Recensione Four Lions (2010)

Il brillante autore britannico esordisce al cinema dirigendo una commedia da brivido davvero pazzesca, dove la farsa illumina il moderno jihadismo e le situazioni tragicomiche in cui i protagonisti si ritrovano mettono in risalto le fragilità e le paure di quattro improvvisati terroristi.

Martiri per caso

Londra. Quattro giovani appartenenti ad una cellula islamica stanno progettando un attentato. Omar è stanco di essere guardato con sospetto, è stanco dei pregiudizi e della superficialità del mondo occidentale nei confronti dei musulmani ed è deciso a portare a termine il piano, a qualunque costo. Vorrebbe agire da solo, o al massimo in coppia con l'amico Waj, ma ad opporsi a questo improvvisato piano kamikaze sarà Barry, un bianco convertito all'Islam per dar sfogo al suo fanatismo e alla sua eccentricità, e non per reale convinzione. Del gruppo fa parte però anche Faisal, l'unico capace di costruire ordigni ma anche l'unico terrorista che potrebbe decidere di montare una bomba sulle zampe di un corvo per poi lanciarlo fuori dalla finestra, o ancora peggio di acquistare tutto l'occorrente in quantità industriali nel negozio sotto casa.
Il problema è che tutti loro messi insieme non arrivano all'intelligenza di una capra, figuriamoci se riescono a progettare un attentato senza farsi scoprire. Quando Omar e Waj partono per un periodo di addestramento in Pakistan, Barry, non sapendo come complicare ulteriormente le cose, decide di reclutare un altro combattente, il rapper Hassan. Dopo aver combinato un disastro dopo l'altro i due tornano alla base e, dopo un violento scontro tra Omar e Barry per la leadership, finalmente l'idea geniale: il loro martirio si compirà nel nel mezzo della maratona cittadina, quando travestiti da pupazzi giganti si faranno esplodere tra la folla...


Per la prima volta il cinema affronta in modo originale e parodistico il tema del terrorismo islamico e lo fa in Four Lions delineando personaggi adorabili, al limite della follia, paradossalmente alienati nei confronti della cultura da cui provengono, uomini che non sanno in cosa credere e si rifugiano nel martirio. Lungi dall'essere un film a favore o contro la religione, Four Lions tratta la realtà nuda e cruda che c'è dietro al sacrificio, dietro alle scelte drastiche che questi uomini devono compiere per sentirsi 'parte' di un mondo che sentono sta sfuggendo loro di mano. L'imperscrutabile mondo dell'estremismo mostrato con coraggio e brillantezza in tutta la sua umanità, usando la scintilla del conflitto interiore, gli eccessi e gli errori dei personaggi, per portare a galla il parallelismo tra strategia del terrore e demenzialità.
Il brillante autore britannico Chris Morris esordisce al cinema dirigendo una commedia da brivido davvero pazzesca, dove la farsa illumina il moderno jihadismo e le situazioni tragicomiche in cui i protagonisti si ritrovano mettono in risalto le fragilità e le paure di quattro improvvisati terroristi in cerca sì di rivalsa nei confronti del mondo occidentale, ma soprattutto di un obiettivo importante da portare a termine nella vita.

Girato a Sheffield (non a Londra come può sembrare), il film è frutto di tre anni di ricerche e indagini in cui Morris ha parlato con esperti di terrorismo, imam, poliziotti, servizi segreti e centinaia di musulmani formati alla jihad, anche combattenti, che gli hanno raccontato come la farsa fosse all'ordine del giorno in certe situazioni.
Nonostante la difficoltà del tema, il film ha trovato per fortuna una produzione e anche una distribuzione (in Italia il film arriverà in sala grazie alla Videa-CDE), faticando non poco per riuscire a mantenere intatto il finale della storia, nel mirino di produttori e distributori per la potenza delle immagini e del messaggio che vuole lanciare. Il risultato ha premiato gli sforzi e la convinzione degli autori perchè questa commedia ultra dark dal gusto british si pone tra le migliori viste negli ultimi anni.
L'esito finale sarà totalmente inaspettato, snocciolato con humor nero e tanto cinismo negli ultimi rocamboleschi e tesissimi minuti. Da non perdere.

Movieplayer.it

4.0/5