Un padre ed un figlio si confrontano sul più impervio dei terreni, quello del rapporto uomo-donna e in 10 regole per fare innamorare, nuovo film di Cristiano Bortone, in uscita venerdì 16 marzo in 250 copie grazie a Lucky Red, diventano i protagonisti di un divertente percorso di formazione in cui al genitore spetta solo all'apparenza il ruolo di saggio mentore. Guglielmo Scilla, meglio noto come WillWoosh, uno dei personaggi più amati della rete per i suoi filmati su You Tube, nonché conduttore di un programma per Radio Deejay, duetta con Vincenzo Salemme, per l'occasione chirurgo plastico sciupafemmine che tenta di infondere al suo pargolo tutta la conoscenza conquistata sul campo in anni di duro lavoro. Un'esperienza che si condensa in un decalogo che Renato regala al timido e impacciato Marco con la speranza che il ventenne possa conquistare l'irraggiungibile amore della sua vita, Stefania. Riunito quasi al completo al cinema Barberini di Roma, il cast del film, che comprende anche Enrica Pintore (Stefania, il sogno di Marco), Giulio Berruti (Ettore, il rivale numero uno), Fatima Trotta, Pietro Masotti, Piero Cardano (la cricca di amici che condivide la casa con Marco) e Giorgio Verducci (il saggio proprietario del pub dove si ritrovano tutti), ha incontrato questa mattina la stampa.
Scritto a otto mani assieme a Fausto Brizzi e alla blogger Pulsatilla (i 'cervelli' di Maschi contro Femmine e Femmine contro Maschi) e ad Annalaura Ciervo, la commedia di Bortone rappresenta un cambio inaspettato nella carriera del filmaker romano, apprezzato dalla critica per il precedente lungometraggio, Rosso come il cielo.
Cristiano, come mai hai sentito l'esigenza di metterti alla prova in una commedia sentimentale? Cristiano Bortone: non crediate che i film nascano chissà da quali ragionamenti. Con Fausto ci incontriamo spesso per motivi non lavorativi e assieme discutiamo di tutte le nuove uscite che vediamo, in particolare le commedie. Da sempre eravamo affascinati da questi manuali di auto aiuto, Come far innamorare..., come non farsi lasciare... e via di seguito, e ci siamo detti che avrebbero potuto rappresentare un ottimo spunto per scrivere una sceneggiatura. E poi in tempi di cupezza come quelli attuali ci piaceva l'idea di poter proporre un film leggero, con un argomento che ha da sempre attraversato la storia della letteratura, da Plauto a Rostand. Colgo l'occasione per ringraziare una casa di distribuzione come Lucky Red, tradizionalmente specializzata in opere di un certo spessore, che ha voluto prendersi il rischio di puntare su un prodotto più popolare.
Trovata la storia, dovevi trovare il cast. Come sei arrivato a Vincenzo Salemme e Guglielmo Scilla?Nella scelta del cast mi sono davvero sbizzarrito e ho anche preso qualche piccolo rischio. Ne ho viste tante di commedie 'impacchettate', invece ho voluto assecondare la mia voglia di divertimento e ho messo insieme un gruppo davvero stravagante. Tra i vari attori brillanti del nostro panorama Vincenzo è da sempre uno di quelli che apprezzo di più, uno di quelli in grado di valorizzare sia il lato divertente che quello umano del padre, un aspetto, questo, che traspare a meraviglia nei duetti con Guglielmo. Quanto all'altro protagonista la cosa è stata un po' più complicata, perché non si trovano degli attori ventenni con determinate caratteristiche e i primi provini sono stati disastrosi. Finché qualcuno non mi ha suggerito il nome di Gugliemo. All'inizio ero un po' perplesso perché non capivo cosa c'entrasse un personaggio così particolare con il ruolo di Marco. E poi volevo che recitasse in un certo modo; ma quando si è presentato al colloquio con una delle sue magliette strane e la borsa di Topolino ho capito che poteva succedere qualcosa di particolare e così è stato. Era semplicemente fantastico. Poi ho aggiunto tanti ragazzi giovani e belli come Fatima Trotta, cresciuta a Made in Sud, Giulio Berruti, che mi ha chiesto in maniera specifica di poter fare la parte del cattivo ed Enrica Pintore, che ci ha trascinati con la sua simpatia. Sul set si è davvero creato un legame fortissimo fra tutti loro e si sono sentiti liberi di uscire dagli schemi.
Guglielmo Scilla: io non credo che sia andato come l'ha raccontato lui il provino. Cercavano uno sfigato e hanno trovato me. Fortunatamente mi ero anche scordato tutte le battute e questo ha reso tutto più credibile. Vincenzo, il tuo Renato è un padre sui generis, affettuoso con il figlio, ma forse un po' distratto e irresistibilmente attratto dall'altro sesso... Vincenzo Salemme: in effetti mi è piaciuta molto la contraddizione tra l'essere 'piacione' di Renato e la sua voglia di cercare e salvaguardare valori perduti. Io non ho figli ma sono sempre più convinto che la maggior parte dei problemi di oggi derivino dai rapporti tra padri e figli. I padri di oggi sono poco resistenti e le nuove generazioni pagano caro questo prezzo.
Guglielmo, come hai vissuto fianco a fianco sul set con un attore di grande esperienza come Vincenzo Salemme, in relazione a un tema così delicato come il rapporto tra un padre ed un figlio...
Guglielmo Scilla: è stato bello, ma molto difficile. Io non ho un padre. Da quando si è separato da mia madre, ero molto piccolo quando è successo, lui si è trasferito in Sicilia e non lo vedo mai. Vincenzo sul set non aveva pietà di me, continuava a farmi ridere senza smettere un secondo.
Cristiano Bortone: Vincenzo e Gugliemo si sono amati molto e si sono spesso punzecchiati. Quando li ho incontrati per la prima volta ho percepito che ci fosse questo tipo di energia fra di loro e allora abbiamo lavorato sulle loro situazioni personali arricchendo l'interpretazione e portando realismo alle scene.
Tu sei un re del web. I tuoi video su You Tube ottengono visualizzazioni da primato per non parlare delle pagine Facebook e Twitter. In qualche modo pensi che il confronto con il cinema sia un po' più rischioso? Guglielmo Scilla: la scatola del web non ti protegge affatto, visto che ognuno dice la sua. Ho letto decine di commenti in cui mi si augurava di morire per un carcinoma ai polmoni, altri in cui mi ringraziavano perché gli facevo compagnia mentre erano in ospedale. Diciamo che il web ti fa essere più cosciente di quello che fai, oltre a rappresentare il palcoscenico ideale per coloro che pur essendo bravissimi non hanno altro modo per farsi conoscere. Il cinema non lo considero un nuovo inizio, sarebbe da illusi. Magari ingrasso e non farò più un film, magari Linus mi caccia dalla radio e il libro non vende una copia. Il successo è come carta in acqua e si può dissolvere in poco tempo. Sia in amore che al lavoro sogno con la testa sotto il cuscino perché ho paura delle botte in testa.
Il progetto del libro che hai scritto con Alessia Pelonzi, 10 regole per farla innamorare, è nato prima del film?No, l'idea del libro è nata grazie all'interessamento di Feltrinelli che si è detta favorevole ad un libro ispirato alla storia del film, anche se l'impostazione è completamente diversa, è decisamente più cattivo e meno romantico. Tanto è vero che al mio fianco ho voluto un'amica che rappresentasse il punto di vista femminile. Anche se alla fine ci siamo un po' scambiati i ruoli.
Vincenzo e Cristiano, qual è la vostra idea sul boom dei social network?
Vincenzo Salemme: non penso nulla di male, anzi trovo che sia un modo di comunicare nuovo. Se uno è bravo e sfrutta questi canali perché non dovrebbe avere successo? Quando io ero giovane dovevo prendere il pullman per farmi vedere da trenta persone in un teatro, oggi è divero e sono felice che i ragazzi possano vivere in un'epoca così veloce. Sono tuttavia convinto che conta la persona. Se Guglielmo resterà così e se riiscirà a mantenere intatta la natura, il successo lo potrà solo aiutare, al di là delle frasi fatte. Se dimentichi chi sei ti può rovinare.
Cristiano Bortone: è straordinario vedere la bravura di questi ragazzi che impazzano sul web. Scrivono, girano, montano e promuovono tutto da soli, sono davvero perfetti e mi fanno sentire anacronistico. Ricordo quanto si discusse negli anni '70 sulla televisione a colori. Fummo gli ultimi in Europa a seguire la scia perché si diceva che corrompesse le menti. Oggi se pensiamo al bianco e nero ci mettiamo a ridere, così come è accuduto con i telefonini e le mail. Può cambiare il contenitore, la modalità di fruizione, ma l'essenza è la stessa, la voglia di raccontare storie sulla vita e sull'amore. E' un'esigenza profondo che non cambierà a seconda di come la racconteremo.