Sanremo 2026, il Comune pubblica il bando: più soldi ma anche ascolti che solo Rai e Mediaset garantiscono

Sanremo 2026 cambia volto: il Comune apre il bando pubblico per l'organizzazione del Festival, chiedendo più soldi e garanzie di ascolti. La sfida è aperta, ma i discografici lanciano l'allarme.

Carlo Conti a Sanremo 2025

Il Comune di Sanremo ha ufficialmente avviato la gara pubblica per l'assegnazione della produzione e trasmissione in chiaro del Festival della Canzone Italiana per le edizioni 2026, 2027 e 2028, con possibilità di proroga per altri due anni. La decisione arriva in seguito alla sentenza del TAR della Liguria, che ha dichiarato illegittimo l'affidamento diretto alla Rai, imponendo così un bando aperto a partire dall'edizione 2026.

Il bando e la clausola 'anti flop'

La procedura è divisa in due fasi: una selettiva, volta a individuare il partner idoneo, e una negoziale per definire i termini della convenzione. Il bando è rivolto a operatori economici nazionali che trasmettono in chiaro, in possesso di un canale generalista e con esperienza nell'organizzazione di eventi su scala nazionale.

Il Comune richiede un corrispettivo minimo annuo di 6,5 milioni di euro, oltre a una percentuale sugli introiti pubblicitari e sullo sfruttamento commerciale del marchio. Tutti i costi di realizzazione - compresi palco esterno e eventi collaterali - saranno a carico del partner vincitore. Il Comune manterrà la gestione della sede e della logistica dell'evento.

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Sanremo 2025: il momento della premiazione della serata duetti

Repubblica rivela che il Comune di Sanremo ha inserito la cosiddetta clausola anti flop che "riserva al Comune, senza costi, risarcimenti o indennità a carico dello stesso, la facoltà di far cessare il rapporto con il partner nel caso in cui una o più edizioni ottengano risultati d'ascolto inferiori di 15 punti rispetto alla percentuale media degli ascolti delle precedenti cinque edizioni del Festival". Considerando il successo delle edizioni condotte da Amadeus e Carlo Conti lo share per non far scattare la clausola dovrebbe essere intorno al 50%, numeri che solo Rai e Mediaset possono raggiungere, porte chiuse per Sky, La7 e Warner Bros. Discovery.

Le reazioni dei discografici: "Il Festival vive grazie a noi"

Non si è fatta attendere la reazione del mondo discografico. Enzo Mazza, CEO della FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana), ha criticato aspramente l'impostazione del bando: "Il Comune di Sanremo nell'avviso pubblicato, dove prevede impegni per il partner, non considera assolutamente il ruolo della discografia, che con investimenti e contenuti consente al festival di prosperare e generare ricavi".

"La prossima edizione del festival dovrà prevedere un consistente rimborso economico per le imprese partecipanti. Senza la discografia, sul palco di Sanremo ci sarebbero giusto i fiori." E conclude con una riflessione che sintetizza il malcontento dell'intero settore musicale:"Il Festival senza la musica è una scatola vuota".

Il messaggio è chiaro: mentre il Comune cerca un nuovo modello di gestione economica del Festival, la discografia chiede che venga riconosciuto il proprio valore centrale nella manifestazione. Una sfida che, nei prossimi mesi, potrebbe cambiare profondamente l'equilibrio e la struttura del Festival di Sanremo.