"Era meglio il libro". Quante volte abbiamo sentito questo commento a proposito di un film? Tanto che è una frase che ormai si usa in senso ironico, in senso preventivo, prima ancora di vedere un film. Le trasposizioni da libro a film sono sempre qualcosa di delicato, da prendere con le pinze. È capitato che ci siano stati dei film che, rispetto ai libri, siano risultati deludenti. Ma è anche vero che, da grandi libri, sono stati tratti grandi film. Per farsi un'idea di che cosa può scaturire dal passaggio dalla carta alla celluloide, anche se ormai si parla di digitale, andiamo a vedere 10 film tratti da grandi libri da riscoprire in streaming. Sono tutti disponibili su Infinity+, nella collection "Dalle pagine allo schermo". Buona lettura, anzi buona visione.
1. Dune (1984)
Dune di Frank Herbert, uscito nel 1965 e primo di una saga di sei libri, è una pietra miliare della fantascienza. Prima dell'adattamento di Denis Villeneuve, Dune è arrivato sul grande schermo con il film prodotto da Dino De Laurentiis e diretto da David Lynch nel 1984. Erano gli anni in cui Star Wars era diventato un successo globale, e Dino De Laurentiis aveva deciso di girare la sua space opera: aveva notato David Lynch, reduce dal successo del poetico Elephant Man, e gli aveva proposto il progetto. Lynch girò Dune come un film di gangster o una tragedia shakespeariana. È la storia di due famiglie, gli Atreides e gli Harkonnen, che si sfidano per amministrare il pianeta Arrakis, detto anche Dune, arido e inospitale, dove però cresce la preziosa spezia, sostanza che eleva la mente e permette di viaggiare senza spostarsi. Nel Dune di Lynch c'è quel gusto del grottesco e dell'eccesso che sarebbe diventato una delle sue cifre stilistiche. La scelta del produttore di ridurre il film a due ore e 17 costrinse Lynch a tagliare il film e ad affrettare la storia. Ma è un film che oggi va rivisto e va rivalutato, perché dentro ci troviamo molti aspetti del David Lynch che avremmo visto negli anni a venire.
Dune e Star Wars: due galassie così lontane e così vicine
2. Trainspotting (1996)
Una batteria arrembante, in quattro quarti, un basso pulsante. È il famoso incipit di Lust For Life di Iggy Pop, la canzone che accompagna la corsa a perdifiato di Mark Renton, alias Ewan McGregor, nella prima scena di Trainspotting, il film di Danny Boyle tratto dal provocatorio romanzo omonimo di Irvine Welsh. Trainspotting è stato un film epocale: eravamo alla metà degli anni Novanta e si era creato il terreno fertile per creare qualcosa di nuovo. Si erano dispersi i fasti degli anni Ottanta, era finita l'era Thatcher e doveva iniziare l'era Blair: si potevano sollevare i veli su una Gran Bretagna che era molto lontana da quella terra promessa sognata da tutti, e vederne le crepe. Nel cinema americano era passato Tarantino, e in tanti hanno visto che un nuovo cinema era possibile. E la musica era tornata a una fase di sperimentazione, nascevano nuove tendenze, come la scena rave e techno (gli Underworld) e il britpop (i Blur) si riscoprivano i grandi del passato (Iggy Pop, Lou Reed, New Order, Blondie). In Trainspotting c'era tutto questo: il film di Danny Boyle coglieva l'anima del libro con uno stile di cinema irriverente, sporco, frenetico, che ne faceva un diamante grezzo e punk. Al centro di tutto c'era la droga, mostrata senza alcuna fascinazione, ma con scene raccapriccianti.
3. Il Signore degli Anelli - La compagnia dell'Anello (2001)
Parliamo del "libro" per eccellenza, il romanzo (o i romanzi) con cui intere generazioni sono cresciute. Il Signore degli Anelli è il romanzo fantasy per eccellenza, e la saga di Peter Jackson è diventata al cinema la saga fantasy per eccellenza, quella che per anni si è tentato di replicare. Peter Jackson è riuscito a ricreare alla perfezione la Terra di Mezzo a immergerci in modo perfetto in quel mondo. Peter Jackson è così diventato il curatore dell'eredità di J.R.R. Tolkien, colui che ha acquisito il diritto di trasformare in immagini in movimento quell'universo che fino a quel momento era vissuto solo nell'immaginazione (illustrazioni e un vecchio film d'animazione a parte) di milioni di lettori. Peter Jackson è riuscito a creare uno spettacolo che pochi, fino a quel momento, sono stati in grado di proporre, a partire dai tanti che hanno provato a lanciare saghe fantasy dopo il successo de Il Signore degli Anelli. La magniloquenza dei set e delle creature digitali, grazie alla Weta Digital, ne Il Signore degli Anelli è stata magistrale. Ed è ancora perfetta se vista 20 anni dopo. Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello è il film che ha dato inizio a tutto, e che ha creato lo status di Jackson, ormai tra i pochi in grado di stare stabilmente nel gotha dei grandi creatori di mondi, come Lucas, Spielberg, Cameron. La materia di Tolkien, probabilmente, in mano a qualcun altro non avrebbe avuto lo stesso effetto.
Il Signore degli Anelli - La compagnia dell'anello: i 15 momenti indimenticabili
4. Arrival (2016)
Prima di affrontare dei grandi classici della fantascienza, come Dune e come Blade Runner, che vedremo fra poco, Denis Villeneuve ha fatto le prove girando Arrival, opera di fantascienza sui generis basata sul racconto Storia della tua vita, incluso nell'antologia di racconti Storie della tua vita (Stories of Your Life and Others) di Ted Chiang. Arrival è un film particolare, che ha tempi dilatati e un fascino insinuante. Al centro c'è Louise (Amy Adams), una donna che, dopo la morte della figlia, non ha niente da perdere. E non ha neppure paura degli alieni a sette zampe che, su dodici navicelle dalla forma di ciottoli neri, arrivano sulla terra. Nel solito dualismo che si scatena nei film americani, Louise è una di quelle persone che punta sul dialogo invece che sulla guerra, a fare "ponti più che muri". Arrival è un thriller dall'anima più che un classico film di fantascienza, con un finale che gioca con il tempo e chiude i cerchi aperti in maniera perfetta. Arrival è soprattutto un film di Villeneuve, un regista che usa il genere per scandagliare a fondo la natura umana. Qui ci riesce alla perfezione.
5. Blade Runner 2049 (2017)
Blade Runner 2049 è ancora diretto da Denis Villeneuve, ed è il sequel di un film entrato nella leggenda. Blade Runner nasce da un libro di Philip K. Dick, Do Androids Dream Of Electric Sheep?, da noi noto con il titolo originale, Gli androidi sognano pecore elettriche? ma anche come Il cacciatore di Androidi e Blade Runner. Si tratta di un libro pieno di spunti, ma anche piuttosto minimale, a cui Ridley Scott, nel 1982, riuscì a dare una forma visiva mirabile, che Villeneuve ha ripreso. La storia segue di trent'anni quella del primo Blade Runner, ambientato nel 2019. Dopo un blackout che ha azzerato archivi e database, e il fallimento della Tyrell Corporation, che produceva i replicanti, la compagnia è stata assorbita da quella di un nuovo tycoon, Neander Wallace che ha fatto la sua fortuna producendo sostanze alimentari dopo il crollo degli ecosistemi, nel 2020. I replicanti ora sono diversi: sono obbedienti. Ci sono ancora i vecchi modelli, i Nexus 8, e quindi rimangono i cacciatori di androidi, detti blade runner. Uno di questi, l'ufficiale K (Ryan Gosling), scopre un segreto che potrebbe cambiare il destino dei replicanti, e che lo porta a incontrare Deckard (Harrison Ford).
Da Arrival a Blade Runner 2049: la nostalgia del futuro secondo Denis Villeneuve
6. La torre nera (2017)
Stephen King è forse lo scrittore con più adattamenti per il grande schermo, insieme a Philip K. Dick e a un certo William Shakespeare. Il Maestro dell'Orrore, che tra l'altro è presente anche in film e serie che non sono tratte dalla sua opera, ma sono "kinghiane" nell'anima (da Midnight Mass e Stranger Things) ha visto i suoi libri diventare film come Shining, It, Cujo, Pet Sematary, La zona morta e La metà oscura. E ci fermiamo, perché qui parliamo de La Torre Nera, una vera e propria saga che mescola fantasy, fantascienza, horror e western. È ambientata in una terra in disfacimento, il Medio-Mondo: Roland, un pistolero, è l'eroe che forse può salvarla. Per farlo, dovrà raggiungere la Torre Nera, che è il punto d'incontro tra il tempo e lo spazio. E dovrà farlo prima dell'arrivo di un pericoloso stregone. La torre nera nel 2017 è diventata un film, diretto da Nikolaj Arcel. Per il ruolo di Roland, per cui Stephen King si era ispirato a sua volta al cinema, al Clint Eastwood dei film di Sergio Leone, è stato scelto Idris Elba, mentre Matthew McConaughey nel ruolo di Randal Flagg. È l'occasione per conoscere un King che magari è meno noto al grande pubblico.
7. Chiamami col tuo nome (2017)
Chiamami col tuo nome, il film di Luca Guadagnino, è noto a tutti per la sceneggiatura scritta da James Ivory, vincitrice del premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. Ma forse non tutti danno che è un adattamento cinematografico del romanzo Chiamami col tuo nome di André Aciman. Chiamami col tuo nome (Call Me By Your Name) è la storia dell'educazione sentimentale di un diciassettenne, Elia, iniziato al sesso prima da un'amica e poi da un ragazzo più adulto (Arnie Hammer). Chiamami col tuo nome è la storia di una scoperta della propria omosessualità, ma anche la storia di una crescita, e la riflessione sulla possibilità di vivere in un mondo che permetta di essere chi si è realmente, di trovare il proprio posto. Chiamami col tuo nome è il film che consacrato definitivamente Luca Guadagnino a livello internazionale.
Chiamami col tuo nome: l'estate calda delle prime volte
8. Moschettieri del Re: La penultima missione (2018)
Moschettieri del Re: La Penultima Missione è chiaramente in tutto e per tutto un film di Giovanni Veronesi. Ma è chiaro che si ispira ai celebri romanzi di Alexandre Dumas I tre moschettieri e Vent'anni dopo. Nella visione di Veronesi i moschettieri sono soprattutto quattro amici: Pierfrancesco Favino è D'Artagnan, Valerio Mastandrea è Porthos,. Rocco Papaleo è Athos e Sergio Rubini é Aramis. Mettete questi ragazzi insieme e vi strapperanno sicuramente un sorriso. Nel film allora c'è Alexandre Dumas e i romanzi che leggevamo da ragazzi, ma c'è soprattutto una serata da passare con dei vecchi amici, tale è l'affiatamento tra gli attori e la nostra familiarità con loro. Il film di Veronesi si muove tra la Commedia dell'Arte e L'armata Brancaleone di Mario Monicelli, maestro indiscusso di un tipo di cinema che oggi non si fa quasi più.
9. La paranza dei bambini (2018)
La paranza dei bambini è tratta dal romanzo omonimo di Roberto Sviano, l'autore di Gomorra, ed è una storia sorprendente. A dirigere c'è Claudio Giovannesi, che si era già confrontato con la personalità di Roberto Saviano girando alcune puntate della serie tv Gomorra. Ma ne La paranza dei bambini si confronta anche con Matteo Garrone, regista del Gomorra cinematografico. La paranza dei bambini potrebbe essere uno spin-off di Gomorra: si parla infatti di bambini soldato, ragazzini imberbi al soldo della Camorra, un tema che era già al centro di due degli episodi del film del 2008. Ma La paranza dei bambini non dà mai l'impressione di essere già visto. Racconta, con una semplicità disarmante di causa-effetto, le storie ragazzi di 15 anni che non lavorano né vanno a scuola; però vogliono uscire, amano le ragazze, i vestiti e le discoteche. Quindi hanno bisogno di lavorare: e i clan della Camorra sono i datori di lavoro più immediati, disponibili, generosi. Il film è sconvolgente per come racconta la normalità del passare da una vita onesta a una criminale.
La paranza dei bambini, la recensione: L'innocenza perduta di una generazione
10. Un piccolo favore (2018)
Un piccolo favore (A Simple Favor), il film di Paul Feig, è l'adattamento cinematografico del romanzo del 2017 A Simple Favor di Darcey Bell. Le protagoniste sono Anna Kendrick e Blake Lively, nei panni una madre single vedova che gestisce un vlog di ricette e di una dirigente di una compagnia di moda, I figli vanno a scuola insieme e così loro diventano migliori amiche, incontrandosi anche per far giocare insieme i ragazzi. Tra aperitivi le due donne si scambiano delle confessioni. Quando una chiede all'altra un piccolo favore, di fare da babysitter al figlio, le cose cominciano a complicarsi.