Chi non ha mai sognato di poter tornare indietro nel tempo, anche per uno scarto minimo, al fine di poter cambiare il corso degli eventi a proprio vantaggio? Parte da questa premessa l'intero cuore narrativo di 57 Secondi, nuova produzione originale entrata a far parte del catalogo di Prime Video, che adatta la regole di certo cinema sci-fi ad un'anima almeno sulla carta adrenalinica, nella quale il protagonista si trova in possesso di un anello che gli consente di riavvolgere l'ultimo minuto vissuto, in modo da modificare le situazioni a seconda dell'occasione.
Alla base vi è il racconto breve Lucifer dello scrittore britannico E. C. Tubb, vincitore nel 1972 dell'Europa Prize, anche se ne risulta come un adattamento molto libero: oltre all'ambientazione in un periodo storico ben diverso - un nostro prossimo futuro - anche diversi dettagli nella trama sono stati modificati ad hoc per il pubblico contemporaneo.
Dammi solo un minuto
Franklin Fausti è un giovane blogger che durante una serata evento riesce a salvare la vita ad Anthony Burrell, un visionario guru della tecnologia che ha inventato un rivoluzionario dispositivo atto a eliminare dal mondo le malattie per come le conosciamo: un braccialetto che non solo monitora le condizioni di chi lo indossa, ma spinge a concentrare tutti gli sforzi sulla salute. Durante la presentazione di un nuovo modello, Burrell viene infatti preso di mira da un'attivista che intende ucciderlo ma il provvidenziale intervento di Franklin gli salva la vita. Il ragazzo rinviene sul luogo del mancato crimine un anello lasciato cadere dal luminare e scopre ben presto come questo sia in grado di trasportarlo 57 secondi nel passato. Dopo aver conquistato con furbizia il cuore della bella collega Jala, Franklin è ora intenzionato a usare quel rivoluzionario aggeggio per prendersi la sua vendetta nei confronti del signor Thorensen, a capo di una compagnia farmaceutica colpevole di aver prodotto un antidolorifico che creava dipendenza: sua sorella gemella è infatti morta per overdose del medicinale e ora il protagonista è intenzionato a svelare al mondo le losche pratiche dell'azienda.
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Un anello per domarli
Si può anche intravedere qualche vago spunto nella storia, con tanto di riferimenti agli oppiacei in stile Fentanyl finiti negli ultimi anni nell'occhio del ciclone, ma 57 secondi a conti fatti è un pastrocchio improponibile al giorno d'oggi, riciclante una serie di situazioni base di tanto cinema fantastico/fantascientifico in una confezione non soltanto ingenua dal punto di vista narrativo ma anche povera a livello di messa in scena. La maggior parte del budget è stato probabilmente speso soltanto per il cast: oltre a un Morgan Freeman che ormai partecipa nelle vesti di guest-star a molte produzioni non degne del suo talento, nel ruolo principale troviamo Josh Hutcherson, la cui carriera non è effettivamente mai del tutto decollata. Il resto si risolve in una serie di siparietti più o meno, involontariamente, tragicomici: da quando il nostro usa l'anello per la prima notte d'amore con la sua futura fidanzata o ancora quando lo sfrutta per scoprire la combinazione della cassaforte nella sede del villain, l'escamotage diventa un deus ex machina costante e immediato, contro il quale qualsiasi pericolo e di rimando relativa tensione è scongiurato sul nascere.
Di quando in quanto
Vengono anche tirate in ballo le particelle quantistiche - Ant-Man dove sei? - per trascinare la vicenda su sentieri sempre più aprioristici, con forzature assortite che raggiungo l'apice in quell'epilogo dove il Fato sembra essere fin troppo magnanimo con i buoni, senza anelli o tecnologie varie questa volta a metterci lo zampino, al fine di propiziare un ipotetico sequel che molto probabilmente non verrà mai realizzato. Effetti speciali che fanno i conti con i limiti produttivi, una colonna sonora poco appagante nelle scene clou e la mancanza di autoironia rendono 57 secondi un film sgangherato, che spreca le suggestioni pur insite nella sceneggiatura con soluzioni poco credibili, tanto che alla fine è lo spettatore a voler essere in possesso di un anello con il quale poter tornare indietro di novanta minuti e impedirsi di premere play sul telecomando.
Conclusioni
Un giovane attivista, reduce dalla scomparsa della sorella gemella morta per dipendenza da antidolorifici, entra in possesso di un rivoluzionario anello che gli permette di tornare indietro nel tempo - seppur per un lasso breve quale quello del titolo - e decide di utilizzarlo per vendicarsi della compagnia farmaceutica produttrice del farmaco. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di 57 secondi, questo thriller dalle contaminazioni sci-fi ambientato in un futuro potenzialmente prossimo ma improbabile, si tinge di suggestioni sempre più forzate e inverosimili. Non è soltanto la farraginosa sceneggiatura, ricca di imprecisioni e cliché, a sminuire progressivamente l'interesse del pubblico, ma anche una messa in scena figlia di certi anni Novanta sul piccolo schermo, dovuta a un budget esiguo. Morgan Freeman quale "illuminato" mentore e Josh Hutcherson nel ruolo principale fanno quel che possono, ma il film rivela una falla dietro l'altra, come fosse stato oggetto di numerose riscritture che hanno reso l'insieme un pasticcio incapace di elevarne le potenzialità, pur presenti nel racconto alla base.
Perché ci piace
- Inizialmente la sceneggiatura sembra offrire alcune suggestioni interessanti...
Cosa non va
- ... ma ben presto si perde in una serie infinita di forzature e inverosimiglianze logiche.
- Una messa in scena povera dovuta ai limiti di budget.
- Manca non soltanto la tensione, ma anche quell'autoironia che avrebbe potuto alleggerire il tutto.