Pio e Amedeo sono appena sbarcati al cinema grazie a Belli Ciao, uscito l'1 gennaio in 500 sale con la speranza di poter raccogliere il testimone di Checco Zalone. Nel corso di un'intervista con Repubblica, i due comici hanno parlato di quel monologo a Felicissima sera che mandò l'opinione pubblica su tutte le furie.
Il 2021 è stato un grande anno per Pio e Amedeo, sfociato nella distribuzione cinematografica di Belli Ciao. Tuttavia, i due comici si sono ritrovati nell'occhio del ciclone lo scorso maggio a causa di un monologo politicamente scorretto. A proposito dell'anno trascorso, i due hanno dichiarato: "Con Felicissima sera su Canale 5 abbiamo provato a riscrivere le regole del varietà italiano, diventato stantio. E gli show che sono venuti prima e dopo lo hanno dimostrato con ascolti non eccellenti. I nostri numeri sono balzati agli occhi. Il pubblico non è scemo, ma si era assopito e quando vede qualcosa di diverso fatto con lealtà e onestà lo capisce. Noi crediamo in quel che diciamo, evitando perbenismo e patetismo".
Il monologo che Pio e Amedeo hanno recitato in Felicissima sera, però, è stato aspramente criticato per l'uso di termini razzisti e omofobi. I due hanno risposto: "Bisogna andare dritti con le proprie scelte. Per noi è stato solo l'inizio, continueremo. È la nostra cifra. La satira è libera e quel che è successo ci ha dato più forza. Anche perché lo spirito del Paese è quello. La maggioranza è stufa del perbenismo, del pensiero unico".
A quanto pare, quindi, nonostante le critiche ricevute, Pio e Amedeo non hanno cambiato idea ma hanno chiosato: "Speriamo non venga presa per arroganza, ma le reazioni ci hanno fatto pensare che c'è tantissima gente che non ascolta e non vede l'ora di cavalcare l'odio. Tante persone omosessuali ci hanno scritto in privato e ci hanno detto: 'Finalmente qualcuno ci scrolla di dosso il vittimismo'. Ci ha ferito sentirci dare degli omofobi e razzisti. Ovviamente le parole hanno il loro peso, ma noi consigliavamo di combattere l'ignoranza disarmandola con l'ironia. Tra l'altro questo monologo lo abbiamo fatto per un anno e mezzo a teatro e non ha mai suscitato la minima polemica. Ma abbiamo sfondato il muro del politicamente corretto e tornare indietro significherebbe rinnegare le nostre convinzioni. E deludere chi si indentifica in questo pensiero".