Dopo la sua decisa invettiva nei confronti del sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni durante la cerimonia di premiazione dei David di Donatello, Pupi Avati è tornato ad attaccare il Ministero della Cultura e l'operato di Alessandro Giuli.
Nel corso di un'intervista concessa al Corriere della Sera, Avati ha ammesso di non avercela con il ministro, ma lo ritiene pesantemente inadeguato al compito che gli è stato assegnato: "Occorre liberare il povero Giuli, che è una bravissima persona, ma non ha la competenza di chi fa cinema da 60 anni".
La soluzione del regista bolognese sarebbe quella di affidare il lavoro a un'agenzia indipendente: "Solleviamolo con la fondazione dell'Agenzia del cinema, sempre sotto l'ombrello del ministero della Cultura, però con una sua autonomia. Serve ripartire dall'anno zero del cinema italiano, con un occhio ai bassi costi".
Pupi Avati ha parlato anche con Giorgia Meloni

Continuando nell'intervista, Avati ha anche rivelato di aver ricevuto un messaggio dalla Presidente del Consiglio: "Mi ha scritto, dispiaciuta che il governo fosse stato attaccato. Non da parte mia, io non sono mai aggressivo. Oltretutto ho grande stima per lei".

"Il mondo del centrodestra è in buona fede, crede davvero che il cinema sia solo di sinistra. Ma è una favola, sono ormai divisioni senza senso. Non è più così, lo è stato. Io la mia non appartenenza l'ho pagata cara".
Tornando sul ministro Giuli e gli attacchi di Elio Germano e Geppi Cucciari di questi ultimi giorni, il regista ha aggiunto: "Giuli di cinema ne sa poco e niente, non è giusto, per questo lo hanno preso in giro. Io che sono il decano - ho un anno più di Bellocchio - so di cosa parlo. E se dico che lui va bene per i beni culturali ma non per il cinema non vuole dire che lo sto criticando".