Israele, protesta pacifica al Grande Fratello: la guerra a Gaza irrompe in diretta

Attivisti di Standing Together hanno interrotto pacificamente la diretta del Grande Fratello in Israele per chiedere la fine della guerra a Gaza e il rilascio degli ostaggi.

Gli attivisti di Standing Together

Un momento di forte impatto emotivo ha interrotto la diretta televisiva del Grande Fratello in Israele, trasformando il set di un reality show in un inaspettato palcoscenico politico. Alcuni attivisti di Standing Together - movimento per la coesistenza ebraico-araba e la giustizia sociale - si sono infiltrati tra il pubblico e sono saliti senza autorizzazione sul palco per protestare contro la guerra nella Striscia di Gaza.

Magliette e slogan per fermare la guerra in Palestina

Indossando magliette con la scritta "Lasciare Gaza" e "Usciamo da Gaza", i manifestanti si sono seduti a terra, si sono presi per mano e hanno lanciato slogan: "La guerra a Gaza deve finire! La guerra ci sta uccidendo tutti!" e "Il governo israeliano sta mandando i soldati a morire! Israele sta affamando Gaza: bambini, donne, anziani e ostaggi!"

Il blitz, completamente non violento e durato pochi minuti, è stato seguito da milioni di telespettatori (finché la regia non ha oscurato la diretta) e ripreso sui social, dove le immagini sono diventate virali. La protesta, spiegano gli attivisti, aveva anche lo scopo di chiedere un cessate il fuoco immediato e un impegno concreto per il rilascio degli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas.

Standing Toghter Gf Israele
Attivisti di Standing Together

La denuncia di Standing Together contro il silenzio mediatico

In un comunicato diffuso su Instagram, il movimento ebraico-palestinese ha denunciato il silenzio mediatico: "Ieri sera abbiamo interrotto la diretta del Grande Fratello Israele per chiedere la fine dell'annientamento a Gaza e l'abbandono degli ostaggi. Perché, a solo un'ora di distanza dagli studi televisivi, i palestinesi vengono bombardati, sfollati e ridotti alla fame, mentre gli ostaggi sono stati lasciati indietro - tutto per il piano messianico del nostro governo di occupazione a Gaza. Non possiamo continuare con la routine in questo momento; non possiamo fare finta che sia tutto normale. Dobbiamo fermare questa catastrofe".

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La forza simbolica del gesto ha messo in evidenza come, anche dentro un programma concepito per intrattenere e "staccare la spina" dalla realtà, il peso della guerra riesca a entrare prepotentemente. Il tentativo di distogliere l'attenzione attraverso la televisione non può cancellare ciò che sta accadendo in questi giorni a Gaza: la realtà del conflitto, con il suo carico di dolore e urgenza, bussa ovunque, persino dietro le luci di uno studio televisivo.