Helena Bonham Carter presenta Toast a Berlino 2011

L'attrice inglese, accompagnata dalla regista S.J. Clarkson e dal critico gastronomico Nigel Slater, ha raccontato alla stampa presente al Festival la genesi del progetto che la vede tra i protagonisti.

Sono i ricordi, più che la vita, di Nigel Slater al centro di Toast, film britannico prodotto da BBC Films presentato alla 61ma edizione del Festival di Berlino, nell'ambito della sezione Berlinale Special e, dato l'argomento trattato, inserito nella rassegna Culinary Cinema. Slater è infatti un affermato critico gastronomico e chef e Toast è un film gradevole e vivace in cui Helena Bonham Carter, presente al festival anche per Il discorso del Re, dà vita al personaggio di Mrs Potter, donna delle pulizie e cuoca di casa Slater dopo la morte della madre del piccolo Nigel, col quale non riesce mai ad instaurare un buon rapporto.
Accanto all'attrice nella conferenza stampa che l'ha vista parlare del suo personaggio e della genesi del film, la produttrice Faye Ward della Ruby Films, la regista S.J. Clarkson e lo stesso Slater, che ha spiegato il suo coinvolgimento nel progetto e la fedeltà alla sua infanzia reale.

Ci raccontate come è nato il progetto?

Faye Ward: Siamo stati fortunati a leggere presto del libro di Nigel, nel 2004. Lessi il libro e lo adorai, così lo mandai allo sceneggiatore Lee Hall, che decise di adattarlo. Sviluppammo il progetto nel 2006 e lo lo portammo nel 2007 alla BBC, che ha indicato in S.J., che stava lavorando ad una serie TV, la sua prima scelta per la regia.

Signora Clarkson, per lei è l'esordio su grande schermo, nonostante la grande esperienza in campo televisivo. Come è arrivata a questo lavoro?

S.J. Clarkson: Stavo sviluppando due progetti per la BBC Films, uno dei quali un film, che sarebbe stato il mio primo, ed una serie, quando mi mandarono lo script, così inizilamente pensai che non sarei stata interessata, ma lo lessi ugualmente ed è stata la lettura di una sceneggiatura più rapida che abbia mai fatto. L'ho trovato un magnifico adattamento, che ha dato vita all'opera originale.

E come è arrivato il progetto nelle mani di Helena Bonham Carter?

Helena Bonham Carter: Non conoscevo S.J. ma avevo letto molti libri di cucina di Nigel e mi sentivo vicina a lui come persona, anche se non l'avevo mai incontrato. Ho amato questo ritratto fin dall'inizio e non credo che Mrs Potter sia così mostruosa come viene dipinta, ma mi piace esplorare personaggi che abbiano delle caratteristiche così marcate. Ho amato la storia e lo script, e i diversi aspetti e colori che compongono il personaggio, da quello delle faccende domestiche alla cucina, al complesso rapporto con Nigel. Penso che siano tutte queste cose ad avermi attratta... e naturalmente volevo incontrare Nigel.

Qual è il suo rapporto con la cucina?
Helena Bonham Carter: Compro libri di cucina, ne compro tanti, sono un'acquirente compulsiva di libri di cucina, ma non mi capita spesso di cucinare, anche perchè si deve fare i conti con i tanti impegni, il lavoro, occuparsi dei ragazzi... forse è una cosa che potresti mettere in un tuo prossimo libro, Nigel: come si fa a cucinare quando devi mettere a letto i figli e leggergli una storia?

Nel film la casa è provvista di un adorabile giardino, ma non si vede mai la famiglia Slater mangiare prodotti vegetali coltivati da loro. Da cosa deriva questa scelta?

Nigel Slater: E' vero che avevamo un giardino molto ricco di verdure di vario tipo, ma quello che mangiavamo era il più lontano possibile da quei prodotti naturale. I miei genitori compravano prodotti congelati ed ogni tipo di cibo che fosse rapido da preparare. Credo che fosse semplicemente una moda, la tendenza di quel periodo, di prendere tutti questi nuovi cibi istantanei che erano in circolazione.

Helena, è vero che lei ha voluto sapere tutto di Mrs Potter ed addirittura ha voluto usare lo stesso suo profumo?

Helena Bonham Carter: Ovviamente ho letto il libro e come SJ ho voluto esplorare ogni piccolo dettaglio del personaggio. Così sono andata a pranzo con Nigel, abbiamo chiacchierato e gli ho chiesto di raccontarmi tantissimi dettagli, dalle sigarette che fumava al profumo. Mi ha aiutato tantissimo, anche col suo libro che è caratterizzato benissimo.

Dopo i titoli c'è una didascalia che spiega come le tragedie siano state lasciate fuori da questo racconto. Di quali eventi drammatici si tratta?

Nigel Slater: Ci sono parti del libro che sono molto dettagliate e per me sono le più emotive. Nel film queste hanno preso vita, ma a volte risultano più rapide e di passaggio. E' ovvio che in fase di realizzazione si deve scegliere cosa funzionerebbe meglio e cosa no, e sono molto soddisfatto del risultato finale, ma non volevo che il film risultasse troppo cupo, perchè in definitiva è una storia triste, che racconta di un ragazzo perduto, lasciato solo in un mondo che ancora non conosce.

S.J., lei ha molta esperienza in campo televisivo, ma qui è al suo debutto cinematografico: come ha gestito questo cambiamento?

S.J. Clarkson: Ho studiato film e volevo fare film e anche se ho lavorato molto in televisione, non ho mai capito esattamente cosa volesse dire farne. Ho cercato di portare un approccio cinematografico a quello che ho fatto in passato e sono stata fortunata ad aver potuto dare l'impostazione ad alcune serie che ho realizzato, dirigendo i loro primi episodi, soprattutto in Gran Bretagna, ma si tratta di un lavoro diverso. Inoltre spesso in televisione ci sono problemi economici da risolvere e bisogna saper scegliere con attenzione in che cosa si vogliono spendere le risorse a disposizione. In questo caso non ci siamo mai comportati come se fosse un prodotto per la tv, ho cercato di impostare una cura dal punto di vista visivo e ci sono riuscita anche grazie al lavoro di una troupe fantastica. Faye è riuscita ad ottenere il massimo a disposizione.

Helena Bonham Carter: per me non è importante l'ambito, ma che ci sia una buona scrittura alla base.

E' stato necessario adattare il formato per l'uscita cinematografica?

S.J. Clarkson: Sapevo già che sarebbe diventato un film, quindi l'abbiamo girato in modo da ottenere facilmente il frame televisivo da una formato cinematografico più ampio.

Nigel, quanto è stato coinvolto nel processo creativo?

Nigel Slater: Sono stato coinvolto tanto quanto avevo pianificato. Ho affidato la storia a qualcun altro e poi sono stato lentamente coinvolto sempre di più con molti della produzione ed in particolare con Helena. Il pubblico vuole conoscere dettagli di cose a cui non ho pensato per 40 anni fa ed è tutto basato sui ricordi. All'inizio Helena mi chiese "ci deve essere stato qualche momento di tenerezza. Cosa ne è stato di quei momenti?" Ed ho capito che è possibile che io abbia demonizzato Mrs Potter e credo che questo tipo di costruzione sia possibile anche per altri dettagli della storia. ll coinvolgimento è stato un bene per me, perchè mi ha permesso di ricordare aspetti di Mrs Potter che avevo scelto di mettere da parte.

Cosa ne è stato di lei, ha avuto notizie?

Nigel Slater: Credo sia morta subito dopo l'uscita del libro.

Per Helena, quando interpreta personaggi tratti da libri, tende ad includere dettagli che sono nel romanzo, ma non nello script?

Helena Bonham Carter: In questi casi si tende ad essere affamati per ogni singolo dettaglio. A volte capita di restare colpiti da un aspetto in particolare e di cercare di inserirlo nella propria interpretazione. Non ho cercato di fare una versione documentaristica del personaggio, anche per motivi drammaturgici e perchè il libro non è un'immagine esatta della vera Mrs Potter. Il mio ruolo era di rappresentare l'esatto opposto della madre di Nigel, Victoria. Mi è capitato per Sweeney Todd di essere legata ad una canzone che non era prevista nel film e ne ho parlato a Tim. Non è la storia, ma come ci si arriva.

Signor Slater, pensa che il cibo abbia influenza sulla gente?

Nigel Slater: Da ragazzo trattavo il cibo come se fosse il mio orsacchiotto, mi faceva sentire bene. Era il mio rifugio. Anche ora tratto il cibo allo stesso modo: capisco il mio stato d'animo e mentale dal cibo che ho voglia di mangiare.

Nigel, la storia del film ci accompagna fino a quando lei ha 17 anni. Cosa è accaduto dopo quel periodo?

Nigel Slater: Volevo essere un cuoco e pensavo che esserlo riguardasse il cucinare, ma ho scoperto che riguarda organizzazione e lavoro di squadra che non possiedo. Ho scoperto di amare ancora di più il mettere il cibo davanti alle persone, è una cosa bellisima da fare. Volevo cucinare, ma non essere uno chef e non lo sarei mai stato.

Signora Clarkson, ci sa dire qualcosa del suo prossimo progetto?

S.J. Clarkson: Sto leggendo delle sceneggiature, anche per la televisione, e spero di fare ancora qualcosa con Helena. Ma se Nigel volesse scrivere Toast 2, sarei la prima in fila per dirigerlo.

Helena, qual è l'importanza del cibo nella sua vita? Come è stata la prima cena con Tim Burton, il vostro primo appuntamento?

Helena Bonham Carter: Andammo in un ristorante italiano. Mangiammo pasta.

Una domanda sia a Nigel che Helena riguardo il casting: che ne pensate della scelta di Freddie Highmore? Helena, come l'ha trovato dopo qualche anno dall'altro lavoro fatto insieme?

Nigel Slater: E' così strano vedere qualcuno che intepreta me. Conoscevo già Freddie e quando Faye me l'ha mostrato non posso dire che mi somigliasse o che fosse come me, ma aveva qualcosa che ricordava me da giovane. E' un'esperienza inusuale e magica, guardare le riprese delle scene.

Helena Bonham Carter: Freddie è sempre stato straordinario, anche a sette anni. Ha sempre avuto un'anima matura e gli stessi occhi tristi. A volte è difficile recitare con i ragazzi, che hanno poca concentrazione e spesso non ascoltano, ma lui è sempre stato straordinario e non ha perso niente della sua bravura crescendo, un pericolo per chi inizia così giovane. Ha una grande presenza davanti alla macchina da presa, un carisma cinematografico. Un vero professionista. Anche in Finding Neverland Johnny Depp l'ha trovato molto maturo e precoce.