In occasione delle riprese di Prince of Persia: Le sabbie del tempo - atteso nelle sale per il 26 maggio 2010, ai Pinewood Studios, alle porte di Londra, l'atmosfera è di gran fermento. Dopo aver girato gli esterni in Marocco lo scorso luglio, la troupe si è spostata negli Studios britannici per completare le riprese nei teatri di posa, famosi soprattutto per ospitare le gesta cinematografiche dell'agente segreto 007. Durante la nostra visita sul set del film, abbiamo avuto l'opportunità di incontrare il produttore Jerry Bruckheimer e i tecnici impegnati ad assicurare al film un'elevata qualità sotto ogni profilo.
Ispirata all'omonimo videogame che ha spopolato sulle console di tutto il mondo negli scorsi anni, la storia trova quindi la via di Hollywood grazie al Re Mida del genere avventuroso ed action. "Si tratta di un film completamente diverso rispetto a tutto quello che è stato fatto finora - ci racconta Bruckheimer - La storia è ambientata in un periodo molto interessate che non si vede al cinema da tanto tempo e mette insieme fantasy, realtà, dramma e commedia, un mix inedito che può contare su incredibili effetti speciali e location dal grande fascino". A dirigere Prince of Persia: The Sands of Time è Mike Newell, che Bruckheimer definisce "il regista più adatto a combinare elementi quali dramma, avventura e humour in un film d'intrattenimento". Il celebre produttore de I pirati dei Caraibi è convinto che "nei prossimi anni sarà sempre più frequente una reciproca influenza tra videogame e cinema". Intanto i fan di Prince of Persia attendono con ansia di poter godere delle gesta del loro eroe sul grande schermo, ma dovranno aspettare fino alla primavera del 2010, quando la complessa fase di post-produzione sarà finalmente terminata.
"Il film è ambientato nella Persia del Cinquecento - racconta la Rose - Dovevamo quindi restituire il 'sapore' di quel periodo, sia attraverso i costumi che attraverso i copricapi. Bisognava tenere in considerazione inoltre il gran caldo che avrebbero patito gli attori in Marocco, ideare costumi che si adattassero al meglio a quelle condizioni e fossero perciò leggeri e comodi da indossare. Il nostro intento, comunque, era non stravolgere il look dei personaggi del videogioco, per non deludere gli appassionati".
Il gioco di Prince of Persia ha quindi rappresentato una linea guida importante nella realizzazione dei costumi, ma Penny Rose ammette che nel disegnare gli abiti ha tenuto conto anche del target al quale si rivolge il film e delle esigenze degli attori: "Prince of Persia è un film Disney, diretto innanzitutto a un pubblico giovane che ha bisogno di identificarsi con i personaggi. Siamo stati perciò piuttosto elastici sul periodo considerato, anche perché si tratta pur sempre di un mondo di fantasia. Il vestito deve stare bene addosso all'individuo e deve dare ai personaggi un'identità. Voglio che agli attori piaccia ciò che indossano e tendo sempre a prendere in grande considerazione i loro suggerimenti". I costumi in bella mostra sui manichini del guardaroba di Penny Rose dimostrano una grande attenzione ai dettagli e uno stile variegato che ben si adatta ai diversi personaggi. "Io disegno i costumi e poi vado alla ricerca dei tessuti - ci spiega la Rose - Siamo stati a fare shopping in Thailandia, India, Turchia, Parigi e Italia. Abbiamo trovato, per esempio, degli abiti nuziali indiani che ci hanno fornito ispirazione per i motivi decorativi dei costumi. Abbiamo quindi scannerizzato al computer i disegni per poi riprodurli sui nuovi materiali. E' un sistema molto più veloce rispetto agli abiti fatti a mano". A Roma Penny Rose ha acquistato una seta molto costosa che è stata usata per il costume del Re, un abito viola con decorazioni in oro caratterizzato da un raffinato design. Tra le fonti d'ispirazione nella creazione degli abiti, la costumista cita il libro The Orientalists di Kristian Davies, una fonte preziosa per studiare lo stile degli abiti persiani del tempo. I costumi sono stati confezionati in una fabbrica del Marocco da 80 persone che hanno realizzato circa 7000 abiti di scena. "E' bello lavorare in un ambiente di persone che sa fare bene il proprio lavoro e realizza queste vere e proprie opere d'arte" prosegue la costumista di film quali I pirati dei Caraibi ed Evita, che ci spiega inoltre come ogni vestito sia stato fatto avendo ben in mente il personaggio che l'avrebbe poi indossato: "Ci sono costumi che vestono personaggi impegnati in scene d'azione con lunghe strisce di tessuto svolazzanti che creano un affascinante effetto drammatico durante i movimenti. Inoltre, molti abiti sono già stati creati con un effetto consumato per resistere nelle battaglie, e molti degli oggetti che i personaggi indossano, come per esempio i pendagli, sono realizzati in plastica perché più leggeri. Il costume della principessa Tamina è invece caratterizzato da un colore crema per dare al personaggio una sorta di aura religiosa".
Dopo l'incontro con Penny Rose, ci spostiamo nel magazzino che ospita le armi utilizzate in Prince of Persia: The Sands of Time. Mentre gli operai sono impegnati nel rifinire alcune spade, veniamo accolti dall'armaiolo Richard Hooper che ci guida tra i differenti stili di armi appartenenti ai vari personaggi e gruppi presenti nel film, a partire dagli hassansin, gli uomini al servizio del perfido Nizam che possono contare su sette diversi strumenti di offesa. Tra questi scimitarre, spade, una frusta con pericolosi ganci affilati in grado di tagliare, attrezzature che coprono le braccia e che sparano lame appuntite o dotate di artigli, e sfere contenenti naftalina che se sfregate sulla cintola della borsa si infiammano trasformandosi in temibili palle di fuoco. Un grande assortimento di spade, scudi, frecce e fruste ci circonda, mentre Hooper ci mostra le armi che ha in dotazione l'eroe della storia, il principe Dastan. Si tratta di varie spade, alcune delle quali imitazioni di quelle presenti nel gioco, e un pugnale che nasconde dietro la schiena, oltre a un pesante scudo. Unica arma della principessa Tamina è invece un pugnale il cui design è una libera interpretazione dello stile indiano, con striature porpora ai lati del manico.
Così come i costumi, anche le 5000 armi utilizzate nel film sono state fabbricate a Marrakech, in Marocco. Tra queste ci sono scudi con disegni tradizionali persiani e altri che vengono invece dalla tradizione dell'esercito indiano. Nel film è poi presente un personaggio africano che possiede armi ispirate dalla sua cultura. "Abbiamo cercato di copiare il più possibile le armi presenti nel gioco - ci racconta Hooper - Si tratta di tutti pezzi originali, che non sono stati usati per nessun altro film prima di questo. E' qualcosa di completamente diverso da tutto quello che si è visto finora in film simili, perché nella creazione delle armi abbiamo attinto da più culture. Il design delle frecce degli arcieri, per esempio, si rifà alla tradizione cinese e Giapponese". La costruzione delle armi è iniziata il primo aprile del 2008 ed è stata completata in tempo per l'inizio delle riprese, fissato per il 22 luglio dello stesso anno in Marocco. L'oggetto più importante, che abbiamo avuto la fortuna di toccare con mano, è stato però fabbricato in Inghilterra. Si tratta naturalmente del famigerato Pugnale del Tempo. Nel film, Dastan ne viene in possesso durante una battaglia, quando Asoka, l'uomo che lo sta portando in un luogo sicuro per ordine di Tamina, viene attaccato e perde la sacca che lo contiene. Dastan la raccoglie ed entra così in possesso del magico pugnale. Il pesante pugnale ha richiesto un enorme sforzo in termini di sviluppo e design. Sulla sua lama sono presenti ricercati ornamenti, mentre il manico in vetro è deputato ad ospitare le Sabbie del Tempo. All'estremità del manico è presente un bottone che premuto fa cadere la sabbia dai canali laterali, portando in questo modo indietro il tempo. Una volta esaurita la sabbia, il pugnale dev'essere ricaricato perché riacquisti il proprio potere.Per continuare a scoprire tutti i segreti di Prince of Persia: Le sabbie del tempo abbiamo inoltre incontrato Tom Wood, supervisore degli effetti visivi, e George Aguilar, coordinatore degli stunt. A Tom Wood abbiamo chiesto come sarà realizzato visivamente l'effetto del tempo portato indietro grazie al Pugnale del Tempo. "Nello script del film non c'erano molte informazioni al riguardo, è semplicemente scritto 'il tempo torna indietro' - ci racconta Wood, che ha curato tra gli altri gli splendidi effetti del fantascientifico Sunshine di Danny Boyle - Dovevamo quindi sviluppare un approccio personale per dar vita a questo effetto. Abbiamo deciso quindi di ideare una tecnica originale, piazzando nove differenti camere a riprendere una particolare scena, che ci permettessero di monitorare tutti gli elementi, e ripetendola magari a diversi giorni di distanza. Giochiamo inoltre sulle possibilità dello sguardo e grazie anche a un'esposizione prolungata delle immagini, lunga circa 30 secondi, otteniamo una distorsione temporale di grande effetto, mai vista prima d'ora in nessun altro film. In tutto, ci sono quattro scene nel film con l'effetto rewind". La preparazione del film ha richiesto quindi un grande sforzo di immaginazione nella creazione del mondo in cui si muove il principe Dastan: "Prince of Persia è un film di finzione - prosegue Wood - con una visione romantica dell'Oriente. Ci siamo divertiti molto a creare questo mondo ispirandoci all'arte orientale. Ci sono scene che accadono nel sottosuolo di Alamat che non assomigliano a nulla di quanto visto finora al cinema e che devono molto al videogame. Il look di Alamat è basato quasi completamente su una città presente nel gioco".
Anche per George Aguilar, coordinatore degli stuntman professionisti che sostituiscono gli attori nelle scene più pericolose, è stato un lavoro duro, ma entusiasmante: "Quello degli stuntman è un compito rischioso. E' vero, la loro sicurezza è assicurata da tutti gli accorgimenti del caso, ma non è mai facile saltare da un palazzo all'altro o gettarsi nel vuoto, così come non è cosa semplice lavorare con gli animali, soprattutto quando si tratta di lottare sui cavalli". E in un film che mescola insieme avventura e azione il lavoro degli stuntman è fondamentale per fornire all'opera un'illusione di realtà. "Prince of Persia è un mix tra fantasia e una realtà forse un po' esagerata. Dovevamo comunque far sembrare il film il più fisico e naturale possibile. Se qualcuno si fa male nella storia deve dare l'impressione di farsi male anche sul set, e solo dopo la lotta devono venire i sorrisi. Nel film c'è una continua negoziazione tra realtà ed effetti speciali, ma devi devi fare il possibile affinché tutto sembri naturale". Non sorprende quindi il fatto che Jake Gyllenhaal e i suoi giovani colleghi si siano allenati per tanti mesi prima di cominciare le riprese, per arrivare in gran forma sul set e dare il meglio di sé quando chiamati ad affrontare prove fisiche più dure. E' solo grazie a un gruppo di lavoro così affiatato, che unisce a un prestigioso cast artistico un formidabile gruppo di tecnici, che un film ambizioso può trasformarsi in un'opera di grande impatto. Non resta quindi che aspettare maggio 2010 per scoprire quale sarà il risultato finale del loro lavoro. Le premesse sono però le migliori e le avventure di Prince of Persia sul grande schermo sembrano destinate a tramutarsi in un grande successo mondiale, sulla scia dell'amatissimo gioco al quale sono ispirate.