Willem Dafoe: "Vivo a Roma da anni, ma il mio italiano è quello di un bambino di sei anni"

Willem Dafoe ha ammesso di sentirsi più umile da quando vive in Italia anche perché non riesce a parlare bene l'italiano e questo mina la sua autostima.

Intervistato da Repubblica, Willem Dafoe ha spiegato il suo rapporto con l'italiano, che tenta di imparare da quando è venuto a vivere a Roma con sua moglie, ormai 15 anni fa.

Reduce dall'ospitata al Taormina Film Festival, l'attore statunitense non ha mai nascosto il suo amore per il nostro Paese. A favorire questo sentimento è stato anche e soprattutto il legame con sua moglie, l'attrice e regista italiana Giada Colagrande che Dafoe ha sposato nel 2005. È stato un amico in comune a farli conoscere, dopo aver consigliato a lui di guardare il primo film di lei (Aprimi il cuore): poco tempo dopo li ha presentati mentre entrambi si trovavano a Roma e l'anno successivo sono convolati a nozze.

Berlino 2018: Willem Dafoe e sua moglie sul red carpet
Berlino 2018: Willem Dafoe e sua moglie sul red carpet

Nel corso dei quindici anni di matrimonio, Willem Dafoe si è ritrovato a scoprire il lato più intimo di Roma, città nella quale vive, e tutti quei contesti nei quali non puoi far altro che lasciarti travolgere dalla socievolezza dei suoi abitanti. Questo ha fatto sì che l'attore si scontrasse più volte con la sua ancora limitata capacità di esprimersi in italiano. "Vivo a Roma ormai da quindici anni, anche se non in modo continuativo. Sono venuto come un immigrato, lotto per imparare la lingua, la percezione che qui gli altri hanno di me è diversa" ha dichiarato Dafoe in un'intervista rilasciata a Repubblica. L'interprete di The Lighthouse ha quindi spiegato quanto vivere in Italia lo abbia cambiato, soprattutto facendo emergere la sua umiltà: "Sono lento ad imparare la lingua e quando interagisco con gli altri in italiano a loro arriva una versione di me come fossi un bambino di sei anni e questo ti mette in una posizione di umiltà, è una sfida alla tua sicurezza, all'identità consolidata che ti dà autostima".

Insomma, Willem Dafoe è protagonista di una vera e propria sfida con se stesso e chissà se riuscirà prima o poi a destreggiarsi quanto vorrebbe con le insidie della nostra lingua. Come ha raccontato lui stesso, un passo verso questo obiettivo è stato il suo lavoro per il film Siberia. L'opera diretta da Abel Ferrara vede Dafoe impegnato nel ruolo di Clint, un uomo tormentato che sceglie di ritirarsi in una baracca isolata tra i ghiacci. Non molte possibilità di interagire con altre persone, dunque, ma l'attore ha voluto mettersi in gioco e dedicarsi al doppiaggio del film: "È stata un'esperienza piuttosto difficile" - ha ammesso Willem Dafoe - "Non c'è niente di peggio quando la voce è fuori sincrono rispetto al labiale. Il mio non è un bell'italiano ma dal momento che il personaggio è straniero ci può stare".

Siberia uscirà nelle sale italiane il 20 agosto 2020. Ricordiamo che Willem Dafoe farà parte del cast di The French Dispatch, il nuovo film di Wes Anderson la cui data di uscita ufficiale, dopo diversi rinvii, non è stata ancora annunciata.