Il mondo della cultura piange la scomparsa di Goffredo Fofi, scrittore e critico cinematografico, letterario e teatrale, morto all'età di 88 anni.
Collaboratore di molte testate italiane, tra cui i quotidiani l'Unità, Avvenire, il manifesto, Il Sole 24 Ore, e di riviste quali Internazionale, FilmTv e Panorama, Fofi è stato uno degli intellettuali più lucidi e controcorrente del panorama italiano. Sono note ai lettori le sue sferzanti recensioni dei titoli più noti, ma è stato anche fautore della rivalutazione di Totò e della sua maschera comica analizzandone il fenomeno di costume nel suo celebre saggio del 1968 Totò. L'uomo e la maschera realizzato in collaborazione con la vedova del celebre attore napoletano, Franca Faldini.
La carriera di Goffredo Fofi
Fondatore di diverse importanti riviste, come Ombre Rosse, dedicata al cinema, pubblicata tra il 1967 e il 1981, e i Quaderni piacentini, insieme a Piergiorgio Bellocchio e Grazia Cherchi, Goffredo Fofi era nato a Gubbio il 15 aprile 1937. Appena diciottenne, si recò in Sicilia per seguire le gesta del filosofo Danilo Dolci, affiancandolo nelle sue battaglie a fianco dei disoccupati e nella lotta alla mafia.
La sua formazione nella critica cinematografica avviene a Parigi nella prima metà degli anni 1960, dove lavora alla rivista di cinema Positif prima di fare ritorno in Italia e fondare, nel 1967, Ombre rosse, rivista di cinema dalle posizioni politiche nette molto vicina ai movimenti studenteschi e operai. In tempi più recenti, tra il 1997 e il 2016, aveva diretto Lo straniero, che si occupava di letteratura.
Nella sua lunga carriera ha pubblicato vari saggi di cinema in cui analizza il cinema e il teatro di Totò, ma anche i lavori di Marco Bellocchio, Vittorio De Seta, il Neorealismo, la Nouvelle Vague, Marlon Brando e Albero Sordi.