Marta Russo: l'omicidio senza movente della studentessa della Sapienza

Marta Russo fu uccisa il 9 maggio 1997 all'interno della Sapienza di Roma, un omicidio senza movente che portò alla condanna di due assistenti universitari che si sono sempre proclamati innocenti.

L'omicidio di Marta Russo all'interno della Sapienza di Roma, nel marzo 1997, è al centro di Crimini da Copertina, spin-off di Vite da Copertina condotto da Rosanna Cancellieri. Il programma è incentrato su famosi delitti che hanno attirato l'attenzione dell'opinione pubblica italiana. La prima puntata

L'omicidio

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Una foto di Marta Russo

Marta Russo, 22 anni, viene colpita da un colpo di pistola alla testa il 9 maggio 1997 alle ore 11,35 mentre cammina con un'amica in un vialetto all'interno della città universitaria della Sapienza di Roma. Il proiettile le buca l'encefalo, Marta viene portata al reparto di traumatologia del Policlinico di Roma dove muore dopo cinque giorni di coma profondo.

Le indagini

Marta Russo Indagini

Le indagini si presentano subito complesse per la mancanza di un movente. Gli inquirenti in un primo momento indirizzano i loro sospetti verso alcuni dipendenti dell'impresa di pulizia dell'Università, visto che nel loro sgabuzzino vengono trovate alcune cartucce e l'ipotesi iniziale è che il colpo sia partito dai bagni della facoltà di Scienze Politiche. Gli investigatori brancolano nel buio vagliando tutte le ipotesi, dal terrorismo di destra e di sinistra al terrorismo islamico in vista del Giubileo 2000.

La testimonianza

Salvatore Ferraro Giovanni Scattone
Salvatore Ferraro e Giovanni Scattone

Improvvisamente gli inquirenti indirizzano la loro attenzione verso l'aula sei dell'istituto di filosofia del diritto: Gabriella Alletto, segretaria dell'istituto e l'assistente Maria Chiara Lipari fanno il nome del direttore dell'istituto, il professor Bruno Romano che indagato per favoreggiamento verrà prosciolto. Interrogata dagli investigatori la Lipari riferisce i ricordi in maniera frammentaria, definita "subliminale" e questa volta punta il dito verso due assistenti universitari: Salvatore Ferraro 30 anni e due mesi dopo verso Giovanni Scattone, 29 anni assistente del professor Romano. Alla fine di lunghi interrogatori Gabriella Alletto accusa i due assistenti di aver sparato il colpo di pistola che ha ucciso Marta Russo. Scattone e Ferraro vengono immediatamente arrestati. Nel corso degli interrogatori i due indagati si sono sempre proclamati innocenti, ma per gli investigatori Giovanni Scattone è il killer e Salvatore Ferraro è presente al momento in cui il colpo è partito e ha taciuto. L'uscire Francesco Liparota invece viene arrestato per aver coperto i due assistenti universitari.

Il processo e le sentenze

Gabriella Alletto
Gabriella Alletto in tribunale

Il processo sull'omicidio di Marta Russo si basa sulla testimonianza di Maria Chiara Lipari e di Gabriella Alletto. La deposizione di quest'ultima crea numerose polemiche perché durante il suo interrogatorio viene trattata da indagata senza la presenza di un legale. Il modo in cui viene pressata dal Pubblico Ministero indigna perfino il Primo Ministro Romano Prodi. L'audio delle interrogazioni è recuperato da Radio Radicale e in esso si sente la donna ripetere "Non sono mai entrata in quell'aula" per quattro ore. Nonostante l'arma del delitto non sia mai stata trovata e le testimonianze contraddittorie delle accusatrici, Giovanni Scattone è condannato a sette anni di reclusione per l'omicidio colposo di Marta Russo e Salvatore Ferraro alla pena di quattro anni di reclusione per favoreggiamento. L'appello Bis aumenta la pena dei due imputati a otto anni per Scattone e sei anni per Ferraro.
Il 15 dicembre 2003 la V Sezione Penale della Corte di Cassazione conferma l'assoluzione dell'usciere Francesco Liparota e condanna Giovanni Scattone a cinque anni e quattro mesi, e Salvatore Ferraro a quattro anni e due mesi. Scattone rifiuta di confessare il delitto e finisce di scontare i cinque mesi che gli rimangono per la fine della pena in carcere. Salvatore Ferraro sconta la pena ai domiciliari.