Il regista Martin McDonagh ha voluto difendere il suo film Tre manifesti a Ebbing, Missouri dalle polemiche causate dalle critiche apparse sui mezzi di comunicazione e online rivolte alla mancanza di diversità all'interno del mondo rappresentato sul grande schermo, alla scelta di far provare empatia per un personaggio razzista e sessista e all'idea considerata irreale che i notiziari non diano spazio all'omicidio irrisolto di una teenager.
Il filmmaker ha spiegato: "Le polemiche sono prevalentemente causate dall'idea che il personaggio di Sam Rockwell, che è un coglione razzista e bigotto, in un certo senso sia forse redento. Non credo affatto che lo sia, inizialmente lo vediamo come un idiota razzista. Alla fine è più o meno lo stesso ma ha capito che deve cambiare... C'è lo spazio per un cambiamento e ha, in qualche modo, capito il modo errato con cui si comporta, ma in nessun modo deve essere considerato l'eroe redento della storia".
McDonagh ha poi sottolineato che ha volutamente realizzato un film difficile e complicato: "Non mi piacciono i film che amano tutti. E non stiamo realizzando film per spettatori di sei anni, non stiamo facendo The Avengers. Stiamo cercando di realizzare qualcosa un po' più difficile e su cui riflettere di più".