Prima di morire, cinque anni fa, Sergio Citti aveva rilasciato nuove dichiarazioni in merito all'omicidio di Pier Paolo Pasolini, affermando che secondo lui Pino Pelosi (l'uomo che si autoaccusò del delitto) in realtà aveva preso parte ad un piano più complesso, dietro il quale si nascondeva un complotto politico ordito da più persone. Adesso, nuove rivelazioni arrivano da un video mostrato alla Casa del Cinema di Roma, realizzato da Citti poco dopo la morte di Pasolini, che ricostruisce le dinamiche dell'omicidio che fino ad ora non sono mai state chiarite. Il documentario, che il senatore Guido Calvi (che ha partecipato alla sua realizzazione) ha definito "un atto giudiziario", più che un film, è stato sottoposto alla visione del pubblico ministero Francesco Minisci, che si occupa dell'inchiesta relativa all'omicidio di Pasolini. La vera novità - che mette in discussione la verità "ufficiale" di Pelosi - sta nella testimonianza di un pescatore che a quei tempi abitava ad Ostia, e che sarebbe il testimone oculare dell'omicidio: l'uomo, secondo Citti "Aveva visto entrare due auto nell'area e non una sola. E diverse persone". Pasolini fu tirato a forza dalla sua macchina e picchiato da almeno quattro persone. Per difendersi, il regista e scrittore aveva finto di essere morto, ma dopo che i suoi aggressori si erano allontanati, e lui si era alzato per togliersi la camicia sporca di sangue, quegli uomini l'avevano inseguito e ucciso.
"In Italia la morte di Pasolini è stata coperta con un velo di omertà" - ha detto Calvi - "Ora vogliamo sapere chi sono questi ignoti. Ed è anche un dovere sapere chi ha voluto quella morte. Per due volte abbiamo fatto riaprire il caso, ma con indagini sommarie. Adesso nutro qualche speranza in più". Alla testimonianza del pescatore - che scelse di non farsi riprendere dalla telecamera di Citti per paura - si aggiunge quella di Silvio Parrello, ex "ragazzo di vita", che sostiene che l'auto che uccise Pasolini fu portata subito dopo l'omicidio da due carrozzieri - entrambi ancora viventi - uno dei quali rifiutò di rimetterla a nuovo, considerato che era sporca di sangue e fango.