Il 20 marzo 2019 Ousseynou Sy dirottò e diede alle fiamme uno scuolabus partito da Crema, con a bordo 51 studenti delle scuole medie e tre adulti: ecco cosa è successo quella mattina e come fu evitata la strage.
il sequestro dello scuolabus

L'incubo per i ragazzi inizia la mattina di mercoledì 20 marzo 2019: la scuola media a cui sono iscritti ha una palestra lontana dal plesso scolastico, per questo motivo devono raggiungerla con lo scuolabus. Dopo l'ora di ginnastica i ragazzi e gli accompagnatori, due insegnanti e una bidella della scuola media Vailati di Crema, aspettano il pulmino che deve riportali a scuola che si presenta in leggero ritardo ma, naturalmente, nessuno dà peso alla cosa. L'autista del pulmino è Ousseynou Sy, 47 anni, di origine senegalese e cittadino italiano dal 2004. Quando le porte dello scuolabus si chiudono l'uomo, dice: "Adesso vi farò fare un bel viaggetto e da qui non scendete più".
Cosa successe a bordo dello scuolabus

Tiziana Magarini, una delle collaboratrici scolastiche che accompagna i ragazzi ha raccontato quella convulsa mattinata nel corso del processo. Ousseynou impugna un coltello, fa legare tutti i bambini con i laccetti da elettricista, l'unica rimasta slegata è proprio la Magarini. Nel processo di Milano, come riportato dal Fatto Quotidiano, la donna ha spiegato che la situazione è precipitata in fretta "Sy mi ha mostrato la pistola e mi ha detto di versare la benzina sui sedili, nel corridoio e su di noi". Poco dopo, l'autobus viene affiancato dalle volanti di polizia come racconta Tiziana Magarini: "ho cominciato a essere un po' più tranquilla quando ho visto il primo lampeggiante e ho pensato che qualcuno aveva chiamato la polizia. Facevamo un cenno con le mani per farci vedere e lui continuava a urlare frasi non del tutto comprensibili, brontolava di bambini morti in mare, diceva Linate ma non capivo, avevo paura".
Il rapido arrivo dei Carabinieri

I carabinieri sono arrivati rapidamente sul posto grazie all'intraprendenza di alcuni ragazzi. Quando Ousseynou Sy si è fatto consegnare i cellulari dagli studenti, alcuni di loro, quelli delle ultime file, hanno fatto in tempo a nasconderli e hanno detto all'autista di non averli portati a scuola. Questi ragazzi, quando Ousseynou si è allontanato, hanno telefonato ai genitori e ai carabinieri che sono riusciti ad arrivare rapidamente sul posto.
Ramy e Adam

Ramy e Adam sono i due ragazzi che hanno chiamato i soccorsi, Adam fornisce la localizzazione ai carabinieri della posizione dello scuolabus. Ramy, fingendo di pregare, in arabo, dà l'allarme al padre, sempre per telefono.
I due ragazzi all'epoca non avevamo la cittadinanza italiana. Adam, nato a Crema, ha genitori di origine marocchine. Ramy, nato nella provincia di Milano, ha genitori di origini egiziane. Per premiarli dell'eroico gesto il governo in carica, formato da Lega e Movimento 5 Stelle, decise di dargli la cittadinanza italiana.
L'epilogo del dirottamento

Torniamo a quella tragica mattina: le volanti dei carabinieri riescono a bloccare il mezzo e si rendono conto che la situazione può precipitare da un momento all'altro, come racconta uno dei carabinieri al processo e di Milano e come si legge ancora una volta sul Fatto Quotidiano: "Sy nella mano sinistra aveva un accendino, tipo un accendigas di quelli lunghi e lo accendeva ripetutamente, io ho visto un paio di volte la fiamma, mentre nell'altra mano non sono sicuro se avesse un cellulare o qualcosa del genere". A questo punto i carabinieri capiscono che l'autista non vuole far scendere i bambini "io e un collega abbiamo spaccato i vetri e i bimbi sono riusciti a uscire. Ho visto quell'accendino e prima ho visto che aveva anche un coltello, sono stati momenti davvero concitati", racconta lo stesso carabiniere. L'autista dà fuoco alla benzina, gli uomini dell'Arma rompono i vetri e fanno uscire i bambini dai finestrini mentre le fiamme iniziano a divampare.
Le motivazioni del gesto di Ousseynou Sy

Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura di Milano, Ousseynou Sy voleva arrivare all'aeroporto di Linate e dare fuoco all'autobus, un gesto dimostrativo, una strage di bambini per protestare contro le morti degli emigranti nel mare Mediterraneo.
Il processo a Ousseynou Sy

In prima istanza Ousseynou Sy è stato condannato a 24 anni di carcere. La corte ha accolto la tesi del Pubblico Ministero che aveva chiesto l'aggravante per le "finalità terroristiche".
Lo scorso 9 aprile, in appello, la pena per Ousseynou Sy è stata ridotta a 19 anni perché "il reato di lesioni, da cui è stata esclusa l'aggravante della premeditazione, è stato riassorbito in quello di attentato con finalità terroristiche".