Recensione Winx Club 3D - Magica Avventura (2010)

L'introduzione della tridimensionalità non basta a distogliere l'attenzione dalla sceneggiatura confusionaria e pasticciona di questo secondo lungometraggio animato di Straffi, in cui le sue fatine hanno a che fare davvero con troppi problemi.

Amori, incantesimi e (troppe) altre cose

Il successo delle leggiadre fatine Winx sembra non avere mai fine. Quattro stagioni televisive, più la quinta in arrivo a gennaio, un lungometraggio per il cinema, una pletora di action figures, albi di figurine, giornalini, e perfino un musical e uno spettacolo sul ghiaccio, ma ancora la fame delle bambine per incantesimi, folletti e fidanzatini non si è placata. Si presenta con questo curriculum Winx Club 3D - Magica avventura, fuori concorso nella sezione Alice nella città e per l'occasione accompagnato dall'accessorio del momento: la stereoscopia. In ideale continuità con la precedente pellicola cinematografica, qui troviamo Bloom finalmente riunita con i propri veri genitori, i regnanti del pianeta Domino, e calata alquanto malvolentieri nel ruolo di principessa. Almeno finché l'amato Sky, anch'egli principe ereditario, non le chiede di sposarlo. Ma la felicità dei due è di breve durata, perché un antico segreto minaccia di rendere impossibile l'unione tra i rispettivi regni. Inoltre, le perfide streghette Trix, nemiche giurate del sestetto fatato (di Roxy, settimo membro del gruppo, introdotto nella quarta stagione televisiva, non c'è traccia), si sono alleate con le streghe antenate per manipolare il mitico albero della vita e eliminare per sempre tutta la magia positiva. Tra coppie che scoppiano, genitori in lotta, poteri altalenanti e forze oscure in azione, non ci sarà un attimo di pace per le affascinanti fatine.


Ed è proprio questo affastellarsi di situazioni uno dei maggiori difetti della pellicola: tra problemi sempre nuovi e continui cambiamenti delle carte in tavola, la storia non riesce ad avere uno sviluppo armonico e coerente. La mole di argomenti trattati, dal difficile rapporto tra genitori e figli, al valore della collaborazione, della fiducia reciproca e dell'amicizia, alla necessità di perdonare e di dimenticare i propri errori, sarebbe stata sufficiente a riempire un'intera serie televisiva; condensare tutti questi contenuti in un'ora e mezza ha significato il doverli risolvere in maniera sbrigativa e superficiale. Un difetto, questo, che potrebbe passare in secondo piano per le spettatrici in età prescolare, che però non sembrano essere il preciso target d'elezione della pellicola, vista l'enfasi posta sulla valenza glamour di vestiti e accessori delle ragazze, nonché sulle loro vicissitudini romantiche.
Discutibili anche alcune scelte di regia: l'ipercinetismo delle telecamere, probabilmente usato per mascherare la non eccessiva fluidità delle animazioni, inficia spesso la comprensione delle scene di combattimento, oltre a rivelarsi del tutto inopportuno nelle sequenze dal contenuto meno concitato. Dal punto di vista tecnico la componente tridimensionale è ben realizzata, sebbene se ne faccia un uso espressivo abbastanza banale, teso a spettacolarizzare gli incantesimi delle ragazze e nulla più. Questa scelta appare tanto più uno spreco se si pensa al modo in cui alcune ambientazioni di una certa suggestione (una fra tutte, la stanza tridimensionalmente impossibile di escheriana memoria) avrebbero potuto essere esaltate dalla stereoscopia.

Nonostante il notevole, e costoso, sforzo tecnico necessario a far approdare il cinema d'animazione italiano nell'era del 3d, Winx Club 3d - Magica avventura non può rappresentare un prodotto di futuro riferimento per il genere. Con un budget decisamente più irrisorio, magari non attingendo alle sovvenzioni statali destinate ai film di interesse culturale, e un'attenzione più marcata a sceneggiatura e dialoghi, si sarebbe potuto realizzare un film in grado di parlare anche ai più grandicelli. Senza contare che, onde diventare spettatori consapevoli e ribellarsi all'ormai inarrestabile livellamento dell'intrattenimento verso il basso, anche i piccoli meritano delle pellicole di qualità.

Movieplayer.it

2.0/5