Kraken, il mostro del folklore norvegese arriva a sfidare l’horror moderno

Il nuovo trailer di Kraken rilancia il fascino oscuro dei mostri marini, rimescolando folklore nordico e inquietudini contemporanee, suggerendo tensioni nate dal fragile equilibrio tra uomo e natura.

Una scena di Kraken

Il trailer di Kraken introduce un horror norvegese che intreccia mito, scienza e disastri ambientali. Una biologa marina indaga su due morti brutali e scopre che qualcosa di primordiale si muove nel fiordo, risvegliato dall'ingordigia di una corporation pronta a tutto. Samuel Goldwyn Films porta così al grande pubblico un horror norvegese che preferisce suggerire invece di gridare, nutrendosi di silenzi e profondità abissali.

Un mostro antico che emerge dal fiordo

Samuel Goldwyn Films ha diffuso il trailer ufficiale di Kraken, il prossimo horror norvegese che approderà negli Stati Uniti il prossimo anno con la promessa di riportare l'attenzione sul rapporto tra immaginario marino e responsabilità umane.

La storia ruota attorno a Johanne, una biologa marina impegnata in una ricerca presso un allevamento ittico nella comunità rurale di Vangsnes, affacciata su un fiordo tanto spettacolare quanto insondabile. Il video introduce un'atmosfera sospesa, in cui il quotidiano della piccola comunità viene incrinato da episodi inspiegabili: tra questi, le morti brutali di due adolescenti locali, un evento che spinge Johanne a scandagliare ciò che si nasconde sotto la superficie dell'acqua.

La sinossi ufficiale racconta che "Johanne è una biologa marina che sta conducendo ricerche in un allevamento di pesci a Vangsnes, una comunità rurale affacciata sul fiordo, quando si imbatte in diversi strani avvenimenti. Con le brutali morti di due adolescenti del posto, tutti gli indizi puntano al fiordo; può esserci qualcosa di più nelle profondità di quanto l'occhio umano riesca a vedere?". La frase successiva dipinge con toni netti la creatura protagonista: "Sul fondo del fiordo più profondo della Norvegia riposa un mostro mitico grande quanto una montagna, con una miriade di braccia pronte a stritolare e divorare qualsiasi cosa riescano ad afferrare."

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Il trailer alterna immagini dell'ambiente incontaminato ai primi segnali di una presenza anomala, suggerita con un linguaggio visivo che predilige la tensione graduale. Non un mostro svelato nell'immediato, ma una minaccia che cresce insieme allo sguardo scientifico della protagonista, costretta a fare i conti con la collisione tra razionalità e leggenda.

L'orrore nasce dall'avidità: il fiordo come ecosistema violato

Uno degli elementi più rilevanti del trailer è la connessione tra la creatura e l'impatto umano sull'ecosistema del fiordo. Il video lascia intuire che la nascita - o il risveglio - del Kraken sia legato all'intervento di una corporation senza scrupoli, interessata a manipolare il delicato equilibrio marino per aumentare i profitti. Non è solo un horror di superficie: Kraken sembra voler dialogare con il cinema che usa il fantastico per parlare di ferite ambientali, giocando su un immaginario dove la natura reagisce in modo imprevedibile alla pressione industriale.

Il cast include Sara Khorami, Mikkel Bratt Silset, Ingvild Holthe Bygdnes, Jenny Evensen e Steinar Klouman Hallert, un gruppo di interpreti norvegesi che porta sullo schermo una tensione corale, costruita attorno alla vita quotidiana di una comunità che vive in simbiosi con il fiordo. Le immagini del trailer insistono su questa relazione: case isolate, pontili immersi nella nebbia, barche che solcano acque talmente scure da sembrare solide. Tutto contribuisce a rafforzare l'idea che l'orrore qui non nasca dal soprannaturale in sé, ma dalla resilienza di un luogo che custodisce ciò che gli esseri umani preferirebbero ignorare.

La regia è affidata a Pål Øie, figura centrale nel panorama thriller norvegese, mentre la sceneggiatura porta la firma di Vilde Eide. Dietro la produzione troviamo John Einar Hagen ed Einar Loftesnes, con Sveinung Golimo come produttore esecutivo. A completare il quadro creativo c'è Sjur Aarthun, che ricopre un doppio ruolo delicato: direttore della fotografia ed editor, una scelta che suggerisce un controllo molto preciso sul ritmo delle immagini e sulla costruzione dell'angoscia visiva.

Kraken punta a unire mito, scienza e critica sociale, sfruttando un territorio naturale che diventa allo stesso tempo rifugio, simbolo e minaccia. Un horror che sembra voler parlare più alla pancia che agli occhi, giocando su ciò che non si vede ma si intuisce, proprio come un movimento lontano nelle profondità di un fiordo troppo silenzioso per essere innocuo.