Pippo Baudo, il saluto di Amadeus (che torna in RAI per la prima volta): "Il suo erede? Non c'è"

Dopo aver visitato la camera ardente allestita a Roma per Pippo Baudo, Amadeus ha riflettuto con i giornalisti sulla figura del grande conduttore e sulla sue eredità televisiva

Pippo Baudo e Amadeus

Alla fine è arrivato anche uno dei più attesi a rendere omaggio a Pippo Baudo. Nel giorno in cui è stata chiusa la camera ardente al Teatro delle Vittorie, anche Amadeus non ha fatto mancare il suo estremo saluto a uno dei suoi dichiarati maestri.

Curiosamente, l'addio a Pippo Baudo ha segnato il ritorno dell'ex direttore artistico di Sanremo alla vecchia azienda. Nonostante le incursioni nell'ultimo programma radiofonico dell'amico Fiorello su Radio2, Amadeus non era ancora mai tornato fisicamente in RAI.

Amadeus su Pippo Baudo: "Non c'è il suo erede, ma..."

Visibilmente emozionato, il conduttore, appena uscito dalla camera ardente, ha speso parole d'elogio per lo storico presentatore, sottolineando una caratteristica importante sul personaggio e sulla carriera: "Sono state dette tante cose giuste, belle di Pippo, quello che posso dire che riguarda tutti noi, ma non chi fa questo lavoro, parlo della gente comune: ha fatto parte per una vita delle nostre famiglie. Uno come Pippo Baudo è irripetibile, Pippo ha fatto la televisione, manca a chiunque, manca alla signora che lo ha visto in televisione fino a qualche tempo fa, è mancato ad ognuno di noi che fa questo lavoro, non c'è di più da dire".

Pippo Baudo
Pippo Baudo

Anche ad Amdeus, come a tutti i conduttori che hanno reso omaggio a Baudo, è stata fatta, poi, la medesima domanda: chi, oggi, può considerarsi il suo erede? La risposta è negativa: "No, guarda, ho sentito parlare di eredità, non c'è l'erede di Baudo, non c'è l'erede di Costanzo, non c'è l'erede di Mike Bongiorno, di Raffaella Carrà, non c'è. Semplicemente perché erano unici, poi ognuno nel tempo ha una sua personalità e un proprio stile, il tempo decide e dice se quello che ha fatto lo ha fatto bene, partendo dalla professionalità, dalla passione, ma un erede no".

Una piccola eccezione però esiste, per Amadeus, e risponde al nome di uno dei suoi più cari amici (e non di Stefano De Martino, citato spesso negli ultimi giorni in relazione al re dei conduttori RAI): "Parlando di Rosario Fiorello, lui è uno che può fare il varietà, se noi pensiamo al varietà della Rai, l'unico nome che può fare questo è Fiorello".

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Come molti suoi colleghi, anche Amadeus conserva aneddoti personali legati alla figura del grande conduttore siciliano. Uno in particolare è quello che ha condiviso in mattinata con i giornalisti presenti fuori dalla camera ardente, e riguarda proprio ciò che più li ha accomunati: Sanremo.
"Conosco Pippo da tanti anni, ho avuto l'onore di averlo ospite in qualche trasmissione o di essere andato da lui, però è chiaro che prima dei cinque Festival, accadde una cosa che non era mai accaduta. In un ristorante non lontano da qui, eppure c'eravamo incontrati tante altre volte, lui mi disse di sedermi al suo tavolo. Ancora non sapevo di dover fare Sanremo, me lo dissero ad agosto. Non dimenticherò mai tutti i consigli, lui mi disse 'Tu devi fare Sanremo, e caso mai ti venisse chiesto, tu devi fare così'. Mi disse una serie di cose che ho stampato nella mia mente da quel giorno e sono stati dei comandamenti da osservare. Quella cosa non accadde per caso".