Salvatore Cascio: la malattia di cui soffre l'attore di Nuovo Cinema Paradiso

L'interprete del bambino di Nuovo Cinema Paradiso, Salvatore Cascio, ha parlato pubblicamente della sua terribile malattia: "Sono quasi cieco".

Salvatore Cascio, l'attore palermitano nato nel 1979 che ha interpretato il bambino di Nuovo Cinema Paradiso, ha rivelato di soffrire di gravi problemi agli occhi causati da una malattia che lo sta portando a perdere quasi completamente la vista, compromettendo la sua vita quotidiana e anche la sua carriera.

Nuovo cinema Paradiso: in scena Philippe Noiret e Salvatore Cascio
Nuovo cinema Paradiso: in scena Philippe Noiret e Salvatore Cascio

La malattia che affligge Cascio si chiama retinite pigmentosa, una patologia che provoca la degenerazione genetica della retina e che sta portando l'attore verso la cecità. "Questa patologia comporta la perdita quasi totale della vista, ci vedo pochissimo" ha rivelato a La Stampa.

"Non ne ho parlato mai, se non a chi conoscevo bene, per quella naturale riservatezza che interviene quando si deve parlare delle proprie cose, soprattutto quando sono negative. E anche perché ero sprofondato in un periodo buio, anche interiormente. È la prima volta che lo racconto pubblicamente. Mi ero chiuso in me stesso. Pazzesco. Grazie a Dio ci sono delle speranze nelle conquiste future della medicina. Spero sempre nella scienza, bisogna credere nella scienza. Grazie a Dio ho tanta fede. Ma ho vissuto anni difficili." Ha spiegato l'attore palermitano.

Salvatore Cascio in una scena de Il morso del serpente
Salvatore Cascio in una scena de Il morso del serpente

Dopo aver recitato in Nuovo cinema Paradiso, Salvatore Cascio è apparso in altri otto film per poi allontanarsi dal mondo del cinema a causa della retinite pigmentosa: "Ero nel clou della mia carriera ma ho dovuto rinunciare. Ho avuto la fortuna di parlare con persone come Andrea Bocelli, Alex Zanardi, Bebe Vio, Annalisa Minetti. Mi hanno trasmesso la loro forza di volontà grandissima e le risorse per dare voce a tutto ciò che ho vissuto. Anche Leonardo Pieraccioni è un amico vero, mi è stato sempre vicino. Scrivo perché ora sono rinato. Ho superato quel che mi portavo dentro. Bisogna accettare i problemi, accettare la disabilità, che non è una condanna ma una condizione."