Mother's Day: come (non) festeggiare al cinema

Dopo aver scomodato San Valentino e Capodanno, Garry Marshall firma un'altra stucchevole commedia corale a base di sentimenti e famiglie, questa volta con un'impostazione più esplicitamente al femminile.

Mother's Day: Julia Roberts e Jennifer Aniston in una scena del film
Mother's Day: Julia Roberts e Jennifer Aniston in una scena del film

Diversi destini si incrociano nella settimana che precede la festa della mamma: Sandy Newhouse, divorziata, deve dividere la giornata in questione con la nuova compagna del suo ex; Bradley Barton si appresta a festeggiare la ricorrenza, insieme alle due figlie, per la prima volta dopo la morte di sua moglie; le sorelle Jesse e Gabi devono fare i conti con una visita a sorpresa dei genitori; la giovane Kristin decide di trovare la propria madre biologica; e Miranda Collins, noto volto televisivo, si trova nei paraggi per un evento speciale...

Buona la terza?

Incredibile ma vero, sono già passati sei anni da quando Garry Marshall ci "regalò" Appuntamento con l'amore (in originale Valentine's Day), commedia romantica corale piena zeppa di celebrità e alquanto priva di idee. Un'enorme occasione sprecata, considerato il cast (Ashton Kutcher, Bradley Cooper, Jennifer Garner, Julia Roberts, Kathy Bates, Anne Hathaway e molti altri), e l'ennesima conferma del fatto che i giorni migliori di Marshall - ai tempi creatore di Happy Days e regista di Pretty Woman - sono ormai un lontano ricordo.

Il film fece comunque bella figura al box office, sfruttando l'uscita strategica nel weekend di San Valentino (anche se in Italia arrivò nelle sale con un mese di ritardo), ed ecco che, un anno dopo, la formula venne riciclata per Capodanno a New York, dove l'umiliazione professionale fece ulteriori vittime di prestigio, tra cui Michelle Pfeiffer, Robert De Niro, Hilary Swank e il vero sindaco - all'epoca - della Grande Mela, Michael Bloomberg. Due film decisamente dimenticabili, il cui lascito migliore è questa parodia targata Saturday Night Live:

Mother's Day: Jennifer Aniston e Kate Hudson in una scena del film
Mother's Day: Jennifer Aniston e Kate Hudson in una scena del film

A cinque anni di distanza da quello che sostanzialmente è un cinepanettone americano, ma senza la componente goliardica che fece la fortuna del modello italico, Marshall è tornato in azione per il colpo di grazia definitivo: Mother's Day, terzo - e, a giudicare dagli incassi, probabilmente ultimo - episodio di un improbabile franchise dove i bloopers nei titoli di coda sono sempre più divertenti del film che li precede (in questo caso specifico il sorriso più grande lo strappa il credit che i regista ha riservato al suo attore-feticcio: "E, come sempre, Hector Elizondo"). E per arrivare ai fuoriscena bisogna aspettare quasi due ore, durata nel corso della quale il cinema cede il posto ad un lunghissimo biglietto d'auguri riempito di sentimentalismi indigesti, e si assiste con una cospicua dose di imbarazzo al susseguirsi di star scomodate per vendere la festa della mamma in sala: Jennifer Aniston, Kate Hudson, Sarah Chalke, la sempre disponibile Julia Roberts e, per quanto riguarda il contingente maschile, Jason Sudeikis, Jon Lovitz e Timothy Olyphant. Senza dimenticare la sorella del regista, Penny Marshall, che funge da voce narrante in originale.

Spazio ai giovani

Mother's Day: Britt Robertson in una scena del film
Mother's Day: Britt Robertson in una scena del film

Eppure in mezzo a tutta la melassa, condita da occasionali battute di dubbio gusto su minoranze etniche e sessuali, un minimo di cuore c'è, almeno rispetto ai due precedenti capitoli del filone festivo di Marshall. Nella fattispecie, si salva la storyline incentrata sulla giovane madre Kristin e il suo compagno Zack. In parte perché Britt Robertson e Jack Whitehall riescono ad elevare il materiale affidatogli al di là del semplice luogo comune, ma soprattutto perché il regista ha avuto l'idea brillante di mostrarci Zack in azione quando si esibisce come comico in un locale. E lì emerge il carisma naturale di Whitehall, che si è fatto le ossa nel medesimo ambiente nella natia Inghilterra, dando alle battute una vitalità che nemmeno la piattezza registica di Marshall può seppellire. Ma è davvero poco per giustificare la visione in sala di un prodotto la cui dimora ideale è la prima serata di Canale 5. Meglio, a questo punto, rispolverare il Mother's Day della Troma, dove la bruttezza è voluta...

Movieplayer.it

2.0/5