Natalie Portman: "Il ruolo in Lady in the Lake mi ha fatto riflettere sugli oppressi che diventano oppressori"

La star premio Oscar ha sottolineato l'importanza del suo personaggio nella serie televisiva Apple TV+.

Natalie Portman alla Mostra di Venezia 2018

Il primo ruolo televisivo di Natalie Portman le ha permesso di avere un'opportunità unica per esplorare l'intersezionalità e l'oppressione attraverso lo sguardo di un dramma criminale ambientato negli anni '60. L'attrice ne ha parlato in un'intervista al The Guardian.

Natalie Portman in passato aveva partecipato soltanto a sporadici episodi di alcune serie come Sesamo apriti, I Simpson e Angie Tribeca ma non aveva mai recitato da protagonista in un prodotto per la televisione.

Il ruolo in tv

In La donna del lago (Lady in the Lake), la nuova miniserie Apple in uscita il 19 luglio, Natalie Portman interpreta la giornalista investigativa ebrea Maddie Schwartz. Ecco la riflessione che l'attrice ha espresso nel corso dell'intervista:"È possibile essere sia oppressi che oppressori. E a volte, quando cerchiamo la nostra libertà, non ci rendiamo conto che stiamo calpestando la vita di qualcun altro".

Lady In The Lake Natalie Portman Moses Ingram
Natalie Portman in una scena della serie La donna del lago

Basato sul romanzo del 2019 di Laura Lippman, Lady in the Lake racconta la storia di Maddie, una casalinga di Baltimora diventata giornalista, che rimane ossessionata dal mistero di due omicidi separati: la bambina ebrea di 11 anni Tessie Fine (Bianca Belle) e la laboriosa attivista e madre nera Cleo Sherwood (Moses Ingram).

"In quel periodo e nella sua comunità, quel ruolo è qualcosa da cui desiderava liberarsi" ha spiegato Natalie Portman in merito alla quotidianità da devota casalinga di Maddie "Per Maddie e Cleo, la liberazione è qualcosa che unisce le loro storie". Maddie, tuttavia, sfrutta la morte di Cleo per un salto di carriera:"È sicuramente discutibile, si potrebbe certamente sostenere che lei sia un'antagonista".

D'altronde, da giornalista 'la vita delle altre persone è il suo materiale, ed esiste il dilemma se ciò sia intrinsecamente problematico dal punto di vista morale, perché in quel ruolo, da giornalista, dovresti raccontare una storia, senza pensare a come potrebbe influenzare la vita di quella persona'.