Paul Schrader analizza lo stile di tre maestri nel libro Il trascendente nel cinema

Il regista Paul Schrader ha firmato il volume Il trascendente nel cinema, edito da Marietti1820, e la nuova edizione ha la prefazione firmata da Gabriele Pedullà.

Una foto di Paul Schrader

Marietti1820 ha portato nelle librerie, dal 28 febbraio, il volume Il trascendente nel cinema scritto da Paul Schrader e la nuova edizione del classico della critica cinematografica propone anche una prefazione scritta da Gabriele Pedullà.
Al centro del saggio firmato dal regista, di nuovo proposto ai lettori italiani e agli appassionati di cinema, ci sono alcune domande come: "Qual è il rapporto tra cinema e sacro? È possibile portare sullo schermo il completamente altro, il divino?".

Il libro di Schrader

Tra le pagine del volume Il trascendente nel cinema scritto da Paul Schrader si offrono nuove chiavi di lettura sul rapporto tra immagine e spiritualità e il filmmaker sostiene che "l'arte religiosa è completa quando il suo linguaggio si dissolve nell'esperienza", sottolineando poi come "il vento soffia dove vuole; non importa, dal momento che tutto è grazia".

Tra le pagine viene analizzato lo stile cinematografico di Yasujirō Ozu, Robert Bresson e Carl Dreyer, esplorando il concetto di cinema lento e la sua evoluzione negli ultimi decenni.
Tra gli elementi presi in considerazione anche il legame tra cinema e fenomenologia della percezione attraverso il tempo, ampliando la sua analisi fino a includere registi come Andrej Tarkovskij e Béla Tarr, con il contributo essenziale della teoria di Gilles Deleuze.

Schrader offre poi una lettura illuminante dello stile trascendentale nel cinema, dimostrando come questa estetica possa diventare un ponte tra esperienza visiva e riflessione spirituale.

Il filmmaker ha scritto: "Lo stile trascendentale, come il vaso, è una forma che esprime qualcosa di più profondo di ciò che è visibile, e cioè l'intima unità di tutte le cose".
Schrader ha spiegato che "quando la strada dell'introspezione e la strada della visione si fondono, lo stile trascendentale nel cinema diventa una cosa sola con lo stile trascendentale di qualsiasi arte, indipendentemente dal fatto che si tratti di mosaici, pittura, arte ornamentale, della cerimonia del tè o di una liturgia sacra".

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Tra gli argomenti affrontati c'è inoltre il rapporto tra lo spettatore e il film, sostenendo che il pubblico ha un processo attivo di contemplazione e compie un'esperienza che non è solo estetica, ma anche spirituale. Schrader ha sostenuto tra le pagine che "la noia diventa uno strumento estetico, un mezzo per trascendere il realismo convenzionale e aprire la porta all'assoluto". Il maestro del cinema ha proseguito sottolineando che "il cinema lento non è solo una questione di ritmo, ma una modalità di percezione che invita a una più profonda comprensione del sacro".

Nella sua prefazione, Gabriele Pedullà definisce il libro come "un acuto studio critico" e "un manifesto per un cinema diverso", dichiarando poi che il volume è "un grande classico che continua a tracciare strade, aprire porte, scavare gallerie, costruire ponti che aiutano tutti a pensare più liberamente".

Schrader Iltrascendente Piatto
La copertina del libro