Jake Gyllenhaal ricorda la scena di Prisoners "Impossibile da interpretare"

Jake Gyllenhall, protagonista di Prisoners, ha spiegato il motivo per cui una specifica scena del film di Denis Villeneuve lo ha messo in difficoltà: 'Mi avrebbero tirato le uova'.

In un podcast andato in onda questa settimana, Jake Gyllenhaal ha ricordato insieme a Roger Deakins una particolare scena di Prisoners che per lui è stata impossibile da interpretare ed ha spiegato in che modo il direttore della fotografia ed il regista Denis Villeneuve lo abbiano aiutato a farcela.

Prisoners: Jake Gyllenhaal in una scena
Prisoners: Jake Gyllenhaal in una scena

Di recente, Jake Gyllenhaal è tornato a parlare della sua esperienza sul set di Prisoners, film diretto da Denis Villeneuve che nel 2013 lo ha visto protagonista al fianco di Hugh Jackman. Un thriller drammatico, capace di tenere con il fiato sospeso dall'inizio alla fine e che ha riservato più di qualche insidia al suo interprete principale. Come dichiarato dallo stesso Gyllenhaal durante il podcast Team Deakins, una particolare scena di Prisoners lo ha messo in seria difficoltà. L'interprete del detective Loki ha quindi spiegato come sia stato l'aiuto del regista e del direttore della fotografia, Roger Deakins, ad aiutarlo nella realizzazione di tale sequenza.

"Torno spesso a quella scena di Prisoners in cui il mio personaggio entra nella stanza e la ragazza è stata drogata e Melissa Leo è lì", ha detto Gyllenhaal. "Il modo in cui è stato scritto era impossibile per me da recitare. Mi ha reso quasi impossibile tirare fuori l'interpretazione. Come artista avrei ricevuto troppe uova in faccia per provare a farcela. Mi hanno appena sparato, la ragazza che ho cercato per tutto il tempo è proprio lì, il rapitore che ho cercato per tutto il tempo è lì. Questa cosa drammatica da tenere a bada con la mia esibizione, salvare la ragazza, e mi hanno anche appena sparato alla testa. Insomma, c'erano troppi elementi da gestire come interprete".

Come riportato da IndieWire, Jake Gyllenhaal ha poi sottolineato come questa esperienza sul set gli abbia fatto comprendere ancora di più l'importanza del ruolo del regista e come l'attore sia lì solo per concretizzare la visione più ampia della regia. Gyllenhaal era sopraffatto dall'idea di come superare questa scena, ma si è presto scoperto che non sarebbe nemmeno stato al centro di quel momento sullo schermo. Sulla carta lo era, ma nel film Villeneuve aveva altri piani.

"Quando sono arrivato sul set, quel giorno, Denis e Roger avevano già capito che, dopo che mi hanno sparato, l'angolazione della telecamera sarebbe stata sulla bambina e si sarebbe concentrata su di lei, con me sullo sfondo che entravo e scendevo", Gyllenhaal ha detto. "Sono stato salvato dal direttore della fotografia e dal regista. Forse ci sono attori molto più bravi di me che avrebbero potuto farcela, ma in quel momento ho capito che questa non è una collaborazione, si tratta davvero di come vedi qualcosa e come viene vista una storia".

Ricordiamo che, prima di Prisoners, Gyllenhaal e Deakins avevano già lavorato insieme nel 2005 per Jarhead di Sam Mendes.