Quando si pensa ad un film per famiglie solitamente viene in mente un tipo di pellicola contente delle tematiche universali, raccontate attraverso un linguaggio semplice e, soprattutto, una struttura non complessa, che lavora per sottrazione. La difficoltà a quel punto diventa riuscire a creare qualcosa di significativo, pur in una dimensione immaginativa più diretta possibile. 10 Lives - Un Gatto Fortunato costituisce, in questo senso, un eccezione.
Christopher Jenkins, dall'alto di una carriera lunghissima nel mondo dell'animazione (anche se è, incredibilmente, solo al suo secondo film come regista), prova a dar vita ad una pellicola solo apparentemente ascrivibile alla tipologia di cui sopra, ma in realtà incredibilmente difficile, almeno per quanto concerne i termini strettamente narrativi. Una sperimentazione per conciliare un'ambizione di story telling più alta e difficilmente conciliabile con i canonici film per famiglia.
Ed effettivamente il risultato è altalenante, perché, sebbene alla fine della fiera la pellicola riesca efficacemente a trattare tutte le tematiche che si prefigge di affrontare, la storia risulta piuttosto squilibrata, aprendo tante parentesi, non riuscendo ad esaurirle e collegare tutte e perdendo ogni tanto l'inerzia della storia, anche, probabilmente per motivi di budget. Parliamo di una pellicola di neanche 90 minuti con un immaginario esile, ma un impianto molto ampio.
10 Lives - Un Gatto Fortunato: le tante vite di Beckett
La vita, anzi le vite, dei gatti sono veramente difficili, specialmente quando, sin da quando sono cuccioli, si ritrovano a vagare per strada senza una meta che possa anche lontanamente somigliare ad un focolare domestico, dove poter stravaccarsi al caldo. Una condizione data troppo spesso per scontata rappresenta per tanti un sogno irraggiungibile.
10 Lives - Un Gatto Fortunato inizia da un micio senza tetto, che riesce (con le sue armi) a conquistare l'amore di una giovane ricercatrice di nome Rosa, incontrata a seguito di un quasi incidente, la quale decide di prenderlo con sé dopo averlo in un primo momento portato in un rifugio per animali. Il micio con lei "rinasce" sotto il nome di Beckett (per dei motivi che non stiamo qui a svelarvi), divenendo presto un giovane gatto grasso, pigro, viziato e molto geloso. E come biasimarlo dopo un'infanzia come la sua... peccato però che abbia perso ogni tipo di consapevolezza riguardo alla fortuna che gli è piovuta dal cielo.
Tutto va bene tra loro: lui poltrisce e lei lavora con le sue api per consegnare al suo mefistofelico professore universitario un brevetto in grado di risolvere un problema che sta affliggendo la vita degli insetti più importanti per il genere umano. I problemi arrivano sotto forma dell'ex fidanzato di Rose, che si presenta a casa loro provocando la rabbia di Beckett, che nel tentativo di scacciarlo perde la sua ultima vita. L'unica cosa che gli rimane da fare, quando arriva si trova in Paradiso, è supplicare per un'ultima possibilità per tornare dalla sua Rose. Gliene saranno date ben nove, ma starà a lui riuscire a non sprecarle di nuovo.
Un film squilibrato ma dal messaggio importante
La storia di 10 Lives - Un Gatto Fortunato ne racchiude almeno altre tre. C'è quella di un gatto che trova l'Eden con l'adozione di una giovane sognatrice, per poi perdere tutto e trovarsi costretto ad interrogarsi sui perché. Una storia d'amore tra due persone che si ritrovano uniti da delle ideologie comuni e quella di un capitalismo malvagio che vuole sostituire la Natura e controllare l'umanità. Tante cose insieme che, se da una parte rendono ricco l'immaginario filmico, dall'atra ne appesantiscono enormemente la struttura, costringendola a delle ovvie flessioni.
Il focus è quello di creare un grande omaggio a coloro che da sempre dedicano tutte le loro fatiche alla salvaguardia degli animali in modo da poterli affidare ad altre persone. Angeli nonché simboli dell'importanza di essere protagonisti di una vita piena (cosa che deve imparare il protagonista, che avendone 9 non dà loro il giusto peso), il tutto con un messaggio green e ambientalista. Il problema è come si è deciso di mettere tutto quanto insieme in un film.
10 Lives - Un Gatto Fortunato vive, insomma, di alti e bassi. Inevitabile per un film che va avanti sopra le proprie possibilità, parlando della vicenda ultraterrena di un gatto che deve redimersi fuori tempo massimo usando le reincarnazioni e mischiandole con robot, formule fantascientifiche e piani apocalittici e, nel farlo, alterna soluzioni narrative in medias res, momenti canterini e una marea di espedienti comici ripetitivi e a tratti poco efficaci. Una pellicola che nel suo esondare da sé stessa trova una quadra solo per il messaggio che veicola.
Conclusioni
A differenza della maggior parte dei titoli per famiglie, 10 Lives - Un Gatto Fortunato, pur mantenendo la voglia di raccontare tematiche universali, decide per una struttura complessa, più grande delle proprie capacità. Christopher Jenkins dirige un film d'animazione dal grande messaggio, ma rischia giocando con un immaginario ampio e uno storytelling così grande da costringere la pellicola ad essere squilibrata. Per sua fortuna il focus rimane però sempre in linea e ciò le permette di trovare una quadra di fondo.
Perché ci piace
- La tematica di fondo è importante.
- Il focus non si perde mai del tutto.
- La portata delle ambizioni ma...
Cosa non va
- ... penalizzante per la struttura.
- Il film è spesso squilibrato e appesantito.
- I personaggi sono abbastanza piatti.