Stasera su Rai Movie, alle 21:10, va in onda L'albero degli zoccoli, film capolavoro firmato da Ermanno Olmi nel 1978, anno in cui, al Festival di Cannes, fu insignito della Palma d'Oro.
Tra l'autunno 1897 e l'estate del 1898, un gruppo di quattro famiglie vive nello stesso cascinale della Bassa Bergamasca. I componenti di queste famiglie sono molto uniti tra loro e condividono le gioie e i dolori che la vita contadina offre loro: assieme cercano di imbrogliare il padrone Mesagiù, il padrone della cascina, solo per recuperare pochi chili di farina, partecipano tutti al matrimonio di Maddalena e Stefano e gioiscono per la guarigione della vacca della vedova Runk.
Pietra miliare della cinematografia italiana, L'albero degli zoccoli è stato scritto, diretto, montato e prodotto da Ermanno Olmi, un'opera in cui memoria autobiografica e collettiva si fondono e la storia familiare di piccole comunità incontra la Storia d'Italia. È il più emozionante e appassionato affresco della civiltà contadina del cinema del dopoguerra.
A seguire, in una serata che Rai Movie dedica completamente al regista che oggi avrebbe compiuto 90 anni, andrà in onda Il posto, opera seconda nella quale Ermanno Olmi mostra i mutamenti dell'Italia del boom economico affrontando il tema del lavoro e del conflitto tra città e campagna, visti con gli occhi di un giovane in cerca del proprio "posto" nel mondo, a Milano, agli inizi degli anni 60.
"I miei primi film - ricordava Olmi - sono storie sulla povertà ma in cui c'è sempre un po' della storia del nostro Paese. Il passaggio dalle società contadine a quelle operaie, o da queste alla nuova borghesia. Ne 'Il Posto' lo si vede bene nella casa di Domenico, una cascina in cui non si lavora più la terra ed è diventata solo un dormitorio per gente che va a lavorare in fabbrica e in città. Tra poco in quelle stalle senza più animali avrebbero messo le Lambrette e le Seicento".
Alle 02:20, infine, I fidanzati, terzo lungometraggio del regista, racconta di un giovane operaio milanese, Giovanni, che viene trasferito per lavoro in Sicilia, e del mutarsi del rapporto con la sua fidanzata Liliana. Presentato in concorso al Festival di Cannes del 1963, è la conferma di una promessa che Ermanno Olmi manterrà per tutta la vita: raccontare emozioni e sentimenti con rigore e stupore. Una maestria unica nel saper leggere e interpretare la realtà, una poetica e un immaginario riconoscibili, capaci di esprimere con meraviglia l'amore nei confronti dell'uomo.