Serially, la piattaforma indipendente italiana di streaming, propone dal 31 ottobre, proprio in corrispondenza con Halloween, la serie 3.33, un progetto piuttosto ambizioso che unisce elementi thriller e horror in modo soddisfacente fino a un epilogo ideato per concludere la storia e al tempo stesso gettare le basi per una possibile conseguenza della storia.
La natura di serie a basso budget, i cui limiti si notano in più passaggi, non limita comunque un risultato soddisfacente che si inserisce senza troppe difficoltà tra le proposte da vedere in binge watching per chi è interessato alle produzioni non mainstream.
La trama della serie 3.33
Al centro della storia c'è Alex (Alessandro Scirea), un ventunenne che è cresciuto da solo con la madre nella loro residenza vicino a un lago situato nella piccola comunità di Trialba. Il suo destino sembra intrecciarsi con quello del Dottor Petroc (Claudio Savina), un anziano psicoterapeuta che indaga su alcuni crimini. Alex inizia poi ad avere degli incubi che lo portano a chiedere l'aiuto di Petrov, che è un esperto nel settore dell'ipnosi regressiva. Un misterioso oggetto ritrovato dal giovane sembra inoltre essere legato a una serie di omicidi del passato e di crimini che stanno accadendo nel presente.
Un progetto che rischia di perdersi sul finale
La serie 3.33 crea un'atmosfera suggestiva grazie alla location in cui è ambientato il racconto e a un intreccio che, almeno nei primi episodi, si concede il tempo di sviluppare i rapporti tra i personaggi e la loro situazione.
La breve durata delle puntate, tuttavia, porta a una seconda metà della stagione in cui gli eventi e le svolte avvengono con fin troppa rapidità.
A non convincere del tutto è inoltre la gestione delle dimensioni temporali che complica forse eccessivamente il flusso della narrazione fino a un epilogo che, nonostante una certa prevedibilità, riesce comunque a risultare per certi aspetti spiazzante.
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Una serie ambiziosa con qualche limite evidente
La natura indipendente della produzione, e gli ostacoli affrontati durante le riprese avvenute nel 2020 mentre era in corso la pandemia, si nota in molti aspetti della serie, ma colpisce in positivo l'attenzione per i dettagli e la cura con cui si sono costruiti gli spazi in cui si muovono i protagonisti. Il protagonista Alessandro Scirea è stato impegnato anche nel delineare l'estetica e lo styling dei personaggi e il suo lavoro è di buon livello, contribuendo in maniera significativa a tratteggiare personalità e situazioni anche a livello visivo.
Un cast che riesce a convincere
L'esperienza di Claudio Savina viene sfruttata bene per infondere al Dottor Petrov un insieme di saggezza e mistero, mentre i giovani protagonisti usano la propria spontaneità e freschezza per mettere in secondo piano qualche difficoltà nell'affrontare le scene più emotivamente impegnative. Tra gli elementi positivi del progetto c'è il buon feeling formato tra i membri del cast che rendono credibili le amicizie e i momenti di interazioni tra i giovani protagonisti, dalla carismatica Brianna interpretata da Letizia Liccati, al fedele Leo che è stato affidato a Loris Iannotti. Un maggior spazio, invece, avrebbe forse meritato il personaggio della madre di Alex: Marta Rizzioli prova a dare sfumature a una presenza che sembra destinata a un'evoluzione che viene invece frenata dal tempo limitato a disposizione all'interno di una struttura narrativa forse fin troppo ambiziosa considerando la breve durata a disposizione.
Un risultato finale poco costante
Non tutti i tasselli dell'intricata rete sovrannaturale vanno al loro posto senza sforzi e bisogna mettere da parte la propria razionalità in più passaggi prima di arrivare alle battute finali, tuttavia 3.33 non sfigura se confrontato con altri progetti di genere italiani dalle caratteristiche simili.
La durata totale della prima stagione permette di vederla nella sua interezza come se fosse un film, ma la suddivisione in puntate risulta forse più utile per evitare di soffermarsi troppo sui punti meno convincenti del progetto che diventano evidenti se accostati in rapida successione.
Conclusioni
Come detto nella recensione di 3.33, la serie risulta una proposta particolarmente adatta alla piattaforma e al target a cui si rivolge grazie a un intreccio piuttosto coinvolgente in cui i rapporti in famiglia e tra amici vengono messi al centro di un contesto che attinge a piene mani ai classici di genere, provando a suscitare qualche brivido ed emozionare quanto basta per rendere i personaggi tridimensionali. Pur pagando un po' la propria ambizione, soprattutto nella seconda metà della stagione, la serie rappresenta comunque una visione interessante, in particolare per arricchire la propria visione del settore indipendente italiano.
Perché ci piace
- La location suggestiva è stata sfruttata molto bene per creare l'atmosfera.
- Il feeling tra i membri del cast sostiene bene la rappresentazione dei legami tra i personaggi.
- Il mix di mistero ed elementi non sovrannaturali è ben equilibrato.
- Il mondo creato per la storia è ricco di dettagli.
Cosa non va
- La natura indipendente del progetto causa una serie di ostacoli non del tutto superati.
- Le interpretazioni non sempre sono convincenti.
- Alcuni dei personaggi sono delineati a grandi linee senza mai andare in profondità.
- La parte conclusiva della storia si evolve in modo fin troppo affrettato e approssimativo.