Venti minuti di applausi per Michael Moore, al termine della proiezione di Fahrenheit 9/11, presentato ieri in anteprima al festival di Cannes.
Il film è basato sui rapporti tra la famiglia Bush e le più importanti famiglie saudite, tra le quali la famiglia Bin Laden, e racconta l'America dopo l'11 settembre.
Durante la conferenza stampa che ha preceduto il film il regista americano non ha risparmiato critiche al presidente americano: "L'amministrazione di Bush - ha dichiarato Moore - ha ingannato la gente con falsi allarmi sui legami tra Saddam Hussein e la strage dell'11 settembre. Come insegnava George Orwell, il popolo è portato ad abbandonare la propria libertà quando ha paura", aggiungendo "Bush non ha personalità, non sostiene i soldati, li disprezza, come tutta la sua squadra. Non bisogna disprezzare dei giovani che hanno accettato di impegnarsi per il nostro paese, è una cosa ignobile sostenere, come ha fatto Bush, che alcuni nostri soldati hanno avuto momenti di debolezza. E' Bush che li ha messi in pericolo solo per riempire le tasche dei suoi amici e benefattori, lui è l'antimilitarista per eccellenza, come Rumsfeld e Chaney".
Ma gli strali di Michael Moore non si sono fermate al presidente americano ma hanno colpito anche il primo ministro inglese Blair, accusato di aver sposato acriticamente le tesi di Bush, e Mel Gibson che, tramite la sua Icon, avrebbe dovuto produrre la pellicola. Stando a quanto dichiarato da Moore: "prima dell'inizio delle riprese arriva una telefonata che annuncia il ritiro della Icon di Gibson dopo una telefonata fatta da un alto rappresentante del Partito Repubblicano molto vicino alla Casa Bianca che ha sostenuto che il signor Gibson, se avesse prodotto film, non sarebbe più potuto entrare alla Casa Bianca".
Alla fine Moore ha esposto un suo desiderio che crediamo difficilmente si realizzerà.
"Vorrei mostrare il mio film anche alla Casa Bianca: sarei presente, mi comporterei bene. Dopotutto il cugino di Bush è stato cameraman in Roger & M" (film girato da Micheal Moore nel 1989, ndr) e suo padre aveva mostrato quel film alla Casa Bianca alla presenza proprio dell'attuale presidente".