Megalopolis, Francis Ford Coppola: "Il film darà speranza al pubblico"

Il regista de Il padrino è fiducioso sul messaggio che il suo ultimo lavoro trasmetterà allo spettatore.

Francis Ford Coppola al Festival di Cannes 2024

Megalopolis è stato al centro del dibattito al Toronto International Film Festival durante l'incontro con Francis Ford Coppola, presente alla kermesse nordamericana anche per parlare della ultima fatica. Il film si concentra sull'utopica costruzione di New Rome.

Secondo Coppola, il film propone una visione speranzosa e trasmette un messaggio di ottimismo al pubblico. Dopo le recensioni contrastanti e le critiche al trailer che mostrava finti giudizi negativi sui film precedenti del regista, Francis Ford Coppola è convinto della bontà del suo progetto.

Una nuova era

"È un'epica romana. È un'immersione in un mondo che esiste più di quanto dovrebbe. Ovviamente, parla di lealtà ma alla fine è una visione di speranza" spiega Coppola "C'è sempre lo sguardo degli esseri umani che sono grandiosi e capaci di affrontare qualsiasi sfida per creare un mondo bello per noi stessi e per i nostri figli. È un film che infonde speranza".

Megalopolis 2
Adam Driver in una scena di Megalopolis

Tra i progetti maggiormente turbolenti di tutta la storia del cinema, Megalopolis è un lavoro che Coppola si è trascinato appresso per anni, e lui stesso afferma che la storia è ispirata a ciò che ha scoperto dai resoconti storici dell'antica Roma e della moderna New York, sebbene non sia 'inventata':"Posso dirti da dove ho preso quel dettaglio strano e bizzarro ma non l'ho inventato".

Qualche settimana fa, Francis Ford Coppola ha spiegato di aver scelto volutamente nel cast attori in qualche modo epurati da Hollywood come Jon Voight e Shia LaBeouf, perché non voleva che il suo film venisse liquidato come una produzione hollywoodiana progressista.

"Ciò che non volevo accadesse è che fossimo considerati una produzione hollywoodiana progressista che semplicemente predica agli spettatori. C'erano persone che erano ultraconservatori ed altre estremamente progressiste politicamente. Ma tutti insieme stavamo lavorando ad un film. Pensavo fosse interessante" ha concluso il regista della saga de Il padrino.