Recensione Blind Detective (2013)

Sono quelle incentrate sui due protagonisti le sequenze più divertenti di un film che è commedia almeno quanto si può considerare un poliziesco. Un riuscito ibrido a cui non manca anche una spruzzata di romanticismo e che funziona soprattutto grazie all'alchimia tra i due interpreti.

Indagini cieche

Una strada di sera. Uno schermo gigante passa la notizia dell'ennesimo lancio di acido dal tetto di un palazzo che ha causato altre vittime. Per strada si aggira un non vedente bizzarro, che sembra intento a seguire qualcosa o qualcuno ed attira l'attenzione delle forze dell'ordine che osservano attraverso le telecamere di sorveglianza. L'agente Tung viene messa sulle tracce del cieco, che a sua volta scopriamo che sta seguendo un uomo obeso in un supermercato, un uomo che compra dell'acido solforico per colpire ancora.
Colto in flagrante, l'uomo obeso reagisce ed i tre si trovano coinvolti in una lotta che sembra quasi una danza, con l'assalitore che cerca di colpire lanciando l'acido dalla bottiglia e gli altri due a schivare in una complessa coreografia, che finisce con l'arresto dell'uomo.

È il breve incipit di Blind Detective, nuovo film di Johnny To presentato come Midnight Screening a Cannes 2013. Un incipit che introduce i due personaggi principali, il detective cieco del titolo, Johnston, e l'atletica agente Tung, e compone fin da subito la coppia che funge da motore della storia: la donna ha un segreto con radici nel suo passato, la sparizione di un'amica su cui prega il detective di indagare dopo aver notato la sua abilità. Una indagine che condurranno insieme, mentre Johnston insegna alla donna, fisicamente abilissima ma poco intuitiva, alcuni trucchi del mestiere, aiutandola e facendosi aiutare nella ricostruzione delle scene del crimine, come in un surreale CSI.
Sono proprio queste ultime le sequenze più divertenti di un film che è commedia almeno quanto si può considerare un poliziesco. Un riuscito ibrido a cui non manca anche una spruzzata di romanticismo e che funziona soprattutto grazie all'alchimia tra i due protagonisti, un Andy Lau sempre in gran forma ed una Sammi Cheng, Asian Queen of Pop ed attrice che ottiene sempre ottimi risultati al botteghino, che sa tratteggiare la vitalità e dinamicità della sua Tong, dosando anche gli aspetti più leggeri in un personaggio sfaccettato.
Le bizzarre ricostruzioni dei crimini sono, dicevamo, le sequenze più riuscite ma anche le predominanti di Blind Detective, perchè il cuore del film si risolve intorno alle dinamiche tra i due personaggi, relegando la parte poliziesca/thriller a mero pretesto per sviluppare la narrazione. Vedere Andy Lau farsi strada negli ambienti del film con il suo bastone, apprezzare le sue schermaglie con la collega e le reazioni sempre eccessive di lei, sono tutti aspetti che rendono il film frizzante e eccentricamente piacevole.
Se un difetto va trovato è in alcune lungaggini che rischiano di stemperare la brillantezza di uno script che punta ad intrattenere con vivacità e che quindi avrebbe giovato di una sfoltita per evitare alcuni momenti di stanca.
Non è sicuramente uno dei vertici della carriera di To, nè pretende di esserlo, ma è un divertissment più che gradevole da un autore che ha firmato pellicole di grande impatto e sa rendere con mestiere anche una parentesi minore come questa.

Movieplayer.it

3.0/5