Omicidio Tromboni a Rozzano: i moventi per i quali Sandro ha ucciso Luca, dai soldi ai viaggi

L'omicidio a Rozzano di Luca Tromboni, ucciso dal fratello Sandro che non voleva rinunciare suoi viaggi e al suo stipendio da manager è al centro della puntata di stasera di Un giorno in pretura.

L'omicidio di Luca Tromboni a Rozzano è al centro della puntata di stasera di Un giorno in pretura. Luca fu ucciso da suo fratello Sandro Tromboni per ragioni economiche. Ripercorriamo la storia dell'omicida e del suo processo che sarà raccontato alle 00.20 su Raitre nella puntata del programma dal titolo Le colpe di Abele.

Viaggi in barca, amanti e debiti

Luca Tromboni
Una foto di Luca Tromboni, ucciso dal fratello Sandro a Rozzano

Luca Tromboni fu ucciso il 19 marzo 2015 all'interno del capannone dell'azienda di famiglia in via Brenta. Per raccontare la storia bisogna fare un piccolo passo indietro. I Tromboni hanno un'azienda che produce viti e bulloni amministrata da Sandro che, sotto la sua gestione, sta portando la ditta di famiglia sull'orlo del fallimento. L'omicida è più interessato ai viaggi e allo svago che alla gestione oculata dell'azienda: a bordo della sua barca, accompagnato a turno dalle tre amanti, tutte dell'Est Europa, Sandro si reca spesso in Liguria e a Cannes, le sue mete preferite.
I genitori decidono di mettere un freno a questa gestione scellerata e comunicano che Luca sostituirà il fratello a capo dell'azienda. Luca, che risiedeva a Roma, arriva a Rozzano scopre che la Tromboni Srl ha accumulato un debito di ottocentomila euro. Nella prima riunione con i manager decide che tutti, compreso il fratello, dovranno dimezzarsi lo stipendio che da tremila euro passerà a circa millecinquecento euro mensili.

L'omicidio

Sandro Tromboni
Una foto di Sandro Tromboni

Il 20 marzo del 2015 era la data fissata per la ratifica della nuova politica di austerity dell'azienda. La sera prima Luca viene ucciso nel capannone di famiglia e il suo cadavere viene trovato la mattina dopo dalla madre Angelina, 76 anni. La polizia stabilisce che l'uomo era stato ucciso con due colpi sparati con una pistola calibro 7.65, uno alla testa e uno nell'addome. Gli inquirenti escludono subito il movente della rapina perché non vi sono segni di effrazione sul cancello d'ingresso del capannone né segni di colluttazione. Il killer ha portato via solo una chiavetta USB contenente i documenti aziendali.

Le indagini e la rivelazione del terzo proiettile

Omicidio Tromboni Rozzano

Le indagini si concentrano subito su Sandro Tromboni e sui suoi contrasti con il fratello. Nella cronologia del computer dell'omicida vengono trovati dati che accertano l'acquisto di un kit per la pulizia di una pistola calibro 7.65, la stessa usata per l'omicidio. La scientifica rileva nelle maniche del giubbotto di Sandro Tromboni la presenza di polvere da sparo. La prova definitiva arriva però da una delle amanti dell'imprenditore. La donna spiega agli inquirenti che Sandro, due giorni dopo l'omicidio di Luca, le aveva detto che il fratello era stato ucciso con tre colpi di pistola, un particolare che fino a quel momento era noto solo all'assassino perché la polizia riteneva che l'omicida avesse sparato due volte. Sarà l'autopsia a rivelare la presenza di un terzo proiettile.

La sentenza e il movente

Nel dicembre del 2019 la Corte di Cassazione ha emesso la sentenza definitiva: ergastolo per Sandro Tromboni riconosciuto colpevole dell'omicidio del fratello Luca Tromboni la sera del 19 marzo 2015. Ecco il movente dell'omicidio secondo la Suprema Corte: "Forti e insanabili contrasti insorti tra i due fratelli per la conduzione dell'azienda di famiglia, la Tromboni srl, i cui soci di maggioranza erano i genitori e di minoranza proprio i due fratelli. Il comportamento di Sandro Tromboni, ritenuto contrario agli interessi della società, aveva costretto il fratello Luca - anche per volere della madre, Angiola Rebustini - a prendere il controllo dell'azienda e a porre all'ordine del giorno dell'assemblea fissata proprio per il 20 marzo 2015 il suo licenziamento o demansionamento".

La puntata di stasera di Un giorno in Pretura è la seconda di un ciclo di nove puntate, nella storica collocazione in seconda serata del sabato sera. La trasmissione va in onda dal 18 gennaio 1988 ed è stata ideata da Roberta Petrelluzzi che è anche la storica conduttrice del programma oltre ad esserne la regista insieme a Nini Perno. Un giorno in Pretura è una delle trasmissioni più longeve della terza rete Rai.