Un fuori programma imprevisto ha creato scompiglio durante l'edizione mattutina del TG1 e, rilanciato da Il Grande Flagello su X, è diventato virale sui social. Il motivo non è certo dei migliori: in collegamento da Napoli per raccontare gli effetti del terremoto ai Campi Flegrei, infatti, la giornalista Francesca Coppola è stata bruscamente esclusa dall'inquadratura dopo che in diretta è apparsa alle sue spalle la scritta "Free Gaza" con una bandiera palestinese.
Dopo l'episodio di Putignano (Bari), dove la polizia ha fatto togliere la bandiera palestinese ad alcuni inquilini di un appartamento per il passaggio del Giro d'Italia, il servizio pubblico continua a girarsi dall'altra parte per quanto riguarda la guerra a Gaza.
Il cambio di inquadratura improvviso durante il Tg1
Il servizio, condotto dalla redazione del TG1 con alla guida la giornalista Sonia Sarno, era dedicato alle forti scosse di terremoto percepite il 13 maggio a Napoli. Durante il collegamento da via Solfatara, mentre Francesca Coppola stava parlando davanti alla telecamera, dallo studio centrale qualcuno si è accorto del messaggio politico visibile sul muro dietro di lei, la scritta "Free Gaza". Da lì, la decisione immediata: il cameraman ha spostato l'inquadratura, escludendo la giornalista e puntando l'obiettivo in modo confuso verso l'ambiente circostante, nel tentativo di cancellare dalla diretta ogni riferimento alla guerra in Palestina.
Pochi secondi dopo, la conduttrice ha chiuso bruscamente il collegamento con un rapido: "Grazie, grazie a Francesca Coppola". Il video dell'episodio, che mostra chiaramente quanto accaduto, è stato rilanciato su X dalla pagina satirica Il Grande Flagello, diventando virale in poche ore.
Il dibattito sulla neutralità dell'informazione pubblica
Il gesto della regia del TG1 solleva non pochi interrogativi sull'opportunità di intervenire in modo così diretto per oscurare un messaggio politico. Sui social in molti parlano di censura preventiva, accusando la Rai di aver voluto evitare qualsiasi presa di posizione sul genocidio in atto a Gaza. Altri difendono la scelta come una tutela della neutralità giornalistica, specie in un servizio dedicato al terremoto.
Fatto sta che il tentativo di minimizzare l'incidente ha ottenuto l'effetto opposto: il video è diventato virale e la questione ha acceso un nuovo confronto sulla gestione dell'informazione nel servizio pubblico.