Nonostante l'impatto imminente, però, non tutti cercano di scappare: Egon (Henry Hübchen), padre di Susanne e Hermann, ormai rassegnato all'idea di una vita fatta di rimpianti e di solitudine, attende inerme il giorno del giudizio, abbandonandosi completamente al vizio dell'alcol. Anche la diciassettenne Nora (Luisa Gaffron), migliore amica di Leonie, non se la passa affatto bene: il padre Klaus (Devid Striesow), infatti, l'ha rinchiusa in un bunker sotterraneo, convinto, così, di tenerla al sicuro dalla confusione che sta dilagando all'esterno. Nora, però, sa bene che quel bunker rischia solo di diventare la sua tomba e tenta in tutti i modi di evadere.

Il rovesciamento della società

Davanti a una situazione di crisi estrema, le persone cambiano, le priorità si ribaltano e le regole vengono scardinate. Ed è proprio quello che ci mostra, in maniera davvero efficace, 8 giorni alla fine, indagando le azioni dei protagonisti alla luce di un disastro imminente. Così, a sole 192 ore dall'inevitabile, Susanne è disposta a seguire il marito in un pericoloso piano che non condivide, rischiando di mettere in pericolo i figli e abbandonando l'anziano padre.

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8 giorni alla fine: una scena della prima stagione

Hermann prende totalmente le distanze dai suoi cari, focalizzandosi sull'unica cosa per lui davvero importante: salvare la sua compagna e il figlio che porta in grembo. Egon, invece, impossibilitato nell'agire in qualsiasi modo, si lascia sedurre dagli echi del passato permettendo, forse per la prima volta dopo tanto tempo, ai ricordi di farsi strada nella sua mente. Sullo sfondo delle vicende personali dei personaggi, l'Europa è nel caos: i rappresentanti della società fuggono verso la salvezza, lasciando i cittadini al proprio destino e il regime militare instaurato per garantire la pubblica sicurezza non fa altro che allontanare le persone dalle regole di convivenza civile.

L'ordine e il caos

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8 giorni alla fine: un momento della serie

Nella serie appare in maniera molto chiara la contrapposizione tra il caos che dilaga e alcuni baluardi di ordine che si ostinano a rimanere in piedi.
Ne è un esempio il poliziotto Deniz che, ligio al dovere e fedele alla divisa che indossa, arresta un giovane saccheggiatore nonostante, intorno a lui, nessuno rispetti più la legge.
Oppure il padre di Nora, Klaus, che, preoccupato più per la follia generale che per l'asteroide in arrivo, rinchiude la figlia in un bunker e rimane, da solo, a difendere la sua azienda. In antitesi a questo tentativo di continuare la propria quotidianità come nulla fosse, c'è chi ne approfitta per lasciarsi andare alla dissolutezza più assoluta: vengono organizzate feste sfrenate a base di droga e sesso senza tener conto, nella maniera più assoluta, delle eventuali conseguenze. Tanto la fine del mondo è vicina e a nessuno verrà chiesto il conto delle proprie azioni.

Una narrazione efficace

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8 giorni alla fine: una sequenza della serie

Il punto forte di questa serie tv è, sicuramente, la sua struttura narrativa. Otto episodi per otto giorni: un escamotage estremamente efficace per rendere l'idea di un countdown che, puntata dopo puntata, ci porta verso l'avvenimento catastrofico. Ed è proprio questo senso di inevitabilità che incalza a spingere lo spettatore a proseguire senza sosta nella visione, per scoprire se i protagonisti si salveranno e se, un disastro che pare inevitabile avverrà sul serio. La storia è ricca di azione e colpi di scena, il che rende 8 giorni alla fine una serie che non rischia di annoiare; la densità degli avvenimenti e il discreto numero dei protagonisti, però, non favorisce la caratterizzazione dei personaggi che risulta un po' sommaria e superficiale; in particolare, non vengono ben indagate le motivazioni alla base di alcune scelte cruciali che risultano, così, un po' prive di spessore.

Conclusioni

Questa serie tv targata Sky, come abbiamo già evidenziato nella nostra recensione di 8 giorni alla fine, riporta in maniera efficace l'immagine di una società in preda al caos, con tutte le dinamiche che ne derivano. Il ritmo è serrato e ben scandito, anche grazie alla scelta di associare ogni episodio a una singola giornata. La narrazione piena di avvenimenti, però, gioca a sfavore della caratterizzazione dei personaggi che vengono tratteggiati solo in maniera superficiale, soprattutto quando si tratta di indagare le motivazione dietro alle loro scelte. In definitiva, comunque, gli otto episodi di 8 giorni alla fine urlano binge watching a gran voce, regalandoci una serie capace di tenerci incollati allo schermo... fino alla fine.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.7/5

Perché ci piace

  • Il ritmo è incalzante e non lascia il tempo di annoiarsi.
  • La struttura narrativa è efficace e coerente, rendendo impossibile confondersi riguardo ad avvenimenti e personaggi.

Cosa non va

  • La caratterizzazione dei personaggi è superficiale e approssimativa.
  • Non è la serie tv ideale per gli amanti degli effetti speciali.