A più di sei anni dal primo ciak, Il mercante di stoffe arriva al cinema dal 13 maggio distribuito da Microcinema in venti copie avvalendosi di una storia dal gusto antico all'interno della quale sono state inserite le tematiche sempre più attuali dell'integrazione culturale e della discussa condizione femminile nella società islamica. A sostenere il progetto nel duplice ruolo di attore e produttore è Sebastiano Somma che, nonostante debba gran parte della sua popolarità alla televisione, non riesce a dimenticare il suo amore giovanile per il cinema. Realizzato tra il Marocco e L'Italia, il film ha avuto una lunga gestazione caratterizzata da intoppi e passi falsi produttivi che il protagonista e il regista Antonio Baiocco hanno cercato di superare per permettere alla pellicola di vedere finalmente la luce.
"Nel 2005 il film ha ricevuto i finanziamenti del Ministero per i beni e le attività culturali eppure rischiava di essere condannato all'oblio a causa di vicende complesse legate alla precedente produzione - racconta Somma durante la presentazione romana tenutasi al Nuovo Cinema Aquila - _Così, dopo ripetute interruzioni ed un arresto che sembrava definitivo, ho deciso di prendere il controllo della situazione diventando esecutore del progetto. La testardaggine, l'occasione artistica e la convinzione di non perdere denaro pubblico mi hanno portato a bussare alla porta dei dirigenti del ministero e degli uffici preposti. Il mio scopo non era di chiedere un ulteriore finanziamento ma solo quello di portare a termine il lavoro". _
Altrettanto caloroso il commento del regista Antonio Baiocco che, come un padre amorevole, difende la sua creatura nata e cresciuta sotto una stella capricciosa. "Con i mezzi avuti a disposizione abbiamo fatto un miracolo. Pensate solamente al lavoro dei nostri attori costretti a tornare sul set dopo sette o quattro mesi per riprendere il lavoro da dove lo avevano lasciato. Questo film potrebbe avere molti difetti dal punto di vista drammaturgico o nella realizzazione ma per quanto riguarda l'impegno e la passione abbiamo dato veramente il massimo."Ambientata alla fine del ventennio fascista in concomitanza con la guerra d'Africa, la vicenda si concentra sull'amore intenso quanto proibito tra Alessandro, mercante di stoffe italiano, e Najiba (Emanuela Garuccio), promessa sposa di un giovane marocchino fin troppo tradizionalista e oscurantista. Ad intralciare questa passione e a rendere irrealizzabile il loro futuro sono un insieme di tacite norme sociali che caratterizzano la distanza tra occidente e oriente. "Il mondo arabo mi affascina - dichiara Baiocco - sono stato in Marocco e Algeria abbastanza tempo da rimanerne conquistato. Anche per questo non ho voluto puntare il dito contro nessuno evitando d'inserire riflessioni sulla differenza religiosa o culturale. Più semplicemente ho voluto raccontare una storia d'amore e dedicarla a tutte quelle donne morte nel nome del sentimento. D'altronde, se volessimo parlare della violenza di cui sono vittime non avremmo bisogno di andare poi così lontano."