L'omicidio di Janira D'Amato: 50 coltellate dall'ex-fidanzato

L'omicidio di Janira D'Amato, uccisa a 21 anni dall'ex fidanzato Alessio Alamia: l'autopsia, la versione dell'assassino e le testimonianze del fratello e della mamma della vittima: 'Non era un rapporto sano'.

L'omicidio di Janira D'Amato è uno dei casi di cronaca più efferati degli ultimi anni: la ragazza fu uccisa dall'ex fidanzato Alessio Alamia Burastero, che la colpì con cinquanta coltellate, inferte con tale violenza che la lama si spezzò. Rievochiamo i risultati dell'autopsia, il racconto dell'assassino e le testimonianze della famiglia di Janira sulla relazione tra i due ragazzi.

L'autopsia Janira D'Amato

Janira Damato
Una foto di Janira D'Amato

Il corpo senza vita di Janira D'Amato è stato ritrovato la notte del 7 aprile del 2017 nell'abitazione in Via Crispi a Pietra Ligure, nella provincia di Savona. Poco dopo l'omicidio nella caserma dei Carabinieri si è costituito Alessio Alamia, l'ex fidanzato della ragazza che ha confessato di essere l'autore del brutale assassinio. L'autopsia effettuata dal medico legale Marco Canepa ha stabilito che l'assassino ha usato un coltello con una lama di 12 centimetri. Alessio Alamia, 20 anni all'epoca dei fatti, ha ucciso Janira D'Amato, 21 anni, colpendola con circa 50 coltellate. Due colpi letali hanno raggiunto la vittima al collo facendola morire dissanguata. Alessio ha anche infierito sul volto di Janira sfregiandolo varie volte. La violenza dei colpi ha spezzato la lama rimasta nel cranio. I tagli alle mani e agli avambracci hanno dimostrato che Janira ha provato a difendersi dalla furia omicida dell'ex fidanzato.

Alessio Alamia e la sua versione dei fatti

Alessio Alamia
Una foto di Alessio Alamia

Alessio Alamia ha raccontato l'omicidio di Janira D'Amato rispondendo alle domande del Pubblico Ministero Elisa Milocco, della Corte di Assise come riportato da IVG.it. "E' arrivata a casa mia verso le 18,25 e da lì abbiamo iniziato a litigare per la nostra relazione - ha testimoniato in aula Alessio - Poi lei mi ha detto che voleva andare in camera di mia madre per vedere se le aveva rubato qualcosa", questo perché in precedenza la madre di Alamia aveva rubato soldi e gioielli alla fidanzata del figlio. Alessio ha proseguito il suo racconto: "Lei ha aperto cassetti e armadi, poi si è seduta sul letto e ha fumato una sigaretta. Abbiamo discusso ancora. Io le ho chiesto se era andata a letto con un altro e lei mi ha tirato uno schiaffo. Gli ho detto 'tiramene ancora se ti vuoi sfogare' e lei mi ha risposto 'non mi abbasso ai tuoi livelli'".
Ecco il racconto dell'omicidio: "Poi siamo scesi in salotto. Lei mi ha dato l'anello e mi ha detto 'tanto ora lo dai a un'altra ragazza'. Io gli ho detto che non ero quel tipo di ragazzo e poi è successo il fatto... Ingiustificatamente, perché non c'è giustificazione del reato che ho fatto". Alessio ha raccontato che quando la vittima gli ha detto: "Sei uguale a tua madre, un delinquente" non ci ho più visto ed è successo l'omicidio". L'omicida ha rivelato al Pubblico Ministero l'attimo in cui il raptus è terminato: "Mi sono svegliato quando ho sentito il 'tac' del coltello, quando si è spezzata la punta. Ero in un lago di sangue e la chiamavo, allora ho capito che non c'era niente da fare. Ero disperato perché non ci credevo di quello che avevo fatto mi sono lavato, cambiato e sono andato da mia nonna. Prima ho anche risposto al telefono di Janira era la madre e le ho detto che Janira era già sul bus".

Un rapporto malato

Alessio Alamia Processo
Alessio Alamia durante il processo

Alessio Alamia era geloso di Janira e non accettava che lei lo avesse lasciato. La ragazza aveva studiato all'Istituto alberghiero e stava seguendo un corso di formazione dell'Accademia di Costa Crociere ad Arenzano. Kevin D'Amato, il fratello maggiore di Janira ha raccontato a La Stampa: "I miei genitori lo hanno sempre trattato come un figlio, veniva spesso a cenare a casa come una persona di famiglia fino a quando abbiamo capito che questo rapporto non era sano e che lui si comportava male con lei, la limitava in tutto, era geloso dei suoi successi e non voleva che prendesse il volo" e poi ha aggiunto "Una volta durante una lite, lui le aveva rotto volontariamente lo schermo del cellulare. Janira lo giustificava sempre, lei aveva un animo gentile e provava in qualche modo di cambiarlo e vedere in lui la parte buona".

L'omicidio di Jamira è stato ricordato dalla madre Tiziana a Domenica In, la donna ha ricordato l'ultimo compleanno della figlia: "ce l'abbiamo fatta a festeggiarlo, quel giorno le abbiamo inviato messaggi e auguri. Lei mi aveva detto che era arrabbiata perché lui si era presentato all'accademia con una rosa. Lei non aveva accettato questo regalo perché non lo voleva. Si erano lasciati". Poi ha ricordato che la figlia ha deciso di andare da sola dall'ex fidanzato per riprendersi alcune cose: "Senza dire niente a noi quella sera è andata ed è successo quello che è successo".

La sentenza

Alessio Alamia è stato processato per l'omicidio premeditato di Janira D'Amato. Dopo una camera di consiglio durata circa cinque ore i giudici lo hanno condannato all'ergastolo. Alamia è stato assolto dall'accusa d di stalking "perché il fatto non sussiste". I genitori della vittima hanno accolto la sentenza con soddisfazione: "La giustizia ha fatto il suo corso, siamo contenti e soddisfatti. Almeno un po' di giustizia per lei, Janira se lo meritava. Essere qui a ogni udienza è stato difficile, ma glielo dovevamo"