Berlino 2011, giorno 6: al Festival The Future ed Even the Rain

Altri tre film in concorso, da Miranda July a Asghar Farhadi e Bela Tarr, ed un paio di appuntamenti interessanti nelle sezioni parallele: il candidato all'Oscar Even the Rain e Toast con Helena Bonham Carter. In Panorama va segnalato l'argentino Medianeras.

Nuova giornata ricca di appuntamenti per il pubblico della Berlinale, sia in concorso che nelle sezioni parallele. La Competition infatti prosegue con un programma variegato che ha aperto la giornata con Nader and Simin, A Separation, dramma dell'iraniano Asghar Farhadi che è stato accolto da ben due lunghi applausi sui titoli di coda, durante la proiezione alla quale ha preso parte anche la giuria della sezione competitiva.
Nader and Simin è la storia di una separazione, e dei suoi risvolti psicologici che si intrecciano con una trama da thriller, che mette in luce anche temi importanti come l'alzheimer ed i forti condizionamenti religiosi nei paesi islamici. Un film praticamente perfetto, al quale non manca neanche un tocco di ironia.

Ma è solo l'avvio di una giornata che prosegue con il secondo lavoro di Miranda July dopo Me, You and Everyone We Know. L'artista, in questo nuovo progetto dal titolo The Future, dà vita al personaggio di Sophie, che vive in un piccolo appartamento di Los Angeles con il suo compagno Jason (Hamish Linklater). Il rapporto tra i due è fatto dei piccoli gesti che creano la vita di coppia, ma la consolidata monotonia delle loro vite viene alterata dalla decisione di adottare un gatto, che arriverà loro dopo un mese. Tra l'ansia della perdita di libertà per il nuovo incombente impegno ed i problemi che ne derivano, il film è una riflessione su come affrontare il proprio futuro animato dall'immaginario tipico della regista, ospite al Festival insieme al cast del film.
Completa la giornata di Competition il nuovo atteso lavoro di Bela Tarr, regista ungherese che in The Turin Horse si concentra sul crollo psicologico subito da Nietsche a Torino nel 1889 e di quelli che ne sono stati testimoni: un contadino, la figlia, un carretto ed il cavallo. Diretto con ritmo compassato ed ampio e sicuro uso di lunghissimi pianosequenza, il nuovo film del maestro ungherese è girato in un elegante bianco e nero e con pochissimi dialoghi segue i piccoli gesti che riempiono la vita del contadino e della figlia.
Il martedì alla Berlinale ha i suoi momenti di interesse anche nelle sezioni parallele: in Panorama troviamo infatti un piccolo gioiello argentino, Medianeras di Gustavo Taretto, in cui Pilar Lopez de Ayala e Javier Drolas interpretano Mariana e Martin, due adorabili nevrotici, palesemente fatti l'uno per l'altra, ognuno con le proprie fobie e più o meno grandi manie, che conducono due vite parallele che si sfiorano più volte senza incrociarsi. Un racconto portato avanti con delicatezza e malinconia, che con piccoli gesti e leggerezza riesce ad emozionare lo spettatore.
In Panorama è anche la giornata di Even the Rain, candidato all'Oscar spagnolo come miglior film straniero e diretto da Iciar Bollain. Ne è protagonista Gael Garcia Bernal nei panni del regista Sebastian, ossessionato dall'idea di realizzare un film sulla figura di Cristoforo Colombo per riscrivere la storia della colonizzazione della Americhe, focalizzando l'attenzione su ciò che l'esploratore ha messo in moto, tra desiderio di oro, tratta degli schiavi e attacco agli indigeni da parte dei colonizzatori.
Fa invece parte di Berlinale Special Toast di S.J. Clarkson, viaggio nostalgico nel cibo dell'Inghilterra degli anni '60, basato sulla storia agrodolce dell'infanzia del critico culinario e cuoco Nigel Slater, accompagnato dalle canzoni di Dusty Springfield. Con un cast che comprende Helena Bonham Carter, Ken Stott, Victoria Hamilton ed il giovane Freddie Highmore, il film rappresenta una lettera d'amore ai sapori che il protagonista ha associato al suo percorso di passaggio all'età adulta.