Oggi è una giornata carica di nostalgia, almeno per chi ama il cinema italiano, perchè esattamente vent'anni fa ci lasciava Massimo Troisi, e dieci anni dopo anche il grande Nino Manfredi. Due artisti divisi da grandi differenze culturali e generazionali, che hanno saputo conquistare un posto speciale nel cuore del pubblico, oltre ad aver contribuito concretamente a fare la storia del nostro cinema, in particolare della commedia all'italiana. Tuttavia, se per Troisi, oltre al dispiacere per la sua scomparsa, resta il rimpianto per quello che avrebbe potuto dare in termini artistici ed umani al nostro Paese, con Manfredi abbiamo la certezza che sia riuscito a dare tutto quello che poteva, fino all'ultimo. E' per questa ragione che abbiamo voluto ricordare Troisi con un articolo che ne ripercorresse il pensiero e la filosofia, mentre a Manfredi abbiamo dedicato un ricordo affettuoso con un album fotografico sulla sua carriera.
Nino Manfredi, nel ricordo di un grande attore (12 foto)
Nino e Totò
Manfredi con Totò, con il quale aveva un rapporto di stima e amicizia. Agli inizi Nino ebbe un piccolo ruolo in Totò, Peppino e la Malafemmina e fu voce narrante di Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi. E poi si ritrovarono a recitare insieme in Operazione San Gennaro.
L'audace colpo dei soliti ignoti, 1959
Il primo grande successo al cinema, per il quale fu chiamato da Nanny Loy - che diventerà uno dei suoi registi - a ''sostituire'' Marcello Mastroianni, che aveva fatto parte del cast del primo, fortunatissimo film.
Riusciranno i nostri eroi... 1968
Accanto ad Alberto Sordi, nel film di Ettore Scola, nei panni di un uomo ''misteriosamente scomparso in Africa''. Manfredi avrebbe dovuto interpretare il protagonista, ma aveva altri impegni e gli fu affidato un ruolo secondario.
Straziami ma di baci saziami, 1968
Manfredi accanto a Ugo Tognazzi nella commedia diretta da Dino Risi. Il titolo del film riprende le parole di ''Creola'', un tango passionale del 1926.
Nell'anno del Signore, 1969
Manfredi accanto ad una splendida Claudia Cardinale, nel film di Luigi Magni, primo di una trilogia che prosegue con ''In nome del Papa Re'' e ''In nome del popolo sovrano''.
Per grazia ricevuta, 1970
Il suo esordio alla regia di un lungometraggio, che lo vede anche interprete e che fu premiato al Festival di Cannes per la miglior opera prima.
Le avventure di Pinocchio, 1972
Nella popolare fiaba televisiva di Luigi Comencini, Manfredi è Geppetto. Accanto a lui, oltre al piccolo Andrea Balestri, ci sono anche la Lollo in versione Fata Turchina e Franco e Ciccio nei panni del Gatto e la Volpe.
Lo chiameremo Andrea, 1972
Con Vittorio De Sica e Mariangela Melato sul set. I due attori interpretano una coppia che non riesce ad avere figli. A complicare ulteriormente le cose, arriverà una gravidanza isterica.
C'eravamo tanto amati, 1974
Inserito nella lista dei '100 film italiani da salvare', la pellicola di Ettore Scola vede Manfredi accanto a Gassman e Stefano Satta Flores, oltre a Stefania Sandrelli, Aldo Fabrizi, Marcello Mastroianni e Giovanna Ralli.
Café Express, 1980
Diretto da Nanni Loy, qui offre una delle sue più grandi interpretazioni, con cui vinse il suo sesto ed ultimo Nastro d'Argento. Nel corso della sua carriera ha vinto anche cinque David di Donatello, oltre a quattro David ''speciali''.
A proposito di caffè...
Manfredi è ricordato anche per i tantissimi spot di una celebre marca di caffè, che hanno contribuito a rafforzare la sua popolarità. Qui lo vediamo anche in versione ''moro''.
Una targa dedicata
La strada principale del Giardino degli Aranci, a Roma, intitolata a Manfredi. Qui l'attore era solito recarsi volentieri, anche per incontrare amici e colleghi, ma anche per ''studiare'' i comportamenti della gente e prendere spunto per le sue interpretazioni.
Una carriera lunghissima e proficua durante la quale Manfredi ha spaziato dal teatro di prosa al cinema, dal teatro di rivista degli anni Cinquanta agli sceneggiati televisivi, fino alla fiction. Per non parlare poi delle sue parentesi musicali e numerosi spot televisivi che gli hanno permesso di consolidare ulteriormente la sua popolarità entrando nell'immaginario collettivo con le sue tazzine di caffè. E' stato regista, ma anche doppiatore di divi come Robert Mitchum e colleghi come Mastroianni, ma soprattutto è stato - e resterà sempre - uno dei mostri sacri della commedia all'italiana. Ha affiancato Totò, Gassman, Tognazzi, Sordi, per citarne solo alcuni ed è stato diretto da Nanni Loy, Steno, Bolognini, Ettore Scola - che lo ha voluto in tanti suoi lavori - poi ancora Wertmuller, Magni, e tanti altri autori che insieme a lui hanno costruito tasselli importanti, grandi e piccoli, della storia del cinema italiano, ma soprattutto hanno tratteggiato ritratti riuscitissimi - a volte grotteschi, a volte teneri e irresistibili - dell'italiano medio.