Kathy Bates è stata intervistata da Variety e ha raccontato qualche dettaglio dell'esperienza vissuta sul set di Misery non deve morire, adattamento cinematografico di Rob Reiner del romanzo di Stephen King.
La lavorazione del film e il successo che ne derivò investirono completamente Kathy Bates, all'epoca del tutto impreparata a vivere una situazione di quel tipo.
Le difficoltà di Kathy Bates all'epoca di Misery non deve morire
"Non avevo idea. In effetti c'è una foto di me che scendo da un'auto indossando un bavaglino di pizzo nero e un reggiseno bianco sotto, così pacchiano! Mi sembrava sempre un incubo. Mi sentivo così impreparata, come una contadinotta" ha spiegato.

"Guardando indietro a quegli anni, mi sono sentita non protetta" prosegue Bates "Non sapevo cosa stessi facendo. Ero una ragazza della classe media di Memphis, Tennessee, con genitori anziani, e in realtà vent'anni indietro rispetto ai tempi. Non sapevo niente di niente, e questo mi ha perseguitata per anni".
Kathy Bates e l'ingenuità dei suoi primi anni nel cinema
Rob Reiner aveva confermato le difficoltà dell'attrice, paragonandone l'ingenuità a quella del suo personaggio, Annie Wilkes. Tuttavia, secondo Kathy Bates il problema era ben più radicato.
Nonostante avesse alle spalle più di vent'anni di carriera in teatro, Kathy Bates sentiva di non essere preparata per il cinema e tutto il resto, sostenendo di aver avuto difficoltà anche per il suo ruolo successivo in Pomodori verdi fritti alla fermata del treno.
Successivamente, l'attrice si è distinta come una delle più importanti interpreti di Hollywood recitando in film noti come Titanic, L'ultima eclissi, Primary Colors, A proposito di Schmidt e Waterboy. Kathy Bates vinse l'Oscar alla miglior attrice protagonista per il ruolo di Annie Wilkes in Misery non deve morire.