Lady Diana, Dodi Al-Fayed e l'anello di fidanzamento: il gioielliere svela il segreto

Alberto Repossi è il gioielliere che ha venduto l'anello di fidanzamento a Lady Diana e Dodi Al-Fayed, l'uomo svela un segreto che ha conservato per 23 anni.

Lady Diana e Dodi Al-Fayed stavano per annunciare il loro fidanzamento, il gioielliere Alberto Repossi dopo 23 anni svela che l'imprenditore egiziano aveva regalato alla Principessa di Galles un anello della collezione Dis-moi oui.

Con un'intervista al Corriere della Sera il gioielliere Alberto Repossi ha riaperto un caso che molti avevano cercato di far dimenticare: la scomparsa dell'anello di fidanzamento regalato da Dodi Al-Fayed a Lady Diana Spencer dalla scena dell'incidente che costò la vita alla Principessa di Galles e all'imprenditore egiziano . "Sono passati 23 anni, ma non riesco a dimenticare quell'incontro con Diana e Dodi a Saint Tropez, di mattina presto, per l'anello di Dodi al-Fayed"ha raccontato il gioielliere alla giornalista aggiungendo: "Diana e Dodi, in crociera nel Mediterraneo, attraccarono a Monaco e la principessa arrivò alla vetrina della nostra boutique accanto all'Hotel Hermitage. Senza entrare indicò un anello che l'aveva catturata, della collezione Dis-moi oui. Poi mi chiamarono per fissare un incontro a Saint Tropez dove erano diretti, per definire la scelta e la misura dell'anello".

Il gioielliere racconta di essersi recato personalmente all'incontro con i due clienti davvero speciali: "Mi presentai nel piccolo hotel di St. Tropez per definire la misura dell'anello. Fu un incontro senza testimoni perché Dodi e Diana erano soli, senza il solito seguito di bodyguard, in un albergo semi deserto, data l'ora". Un incontro breve perché i due non avevano molto tempo. Alberto Repossi ricorda che Diana si mostrò molto decisa sulla scelta: "Ero arrivato all'appuntamento con altri esempi di montature preziose che ritenevo anche più importanti per la donna al tempo al centro delle dinamiche mediatiche globali, ma lei mi fermò subito. Disse 'va bene questo', confermando la scelta fatta a Monaco del gioiello visto in vetrina, e non insistetti oltre".

Il gioielliere fu tra i primi a sapere che Diana Spencer e Dodi avrebbero annunciato il loro fidanzamento a breve: "Dodi e Diana mi chiesero di poter ritirare l'anello messo a misura dell'anulare della principessa, per il 30 agosto, perché il primo settembre, dissero, ci sarebbe stato un annuncio importante, un fidanzamento". Il gioielliere ricorda che rispettò la scadenza, nonostante l'anello dovesse essere ristretto e la fabbrica in agosto fosse chiusa: "Ma ovviamente, davanti alla donna del momento, tutto era possibile, riaprimmo il laboratorio in pieno agosto per l'anello che consegnammo il 30 agosto a Parigi, come promesso".

Alberto Repossi subito dopo l'incidente fu contatto da un tabloid inglese, The Sun, ma negò l'esistenza dell'anello per rispettare "l'impegno del riserbo", preso con Dodi Al-Fayed. Il gioielliere ha raccontato che le nuove rivelazioni del bodyguard lo convinsero a contattare il padre di Dodi: "Anni dopo il bodyguard sopravvissuto allo schianto, Trevor Rees-Jones, rimasto senza memoria, in un suo libro ricordava che Dodi non aveva mai ritirato alcun anello. Impossibile, l'avevo consegnato io stesso. Chiamai il vecchio Al-Fayed, gli dissi che era tempo di parlare e mettere al sicuro le prove. La visita del figlio Dodi in boutique era stata registrata dalle telecamere e mettemmo la registrazione in cassaforte".

Subito dopo l'incidente la polizia francese consegnò gli oggetti personali di Diana alla sorella: "Non so se c'era l'anello", dice il gioielliere che fu anche interrogato da Scotland Yard. Gli investigatori chiesero di vedere i registri della sua fabbrica dai quali si evinceva l'esistenza dell'anello del quale si sono perse le tracce. Sono circa 23 anni che Alberto Repossi ripensa a quel momento e ha una sua teoria sul motivo per cui l'anello è scomparso: "Iniziava il lavoro dell'establishment per preparare la futura unione di Carlo e come idea mia, personale, credo che per una questione mediatica si preferisse far passare quell'ultima estate di Diana come la stagione leggera di una principessa, non come l'anticamera di un fidanzamento, un vero amore".