Scott Rudin, il produttore di film come The Social Network e numerosi spettacoli di Broadway, è al centro delle accuse di abusi e di atteggiamenti razzisti e violenti dopo la pubblicazione di un articolo di The Hollywood Reporter. Nell'articolo si raccontano episodi violenti e di dinamiche lavorative talmente tossiche che hanno costretto alcuni a lasciare il mondo dello spettacolo.
Un lungo reportage pubblicato online rivela che nel 2012 un assistente di Scott Rudin è stato ferito dopo che il produttore, come reazione alla notizia che non poteva prenotargli un posto su un volo ormai sold-out, gli aveva sbattuto il monitor di un computer Apple su una mano, situazione che ha portato il giovane a essere accompagnato al pronto soccorso mentre Rudin chiamava i suoi avvocati per evitare ripercussioni legali.
Andrew Coles, ora manager e produttore di show come Queen & Slim, ha dichiarato a THR: "Eravamo tutti sconvolti perché non sapevamo che quelle cose potevano accadere in ufficio. Sapevamo che potevano succedere molte cose. C'erano persone che dormivano in ufficio, ragazzi che stavano perdendo capelli e che soffrivano di ulcere. Era un ambiente davvero intenso, ma quell'incidente sembrava diverso. Era un nuovo livello di follia, di mancanza di controllo, che non avevo mai visto su un posto di lavoro". I comportamenti di Scott Rudin erano conosciuti da tempo e nel 2010 il produttore era stato definito in un articolo L'uomo più temuto in città, mentre nel 2005 era stato descritto come Boss-zilla!, riportando la notizia che in cinque anni aveva cambiato 119 assistenti.
Caroline Rugo ha iniziato a lavorare per Scott Rudin nell'autunno del 2018 e ha dichiarato di averlo visto lanciare un computer portatile contro la finestra di una sala conferenze e poi usare un dispenser di tovaglioli per sfogare la propria rabbia. Rugo ha ricordato inoltre di quando il produttore lanciò una ciotola di vetro contro uno dei suoi colleghi, causando un attacco di panico a una persona che lavorava per le Risorse Umane.
Secondo alcune indiscrezioni il film Swimming With Sharks è in parte ispirato all'esperienza di lavorare con Rudin. Il produttore Kevin Walsh, che ha lavorato a Manchester by the Sea, ha svelato che nel 2014 è stato abbandonato in autostrada dopo che Scott lo aveva fatto scendere dalla macchina. Il suo collega Adam Goodman invece, ha pubblicamente criticato l'ambiente di lavoro di cui Rudin era capo, mentre altri hanno riferito di un ambiente lavorativo simile a una setta in cui collaboratori che un tempo avevano subito abusi dal capo, ne ereditavano le stesse caratteristiche per riversarle su altri dipendenti.
Ryan Nelson ha lavorato come assistente dal 2018 al 2019 e l'esperienza lo ha profondamente segnato al punto da abbandonare il lavoro nel mondo dello spettacolo: "Ogni giorno era estenuante e orribile, nemmeno per il modo in cui abusava di me, ma vedere come abusava delle persone intorno a me che iniziavano a diventare degli amici. Trascorri 14 ore al giorno con le stesse persone e affrontate gli stessi abusi. Era diventato un legame collettivo".
Lo stesso è accaduto all'assistente Miguel Cortes che ha descritto come Rudin, visto che il giovane era alto e aveva un fisico imponenente, lo aggredisse verbalmente solo quando era seduto, urlando contro di lui e intimidendolo.
Un assistente, rimasto anonimo, ha aggiunto: "Quando senti che ti sputa in faccia e ti sta urlando contro 'Non vali nulla' ovviamente ha un impatto e noi siamo giovani. Durante la sua lunga carriera ha fatto soffrire centinaia e centinaia di persone. E alcune hanno rinunciato ai loro sogni per come li ha fatti sentire e perché li ha portati a credere che non erano in grado di fare quel lavoro".
Il produttore avrebbe inoltre mentito dichiarando che una sua ex dipendente lo aveva derubato solo perché era andata a lavorare per The Weinstein Company.
Scott Rudin, come dimostrano le email della Sony diventate pubbliche a causa di un hacker, ha attaccato anche star come Angelina Jolie e Sam Mendes, oltre ad aver fatto battute razziste contro il presidente Barack Obama ed aver definito un'idiota Whoopi Goldberg perché non aveva voluto lavorare in una delle sue produzioni.
Megan Ellison, su Twitter, ha commentato l'articolo di THR scrivendo: "Come accaduto con Harvey Weinstein troppe persone hanno paura di parlare. Sostengo e applaudo chi ha avuto il coraggio di farlo. C'è un buon motivo per cui avere paura perché è una persona vendicativa e non si fa problemi a mentire".
La produttrice, che ha lavorato con Rudin in occasione del film Il grinta, ha scritto inoltre che l'articolo affronta solo una parte "del comportamento all'insegna degli abusi, razzista e sessista".