Le crociate di Ridley Scott, un colossal del 2005 che descrive una battaglia del XII secolo tra musulmani e crociati, fu visto da molti critici e gruppi musulmani come un gradito messaggio di sostegno per coloro che abbracciano la moderazione, e non l'estremismo, nella gestione dei legami tra l'Islam e l'Occidente.

"Il film va contro il fanatismo religioso molto chiaramente. Tutto ciò che va contro l'odio, il fanatismo e l'opposizione sistematica tra questi due mondi è il benvenuto", affermò lo scrittore libanese Amin Maalouf, autore di The Crusades Through Arab Eyes.
"Lo scopo del film è curare le ferite, non riaprirle", disse invece il critico cinematografico egiziano Tariq al-Shinnawy. Anche molti gruppi musulmani elogiarono il film del regista de Il gladiatore, in particolare per la sua rappresentazione di Saladino, il capo curdo dell'esercito musulmano che nel 1187 riconquistò Gerusalemme.

Gli spettatori del mondo arabo affermarono che il film avrebbe potuto aiutare a rimediare ad alcuni danni arrecati alla reputazione dell'Islam dai film di Hollywood che, nel corso degli anni, hanno sempre contrapposto i combattenti musulmani agli eroi americani. "Arabi e musulmani di solito appaiono come selvaggi assetati di sangue nelle produzioni di Hollywood. Le crociate è un film più giusto: gli arabi e i musulmani ne escono molto meglio", dichiarò Deana Elimam, un'egiziana-americana che vive al Cairo.