Come tanti comedian, anche Tina Fey e Steve Carell devono molto al piccolo schermo: sono infatti da diversi anni i protagonisti indiscussi dei giovedì sera della NBC - e di awards show prestigiosi come Primetime Emmy e Golden Globe televisivi - con i loro 30 Rock e The Office. Prima della metà degli anni Zero e del lancio dei due comedy show, il primo ideato e scritto dalla Fey, il secondo "importato" dalla britannica BBC grazie a Ricky Gervais, lei era sceneggiatrice e, dal 1997, capo del reparto scrittura dello storico Saturday Night Live, e lui un comico emergente che aveva ottenuto ruoli di un certo rilievo in commedie popolari come Anchorman e Un'impresa da Dio. L'exploit, per Carell, arrivò con il ruolo dell'imbarazzante Michael Scott di The Office, e nello stesso anno, il 2005, con quello del timido Andy Stitzer nell'instant classic di Judd Apatow 40 anni vergine, mentre la popolarità di Tina Fey in USA è stata in crescita costante e ha raggiunto l'acme durante l'ultima campagna presidenziale grazie all'irresistibile parodia del governatore dell'Alaska Sarah Palin.
Ma i nostri non hanno in comune soltanto l'egida della NBC, o l'arrivo relativamente recente al grande successo. Sono infatti i "colpevoli" di una sorta di new wave della comicità americana che prende le mosse nell'intelligenza, nell'umiltà e nel talento multiforme: la Fey, già promettente sceneggiatrice della teen comedy al vetriolo Mean Girls, è oggi autrice rispettata che si è fatta spazio anche di fronte alle telecamere grazie a una straordinaria autoironia, semplicità e freschezza, mentre Carell ha dimostrato nel suo lavoro successivo a 40 anni vergine un talento indiscusso in ruoli prettamente comici ma anche romantici (L'amore secondo Dan) e semi-drammatici (Little Miss Sunshine). Un attore a trecentosessanta gradi, quindi, e un'autrice dall'impronta molto personale, caratterizzati dalla capacità di prendersi in giro, due figure uniche o quasi in un ambito duro e competitivo che spesso favorisce i veterani e i "professionisti della risata" provenienti dalla stand-up comedy, più carismatici ma anche più egotici, come gli Steve Martin, gli Eddie Murphy o i Jerry Seinfeld. A proposito di Seinfeld, c'è un abisso tra il modo di porsi del suo personaggio nella sit-com eponima - e quello delle sue co-star, tutte egoiste, nevrotiche, superficiali e politically incorrect - e le personae televisive di Fey e Carell, così umane, fragili e abbordabili. Lo spirito stesso di The Office e 30 Rock è parimenti ben diverso da quello di Seinfeld e, per utilizzare un paragone forse più appropriato, da quello del caustico The Office britannico e da quello del nostro impareggiabile Boris: siamo sempre di fronte a show sarcastici e graffianti, ma dal cuore tenero, perché le battute, i corpi, le improvvisazioni di Tina Fey e Steve Carell suscitano nello spettatore simpatia e immedesimazione.
Per queste ragioni il connubio Fey/ Carell, oltre a entusiasmare il pubblico dello storico giovedì sera NBC, nello slot orario che fu di Cin Cin, Friends e Seinfeld, incuriosisce anche nella sua prima manifestazione cinematografica: i due colleghi sono infatti insieme in Notte folle a Manhattan, nei panni di una normalissima coppia della middle class la cui tradizionale uscita del sabato sera prende una piega davvero inaspettata. Un'avventura perfetta per due "ragazzi della porta accanto" con una vena di genio comico, e una grande occasione per loro di avvicinarsi al pubblico cinematografico più vasto con una commedia di grande appeal che negli Stati Uniti ha fatto ottimi incassi. Vedremo cosa succederà qui da noi, dove il traino dei due show ha, ovviamente, minore peso; per chi amerà questa strana coppia la metà di quanto l'ama chi scrive, il nostro consiglio è di esplorare il loro lavoro - televisivo e non, e magari in lingua originale - per scoprire le gesta di due ingegnosi e buffi antieroi della commedia stelle e strisce.