Pochi giorni fa si è spento Pippo Baudo, il decano della televisione italiana. L'uomo che per oltre sessant'anni ha incarnato il volto stesso del piccolo schermo è morto sabato 16 agosto, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo dello spettacolo. In questi giorni sono stati tantissimi gli artisti che hanno voluto ricordarlo, tra questi anche Pupo, che ha scelto una chiave diversa.
L'Italia piange Pippo Baudo, simbolo della televisione
Da quando si è diffusa la notizia della morte del presentatore, numerosi artisti hanno condiviso ricordi e aneddoti: da Fiorello a Carlo Conti, da Renzo Arbore fino a tanti altri volti noti della musica e della televisione. Tra queste testimonianze si è aggiunta anche quella di Enzo Ghinazzi, in arte Pupo, che però ha scelto un tono differente rispetto al coro unanime di elogi.
L'omaggio di Pupo, diverso da tutti gli altri
Pippo Baudo è stato un talent scout ineguagliabile, capace di scoprire e lanciare numerosi volti della musica e dello spettacolo italiano. Basti pensare a quanti artisti hanno preso il volo sul palco dell'Ariston durante le sue tredici conduzioni del Festival di Sanremo. Pupo, però, non rientra tra i cantanti scoperti dal grande conduttore siciliano.

In una rubrica fissa su La Nazione il cantante di Gelato al cioccolato ha affidato al giornale toscano il suo personale ricordo: "La scomparsa di Pippo Baudo ha generato un'infinità di post e commenti. Tantissimi artisti e addetti ai lavori hanno tirato fuori dall'album dei ricordi foto e pensieri per rendere omaggio a questo grandissimo personaggio".
"Naturalmente, come sempre accade in questi casi, nessuno è andato fuori dal coro dell'apologia - ha scritto Pupo - Anche io, che non ho mai fatto parte di nessun coro, desidero comunque salutare e ringraziare Pippo Baudo per tutto ciò che ha fatto per la musica italiana ma, soprattutto, desidero ringraziarlo per non avermi mai considerato e aiutato".
Pupo ha poi aggiunto un episodio personale: "Ricordo quando mi disse che gli stavo antipatico e, soprattutto, che gli stava antipatico il mio nome d'arte: Pupo. Il più grande talent scout di tutti i tempi aveva sentenziato già negli anni '80 la mia fine. Ci rimasi malissimo, ma non mi buttai giù, anzi, mi rimboccai le maniche e ricominciai a combattere".
"Grazie Pippo - ha concluso il cantante - senza di te probabilmente non avrei mai trovato quella tenacia e quella forza di reagire che oggi mi permettono di festeggiare i 50 anni di carriera e di essere sempre un 'Pupo'. Che la terra ti sia lieve, grandissimo uomo e monumentale artista". Un ricordo inaspettato, segnato da un rapporto mai semplice, ma che sottolinea ancora una volta quanto l'impronta di Pippo Baudo abbia influenzato, direttamente o indirettamente, intere generazioni di artisti.